POLITICA

Il dopo voto – Quella Genzano verde…di rabbia (o rossa di vergogna?). La Lega vola (senza dirigenti), il Pd arranca (tra silenzi imbarazzanti)

genzano-lega-foto

di Daniel Lestini

L’ondata salviniana, che ha travolto gran parte dell’Italia, ha invaso anche Genzano, dove la Lega, pur se priva di una sede, di un referente e di qualsiasi tipo di organizzazione interna, ha sopravanzato e messo in coda partiti o movimenti con ben altro radicamento sul territorio. A partire dal Partito Democratico, regredito dal 47,8% delle Europee del 2014 al 29,11% del 26 maggio (lasciati per strada 2475 voti). Non é andata granché meglio al Movimento 5 Stelle, che allora segnò un ragguardevole 27,4%, e che domenica si é dovuto accontentare di un 19,47%, comunque dignitoso se si considera il crollo a livello nazionale e la prematura dipartita della Giunta pentastellata, il cui epilogo non ha certamente accresciuto i consensi dei grillini su scala cittadina.

genzano-lega-foto

Sontuoso il risultato della Lega, che nel 2014 si fermò all’1,5% (e allora nessuno osava aspettarsi certamente di più), dando i primi segnali di crescita proprio lo scorso anno, quando scollinò quota 10 per attestarsi al 12,85%, pari a 1682 voti. Domenica, infine, il decollo verso uno storico 29,61%, frutto di 2927 crocette sul simbolo del Carroccio. Il tutto, dicevamo in premessa, in assenza di un lavoro da parte di un gruppo dirigente consolidato, come peraltro confermato dalla scarsità di preferenze espresse da chi ha votato Lega: da quei 2927 voti sono scaturite solo 1202 preferenze per Salvini ed appena 134 per la candidata successiva, la Baldassare (numeri esigui, se rapportati a quelli dei Comuni vicini, da Velletri ad Albano, passando per Ariccia, dove il Carroccio può già contare su una struttura, un gruppo dirigenziale ed un coordinatore, dato che si é riverberato proprio nella quantità di preferenze espresso da un elettorato evidentemente più indottrinato di quello genzanese).

congresso pd genzano

Proprio sbandierando il dato delle preferenze ci si è consolati in maniera del tutto singolare in casa del Partito Democratico, dove ci si aspettava certamente di più a 2 mesi dal Congresso, dalla fine del commissariamento e a seguito della deriva dell’Amministrazione Lorenzon (a Roma, non ce ne voglia l’autore di una tale “lettura”, si direbbe “consoliamoci con l’aglietto“).

Se il 29,11% dell’altro giorno é certamente più incoraggiante del 22,41% del 4 marzo 2018, non é certamente in linea con le attese della vigilia, che davano i “dem” accreditati di percentuali più sostanziose e non é un caso che nel quartier generale piddino nessuno si sia ancora pronunciato, al di là dell’ormai rituale “modus operandi” di far pubblicare ad un solo organo di stampa “amico” dei virgolettati spacciati per comunicati ufficiali che, invece (e non se ne capisce davvero il perché), non vengono inviati ad alcun altro giornale (compreso il nostro, che pure é di stanza proprio a Genzano e non ha mai operato alcun tipo di censura). Un malvezzo, quest’ultimo, che la dice lunga sulla confusione interna ad un partito che é ancora a caccia di una rotta che possa consentirgli di raggiungere il traguardo tanto ambito: la vittoria alle Comunali del 2020 e la riconquista del palazzo comunale. Proprio sulle preferenze si è quindi basato lo striminzito post diffuso via Facebook dal Pd di Genzano e subito ripreso dall’ormai ex gruppo consiliare: “Le preferenze del Pd – vi si legge – sono state 2927 superiori a qualsiasi altra lista. Prima la Bonafè seguita da Sassoli e Bartolo e a seguire Laureti, Smeriglio, Gualtieri e Danti”. Per tutto quanto detto in premessa, se sommato al fatto che ogni elettore poteva esprimere fino a 3 preferenze, si tratta davvero dell’unica lettura consolatoria (?), rispetto al voto di domenica, che si poteva trovare nella sezione di via Garibaldi.

E intanto sui social, anche a commento dell’articolo in cui riportavamo i risultati della consultazione elettorale, non sono stati pochi i cittadini che hanno espresso pubblicamente il proprio sdegno per l’esito del voto. Eloquente, tra tanti post, alcuni dai toni esacerbati, quello di Rossana: “Certo – ha scritto – che i genzanesi di una volta non ci sono più, qualcuno si rigira nella tomba”.

Una parte di Genzano appare quindi colorata di verde, e non solo per il verde della Lega, ma per quello della rabbia per un epilogo che in tanti non si aspettavano; mentre c’é chi si affretta ad evidenziare, ironicamente, come sia proprio quella parte politica a ritrovarsi rossa…per la vergogna di aver consegnato quella che é passata agli annali come la Piccola Mosca, ai 5 Stelle prima e ai leghisti poi.

Esiti elettorali che dovrebbero indurre la classe dirigente del Pd e dei partiti che vi gravitano attorno ad una profonda riflessione, perché se é pur vero che si è trattato di elezioni Europee, i dati non sono certamente incoraggianti in vista della lunga cavalcata verso le Amministrative del dopo Lorenzon. E intanto dall’altra parte della barricata c’é chi, come Fabio Papalia e il suo gruppo, può guardare al responso elettorale col sorriso, tanto che é probabile che anche la coalizione che dovrà sorreggerlo e sospingerlo si tingerà di verde. Il verde della Lega, ma anche quello della speranza. La speranza di farcela e di scrivere a Genzano un’ulteriore pagina di storia della politica cittadina. Un epilogo infausto, che dal Pd e dintorni si augurano possa essere ovviamente scongiurato…

Più informazioni
commenta