Cultura

Grottaferrata – La magia della “Tosca” di Puccini va in scena all’Abbazia di Grottaferrata

Uno spettacolo unico in una suggestiva ambientazione. Martedì 24 settembre alle ore 20.30, in occasione del Millenario della consacrazione della Chiesa Santa Maria di Grottaferrata, andrà in scena la Tosca , opera lirica di Giacomo Puccini. 

Il concerto, organizzato dal Comitato nazionale per le celebrazioni del millenario, si terrà presso la Loggia dei Commendatari dell’Abbazia di Grottaferrata e prevede la partecipazione del Coro San Basilio il Grande insieme a grandi nomi della musica lirica. Nati Katai, Mimmo Ghegghi, Enzo Licata, Lino Galioto , Clemente Corsaro, Francesco Gazzini, Vincenzo Baroccheri. Maestor concertatore e accompagnatore: Andrea Bosso.

Un’occasione unica per vivere dal vivo un evento intenso e ricco di fascino in vista delle celebrazioni per la consacrazione di un unicum soprattutto dal punto di vista spirituale visto che il monastero di Grottaferrata di tradizione bizantina è l’unico in comunione piena con la chiesa di Roma

Un evento che precederà altri momenti di riflessione, studio e raccoglimento a cui la città è chiamata a prendere parte per celebrare una data fondamentale della sua storia e delle sue radici.

tosca giacomo puccini

La Tosca è un’opera lirica in tre atti di Giacomo Puccini. La prima rappresentazione si tenne in Italia, al Teatro Costanzi di Roma il 14 gennaio 1900.

‘azione si svolge nel 1800 a Roma in un clima di tensione in seguito agli avvenimenti rivoluzionari in Francia e alla caduta della prima Repubblica Romana.

ATTO I ‘Chiesa di Sant’Andrea della Valle

Il prigioniero politico Cesare Angelotti, evaso da Castel Sant’Angelo, cerca rifugio nella chiesa, trova la chiave nel luogo convenuto ed entra nella cappella che appartiene alla sorella, la marchesa Attavanti.
La donna è stata ritratta senza saperlo in un quadro del pittore Mario Cavaradossi il quale sta dipingendo una cappella della chiesa.
Angelotti si nasconde all’apparire del sagrestano; costui borbottando mette in ordine gli attrezzi del pittore il quale giunge poco dopo per continuare il suo dipinto. Il sagrestano si congeda, allora Angelotti esce dal nascondiglio, riconosce in Cavaradossi un amico e gli racconta la sua avventurosa fuga. Il loro colloquio è interrotto dall’arrivo di Floria Tosca, la bella cantante amante del pittore. Di nuovo Angelotti si nasconde; Tosca, mentre espone a Mario il suo progetto amoroso per la sera, vede nella figura della Maddalena del dipinto la marchesa Attavanti, fa una scenata di gelosia al pittore che riesce a calmarla. All’uscita di Tosca il fuggitivo riappare e continua il dialogo con Mario che gli offre il suo aiuto. Cavaradossi e Angelotti lasciano la chiesa dove entra, alla ricerca dell’evaso, poco dopo Scarpia, capo della polizia papalina, sospettando di Mario bonapartista.

Tosca torna alla chiesa per informare l’amato che la sera deve cantare a Palazzo Farnese per i festeggiamenti della vittoria dell’esercito austriaco su Napoleone a Marengo. Scarpia, che si è invaghito di Tosca, alimenta la gelosia della giovane; costei sospettando un incontro di Mario con la marchesa giura di ritrovarli mentre viene seguita dal poliziotto Spoletta per ordine del suo capo.

ATTO II ‘Palazzo Farnese’

Scarpia, mentre cena in una sala di Palazzo Farnese, ode la voce di Tosca che esegue la cantata celebrativa; nel frattempo i poliziotti conducono in sua presenza Mario che, arrestato e interrogato, rifiutando di rivelare il nascondiglio di Angelotti, viene condotto in una stanza dove viene torturato.
Sopraggiunta Tosca convocata da Scarpia, udendo i gemiti dell’amato, rivela il nascondiglio del fuggitivo: il pozzo della villa di Cavaradossi.
Mario apprende del tradimento della giovane e si rifiuta di abbracciarla; in quel momento arriva il gendarme Sciarrone ad annunciare che Napoleone non ha subito una sconfitta, ma ha vinto a Marengo.
Mario esulta ad alta voce e Scarpia lo condanna immediatamente a morte. Disperata, Tosca gli chiede di concedere la grazia a Mario. Scarpia la ricatta: se gli si concederà, potrà salvare Cavaradossi e lasciare Roma con lui. Viene interrotto da Spoletta il quale informa che Angelotti per evitare la cattura si è ucciso.
Tosca promette di darsi a Scarpia in cambio della vita dell’amato, allora costui finge di dare ordini perché la fucilazione di Mario sia solo simulata con i fucili caricati a salve. Mentre quello compila il salvacondotto la giovane prende un coltello e lo uccide.

ATTO III ‘La piattaforma di Castel Sant’Angelo’

È l’alba. Cavaradossi, in attesa di essere giustiziato, inizia a scrivere una lettera di addio che un carceriere, in cambio di un anello, dovrà consegnere a Tosca. La donna arriva e informa il giovane della fucilazione simulata; in realtà Scarpia l’ha ingannata: Mario viene fucilato veramente.
Allora Tosca, disperata ed inseguita dagli sbirri che hanno scoperto il cadavere di Scarpia, si getta dagli spalti del castello.

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