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Elezioni Regionali, stravince il 57enne Francesco Rocca: è lui il nuovo Governatore del Lazio

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L’astensionismo più alto di sempre segna una tornata elettorale davvero poco partecipata. Alle 15 di questo lunedì 13 febbraio si sono chiusi definitivamente i seggi sparsi nel territorio della Regione Lazio, aperti da domenica mattina, per un totale di 24 ore. L’affluenza è stata nettamente inferiore alle attese, nonostante il bel tempo e la finestra di due giorni per votare.

In attesa dei voti definitivi, gli exit pool diramati proprio in questi minuti confermano appieno i sondaggi che hanno preceduto la campagna elettorale.

A succedere a Nicola Zingaretti, che è stato Governatore del Lazio per 10 anni, sarà l’avvocato Francesco Rocca, nato il 1° settembre del 1965 a Roma, già due volte Presidente internazionale della Croce Rossa e candidato scelto dal centrodestra per tornare al governo della Regione dopo l’infelice parentesi della Giunta Polverini.

Netta la sua vittoria, con percentuali che lo danno tra il 50 e il 54%, staccando nettamente Alessio D’Amato, fermo tra il 30 e il 34% e ancor di più Donatella Bianchi e gli altri.

Secondo i primi exit poll, realizzati dal Consorzio Opinio Italia per la Rai, alle Regionali del Lazio il candidato del centrodestra alla presidenza, Francesco Rocca, avrebbe avuto tra il 50,5% e il 54,5% dei voti mentre quello di centrosinistra e Terzo polo, Alessio D’Amato, tra il 30 e il 34%. A seguire, la candidata del M5s, Donatella Bianchi, con una percentuale compresa tra il 10,5 e il 14,5%.

Nell’aggiornamento delle ore 19, quando sono state scrutinate 1.625 sezioni su 5.306, in base ai dati forniti dal Viminale Francesco Rocca è al 49,51%, mentre Alessio D’Amato, del centrosinistra, è al 36,53% e Donatella Bianchi, appoggiata dal Movimento 5 Stelle, è all’11,87%, ndr).

A pesare, sull’esito finale, è stata senza dubbio la spaccatura nel centrosinistra, che nel Lazio si è presentato diviso, anche e soprattutto per la diversa visione nella gestione dei rifiuti e delle politiche ambientali. Sul termovalorizzatore di Santa Palomba (che ha trovato favorevole il Pd e le liste a sostegno di D’Amato, ma nettamente contrario il M5s e il Polo Progressista), si è giocata la partita della mancata alleanza, che già nei sondaggi pre-campagna elettorale si capiva avrebbe spianato la strada al centrodestra, che fa il bis dopo il trionfo alle Politiche del 25 settembre scorso.

Il computo della vittoria, tuttavia, fa intuire che il centrodestra avrebbe potuto vincere comunque. Francesco Rocca, la cui candidatura è stata ufficializzata solo a ridosso dell’avvio della campagna elettorale vera e propria, aveva ricevuto la ‘benedizione’ della premier Giorgia Meloni Francesco Rocca. A sostenerlo Fratelli d’Italia, che fa ancora una volta incetta di voti, oltre a Forza Italia, la Lega, i Noi Moderati e Rinascimento e poi l’Udc e la Lista civica per Rocca Presidente.

Nulla da fare per l’Assessore uscente alla Sanità Alessio D’Amato, che si è candidato in rappresentanza dei partiti del centrosinistra. Con lui, oltre alla sua civica, erano presenti il Partito Democratico, i cattolici progressisti di Demos, +Europa-Radicali-Volt, i Verdi-Sinistra, il Psi e il Terzo Polo, che nel Lazio, a differenza di quanto avviene in Lombardia, ha appoggiato il candidato di centrosinistra.

A pesare è stata la candidatura di Donatella Bianchi, la conduttrice di ‘Linea Blu,’ presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre. La Bianchi, forte dell’appoggio di Giuseppe Conte, è andata avanti per la sua strada, sostenuta anche dal cartello di sinistra del Polo Progressista. L’ex premier nei giorni scorsi è stato in visita nel nostro territorio, proprio per denunciare quanto accade ai confini tra i Castelli Romani, la pianura pontina e il versante della provincia a sud della Capitale, ormai trasformato nell’immondezzaio di Roma.

Tre gli outsider completano il quadro l’ex sottosegretaria di Prodi Rosa Rinaldi, appoggiata dall’Unione Popolare di De Magistris, il Partito Comunista Italiano per Sonia Pecorilli e Fabrizio Pignalberi (Quarto Polo e Insieme per il Lazio).

Cinquanta i rappresentanti consiliari che saranno scelti e che andranno a sedere nell’aula di via della Pisana, per comporre il nuovo Consiglio regionale di via della Pisana, nella periferia ad ovest della Capitale.

Definite le percentuali di voti, stabilito chi sarà il nuovo Governatore, la partita si giocherà proprio nelle preferenze, per capire quanti seggi scatteranno ad ogni partito e chi saranno i nuovi consiglieri regionali.

Le elezioni regionali, lo ricordiamo, non prevedono il ballottaggio: pertanto ha guadagnato il diritto a governare chi ha preso più voti, senza dover necessariamente raggiungere la soglia del 50%.

L’80% dei seggi del Consiglio regionale sarà assegnato con il metodo proporzionale, con un premio di maggioranza del 20% per le liste del Governatore eletto.

 

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