Attualità

“Il Lago di Nemi di questo passo sparirà entro 10 anni”: l’allarme del Comitato Protezione Boschi, che lancia la “secchiata” di sabato 21 settembre

Il Lago di Nemi rischia di scomparire nel giro di un decennio. A lanciare l’allarme è il Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani, che ha evidenziato come “tra 10 anni, con i tassi di abbassamento attuali, il lago sparirà”. La situazione, dicono, è drammatica e il degrado delle risorse idriche è accelerato da scelte amministrative non adeguate al problema e, dicono, dall’aumento incontrollato dei prelievi d’acqua.

Secondo il Comitato, a Nemi si disperdono “quasi l’80% delle acque prelevate dalle fonti”, e questo senza che vi sia “né un euro, né un’idea per impedire il continuo abbassamento del livello delle acque”. Negli ultimi anni, evidenziano dal Comitato, il lago ha perso gran parte del suo volume d’acqua, passando dai 34 metri e 32 milioni di metri cubi di prima dello svuotamento per il recupero delle navi romane agli attuali 25 metri. “Questa situazione è insostenibile”, sottolinea il Comitato, “e se non si interviene subito, il lago scomparirà per sempre”.

Il problema principale, secondo il Comitato, è l’eccesso di prelievi idrici, aggravato dall’apertura di pozzi abusivi e dalla cementificazione selvaggia. “Gli emungimenti delle acque sono aumentati e i comuni, l’Ente Parco, la Regione, la Provincia e le Soprintendenze non hanno mai fermamente ostacolato questi progetti di cementificazione che hanno impermeabilizzato i terreni, danneggiando la falda idrica”, denunciano. Le conseguenze di queste azioni si riflettono sul rapido abbassamento del livello del lago.

A peggiorare la situazione è la rete idrica di Nemi, definita “colabrodo” dal Comitato. “Gli abitanti di Nemi consumano ben 110 metri cubi d’acqua ogni anno, ma 4 litri su 5 vengono dispersi prima di arrivare ai rubinetti di casa”, denuncia l’organizzazione. “Grazie alle tubazioni in ferro di 200 anni, le dispersioni sono continue, e sia il Comune che Acea non fanno nulla”, si legge ancora. Il Comitato aggiunge che “nessuna delle fontane a Nemi ha un sistema di riciclo dell’acqua, e ogni giorno si buttano più di 50 metri cubi di acqua Acea direttamente nelle fogne”. La situazione è critica anche per le abitazioni situate sotto il serbatoio Acea Calvarione, che soffrono di una mancanza di erogazione idrica pari al 10% annuo.

La gentrificazione dei comuni che si affacciano sul lago di Nemi è un altro punto centrale della denuncia. Secondo il Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani, “i progetti di speculazione mirano a usare fondi pubblici per finanziare soggetti privati senza alcun riguardo per lo stato del lago e del suo delicato ecosistema”.

Per sensibilizzare l’opinione pubblica, il Comitato ha organizzato una serie di manifestazioni, tra cui la “Secchiata” del 21 settembre, durante la quale i partecipanti sono invitati a portare un secchio con uno slogan scritto sopra. “È un gesto simbolico”, spiegano, “per richiamare l’attenzione su una situazione che non può più essere ignorata”. Inoltre, il 6 ottobre è prevista una manifestazione in piazza Umberto I a Nemi, mentre il 12 ottobre il Comitato parteciperà al corteo di massa ad Albano contro l’Inceneritore.

In definitiva il Comitato, particolarmente attivo in questi mesi, invita le amministrazioni locali e le istituzioni competenti a “dichiarare lo stato di emergenza e intervenire subito”, per evitare che il Lago di Nemi e il suo ecosistema vengano irrimediabilmente compromessi. Senza contare che il vicino Lago Albano, a Castel Gandolfo, non se la passa certamente meglio…