Cronaca

Oltre 500 film storici e rari persi nell’incendio ‘segretato’ al Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma

incendio cineteca nazionale cinecittà

Ancora buio pesto sulle cause e sulle inspiegabili ambiguità dell’incendio divampato la notte dell’8 giugno scorso all’interno del ‘cellario’ B4 del Centro Sperimentale di Cinematografia di via Tuscolana. Almeno cinquecento le pellicole andate distrutte, probabilmente film rari e storici non facilmente reperibili sui normali circuiti di comunicazione, cortometraggi degli anni ’20 e ’30, film donati da privati cittadini all’istituto. Il condizionale è d’obbligo poiché, ad oggi, non esiste una lista completa dei titoli andati a fuoco. Quello che si sa per certo è che il danno arrecato è incalcolabile, un oltraggio al «nostro patrimonio pubblico, alla nostra Storia», come afferma il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Marco Grimaldi nell’intervista concessa al nostro giornale. Una sua interrogazione parlamentare sui fatti, presentata il 31 luglio al ministro della cultura Sangiuliano, non ha ancora ottenuto risposta come pure la richiesta di chiarimenti avanzata al Presidente del CSC, l’attore e regista Sergio Castellitto, caduta anch’essa nel vuoto. E di domande ve ne sarebbero parecchie, a cominciare dal “mistero” del comunicato pubblicato il 12 giugno sul sito della fondazione con i dettagli dell’incendio e sparito dopo mezz’ora, fino al caso dell’e-mail inviata ai dipendenti del Centro per invitarli al silenzio. Una vicenda ‘bucata’ persino dall’ammiraglia delle agenzie di stampa italiane, l’Ansa e ripresa solamente il 2 agosto – a più di 48 ore dall’interpellanza alla Camera – dal quotidiano ‘Domani’.

marco grimaldi

Onorevole Marco Grimaldi, esiste una lista delle pellicole andate a fuoco l’8 giugno?
Sono passati più di due mesi e ahimé dovrei rispondere no, non si sa. Io ho un elenco che ho avuto informalmente dal curatore del CSC in risposta ad una mail mia e della collega Francesca Ghirra. Di certo sono andate perdute copie d’epoca “imbibite”, cioè con le colorazioni artigianali d’epoca che le rendono di fatto pezzi unici. Sono bruciati materiali depositati da privati che vedono così messa in forse la fiducia nella capacità dello Stato di garantire la conservazione accurata dei loro archivi. In particolare è bruciato, ad esempio, ‘Quel bandito sono io’, un raro film di Mario Soldati tratto da una commedia di Peppino De Filippo che apparteneva alla Lux/Cristaldi.

In pratica, potrebbero essere andati persi anche documentari degli anni ’40 e ‘50…
Sono andati persi materiali del fondo Cines di Ripley’s Film. Forse il più importante deposito archivistico privato presso la Cineteca Nazionale, con materiali fondamentali per la storia del cinema italiano dal sonoro agli anni ‘50 e il cui eventuale trasferimento ad altri archivi se venissero a mancare le condizioni di fiducia dei depositanti, segnerebbe un notevole ridimensionamento della centralità della Cineteca Nazionale nel sistema archivistico italiano.

Centro Sperimentale di Cinematografia

A tutt’oggi non vi sono state dichiarazioni ufficiali, né da parte della politica né tantomeno da parte della presidenza del Csc: come spiega questo atteggiamento?

Sono in corso delle indagini?
Così dicono le mie fonti, ma non posso confermarlo finché non avrò risposta anche alla mia seconda interrogazione. Per esempio, sono irrimediabilmente perduti molti materiali dell’ex Museo Internazionale del cinema e dello spettacolo, notificato dalla Sovrintendenza del Lazio che chiederà sicuramente conto delle condizioni di conservazione.

Avete avuto modo di parlare con il presidente del Csc, Sergio Castellitto?
Ahimè no. E mi dispiace perché dovrebbe ricordarsi che come me svolge un ruolo pubblico e io ho fatto delle domande legittime. Mi risulta che lo stesso Sergio Castellitto, abbia immediatamente informato il Ministero della cultura dell’urgenza di una soluzione logistica che metta a disposizione della conservazione del patrimonio storico in pellicola, una delle principali missioni affidate dallo Stato al Centro Sperimentale, ulteriori strutture oltre quelle esistenti in Via Tuscolana e che avesse già portato all’attenzione del Ministro la necessità di nuove strutture disponibili sin dai primi giorni del suo insediamento. Uso le parole che lui non ha voluto divulgare: «Questo incidente rende questa richiesta ancora più urgente».

Da alcuni video che circolano in rete pare che siate riusciti ad entrare al Csc: ci può dire quel che ha visto?
Ho visto un luogo bellissimo, in un giorno di sole cocente. I due dipendenti che mi hanno portato ai casellari sono stati gentilissimi. Ma erano soli, come quel casellario bruciato in pochi secondi. Mi sono sembrati abbandonati a loro stessi. I casellari sono strutture fatiscenti, che dovrebbero essere ristrutturati o portati in luoghi più freschi, in appositi hangar, perlomeno. E’ proprio questo che desta maggior preoccupazione. Non soltanto il CSC si guarda bene dall’avanzare una ipotesi delle cause dell’incendio, ma evita di spiegare quali procedure siano state messe in atto per evitare, nei limiti del possibile, altri incidenti. Mi risulta infatti che dopo l’incendio dell’8 giugno, altri materiali nitrati siano stati smaltiti perché “colliquati”, ovvero, per me che non sono un tecnico e per chi ci legge: “squagliati per il caldo”. Ed è proprio questa “pappa chimica”, cui si riduce il nitrato non ben conservato, l’innesco potenziale per futuri incendi. Che non se ne parli, e che dunque il CSC continui con la politica dello struzzo, apre interrogativi sulla sicurezza dei depositi di via Tuscolana per i film, per i dipendenti e per la popolazione circostante. Anche perché di fronte ai depositi dei nitrati della Cineteca Nazionale ci sono quelli di Cinecittà, altri milioni di metri di materiali altamente infiammabili. Che cosa sarebbe successo, solo pochi giorni fa, se l’incendio scoppiato nell’area verde incolta proprio alle spalle di Cinecittà avesse raggiunto i depositi nitrato? Non sarebbe ora che, come in molti altri paesi, lo Stato si occupi in modo serio di mettere in sicurezza questa parte del patrimonio pubblico che è poi parte del nostro cinema, ossia della nostra Storia?

Generico agosto 2024
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