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Stop allo sfruttamento dei laghi dei Castelli Romani, per salvare il Lago Albano e di Nemi ricorso alla Commissione Europea

Rispetto all’anno passato quasi 70 cm in meno di acqua in entrambi i laghi, sono milioni di mc di acqua in meno.

Lago Albano acque

Il Coordinamento Natura & Territorio dei Castelli Romani scrive un ricorso alla Commissione Europea per sollecitare lo stop allo sfruttamento dei laghi dei Castelli Romani.

“I Comuni dei laghi – si legge in una nota del Coordinamento – continuano a non interessarsi della sorte dei laghi e delle zone umide del territorio ma continuano a rilasciare concessioni edilizie e ad aumentare lo sfruttamento turistico non sostenibile dei laghi. Rispetto all’anno passato quasi 70 cm in meno di acqua in entrambi i laghi, sono milioni di mc di acqua in meno. Alleghiamo i grafici dei laghi aggiornati a questo mese.

livello lago

Il Coordinamento Natura & Territorio dei Castelli Romani sta scrivendo un ricorso alla Commissione Europea contro l’inattivismo degli enti pubblici locali e regionali sulla questione dei laghi e delle zone umide dei Castelli Romani, sono infatti due i Siti naturali dei Castelli Romani riconosciuti a livello europeo per la loro importanza faunistica e botanica.

Una situazione ormai non più sostenibile: nuove concessioni balneari che tagliano alberi e mettono zolle di erba sulle spiagge, centri sportivi sui laghi che intasano le strade e contribuiscono all’inquinamento dei crateri. Numerosi progetti finanziati con i soldi del lockdown e del PNRR spesso senza una vera programmazione. Addirittura un’isola ecologica sul bordo del cratere del Lago di Nemi che creerebbe di fatto un punto critico di possibile inquinamento.

Già per la realizzazione del centro canoe di Nemi ci siamo opposti come Coordinamento Natura & Territorio dei Castelli Romani, infatti l’opera realizzata è difforme rispetto al progetto, a partire dall’opera in cemento armato usata come basamento, soluzione non propriamente ecologica e non adatta al contesto idrogeologico.

Purtroppo si sta diffondendo l’idea, tra alcuni Comuni dei Castelli Romani, che per rendere fruibile il territorio al turismo si devono costruire delle strutture nei boschi e lungo i laghi, da dare poi in gestione a poche e fortunate aziende. Progetti come il parco avventura sull’Artemisio, la palestra a cielo aperto al lago di Nemi, i nuovi stabilimenti balneari al lago Albano, il Centro equestre all’interno del Cerquone.

Sono strutture che richiamano un turismo mordi e fuggi, un modo errato e non sostenibile di fare turismo. Il Parco Naturale dei Castelli Romani è nato 40 anni fa per difendere la natura del nostro territorio. E’ la natura e la bellezza dei luoghi che “attira” il turismo, l’assenza di discariche, una cultura ambientale concreta, non strutture in mezzo alla natura, strutture e turismo che degradano la natura dai nostri luoghi invece di preservarla.

I Laghi devono diventare riserve naturali, sono già fin troppo cementificati, sfruttati anche di notte per feste e musica a tutto volume all’interno dei boschi, con problemi di inquinamento agricolo e turistico che ancora incidono fortemente sulla biocenosi lacuale, molte specie di pesci e piante acquatiche stanno sparendo, e la continua presenza delle alghe rosse. Soprattutto il lago di Nemi è un habitat naturale troppo piccolo e delicato per un turismo mordi e fuggi. L’abbassamento dei livelli dei laghi vanno di pari passo è ormai hanno superato stabilmente i sei metri e la politica di questo non ne tiene minimamente conto.

Per preservare il lago di Nemi dobbiamo dire no alle nuove costruzioni, come le ville e le lottizzazioni paventate a Nord di Nemi e sul cratere, dobbiamo gestire le foreste in modo sostenibile in modo che non riversino sulle strade fiumi di fango ogni volta che piove, dobbiamo pulire il lago dalle discariche, smettere di tagliare gli alberi lungo le pendici ed eliminare l’inquinamento derivante dagli scarichi e dalle attività agricole facendo diventare il cratere del Lago di Nemi un territorio dove si produce solo biologico. E soprattutto attuare il piano che abbiamo proposto per bloccare l’abbassamento del livello dei laghi, altrimenti non rimarrà neanche laghi da salvare. E di certo queste riserve naturali uniche al mondo non devono diventare una palestra a cielo aperto”

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