Cultura

Grottaferrata – Presentato il libro sulle Ville dei Papi, tesori tuscolani ancora da scoprire 

presentazione libro ville dei papi grottaferrata
“In questa terra deliziosa le ville sono veramente case di delizia e come gli antichi romani già avevano qui le loro ville, così cento e più anni orsono alcuni romani facoltosi non meno che fastosi hanno posto le loro case di campagna nelle posizioni migliori”: nel suo Giornale di Viaggio del 1786, Goethe descrive in poche righe la peculiarità del territorio tuscolano caratterizzato da architetture monumentali inserite in un paesaggio fertile. Ripercorre una storia in parte ancora oggi sconosciuta ai cittadini dei Castelli Romani, il libro ‘Alla scoperta delle Ville dei Papi, un viaggio esclusivo nel Seicento Romano’, (Palombi editore, 2018, 25 €).
La guida turistico-culturale, perché di questo si tratta, è stata presentata domenica 21 luglio in uno degli incantevoli scenari che descrive, Villa Grazioli a Grottaferrata. A parlarne con le autrici, le architette Antonella Di Lorenzo e Teresa Leone, c’erano Francesco Scoppola, commissario straordinario Irvit, l’Istituto Regionale per le ville tuscolane, Mirko Di Bernardo  sindaco di Grottaferrata, Gianpaolo Senzacqua, già assessore alla Cultura di Frascati. Presente Francesco Paolo Posa, già sindaco di Frascati ed ex commissario straordinario Irvit. La presentazione del libro non è certo la prima. Stavolta però si inserisce in un ciclo di iniziative, ‘Progetto Cinema: Una festa lunga un anno”, (conferenze, concerti, itinerari d’arte), promosse dall’Irvit.

Costituito con legge regionale nel 1992, l’Irvit è un ente pubblico che ha tra i propri compiti  favorire e assicurare la conservazione, la valorizzazione, la più idonea utilizzazione e la migliore conoscenza delle Ville Tuscolane e dei relativi parchi e giardini. Collabora con  associazioni e istituti culturali nazionali per la cultura quali l’Apgi,  Associazione Parchi e Giardini d’Italia, il Fai, Fondo Ambiente Italiano, e il Circuito delle Dimore Storiche Italiane. Le Ville Tuscolane di sua competenza sono: a Frascati, Villa Aldobrandini, Villa Falconieri, Villa Lancellotti, Villa Sora, Villa Torlonia e Villa Tuscolana; a Monte Porzio Catone, Villa Mondragone e Villa Taverna Borghese (Parisi); a Grottaferrata, Villa Grazioli e Villa Muti.

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L’indicazione di Scoppola: ‘Avere a cuore il nostro Patrimonio, è la casa di tutti’ 

“Il volume che presentiamo ha sei anni, ma è uno strumento sempre utile per orientarsi nelle Ville Tuscolane. Le autrici hanno riepilogato secoli di studi dando un filo logico e sequenziale”, ha detto Scoppola avviando i lavori. Esiste una ricca bibliografia sulle Ville Tuscolane, come ricordato da Senzacqua: “è stato scritto di tutto, anche dal caro e compianto Luigi Devoti che per più di 30 anni ha scritto libri e commenti non solo sulle ville ma sui Castelli Romani e a Villa Mondragone (che dal prossimo 30 luglio ospita il Festival ODEA) è stato istituito, grazie all’Irvit, un fondo Devoti, formidabile fonte di conoscenza del territorio”

“Dalla prima metà del ‘500 alla prima metà del ‘600, è stata l’età dell’oro delle Ville Tuscolane grazie allo stimolo iniziale del papato farnese”, ha sottolineato Scoppola per poi ricordare che sono state realizzate dalla nobiltà papale perciò sono chiamate anche ville papali, sebbene  “quasi nessuna papa ha posseduto una villa qui”.

Scoppola ha incentrato la sua riflessione su alcune difficoltà culturali e strutturali: “In Inghilterra, le persone si sentono depositarie dei beni e li amministrano come fossero propri. Da noi, un po’ come Totò che vende Fontana di Trevi, il bene pubblico è di tutti e non è di nessuno. L’Irvit non è depositaria di grandi fondi ma si ispira al modello di gestione inglese. Non ci si può neanche sognare con il Bilancio dell’Irvit di fare manutenzione delle ville. Istituzionalmente sono 10 quelle su cui ha competenza l’ente, ma in realtà sono molte di più: Rocca di Papa, Castel Gandolfo non sono nei tre comuni di competenza Irvit ma sono nei Castelli Romani e per traslato sono Ville Tuscolane. Per fare il salto di qualità occorre averle a cuore”. Scoppola ha riferito l’esito di ricerche a dimostrazione che non solo in ambito italiano ma in generale europeo la distruzione che non hanno prodotto le bombe durante la Seconda Guerra Mondiale, è stata provocata in seguito da incuria e da altri fattori: “Studi fatti sul patrimonio hanno dimostrato che a dispetto di tutte le bombe, è maggiore ciò che è stato tirato giù dalle ruspe, prerogativa non solo italiana ma europea. Con il tempo è emersa la consapevolezza della sostenibilità: il progresso deve essere compatibile con la conservazione dei beni”. Occorre una cultura, anche politica. L’esempio è antichissimo, l’Atene classica che non si dota solo di armi ma di bellezza, e inventa “l’idea di potere come servizio perché siamo nella casa di tutti per consegnarla a chi verrà”.

 

Mirko Di Bernardo, Grottaferrata città del libro, l’importanza di investire sulla cultura

Mirko Di Bernardo, sindaco di Grottaferrata, a proposito di ville papali ha ricordato come quest’anno ricorra il millenario della consacrazione della Basilica abbaziale di Santa Maria di Grottaferrata edificata dai santi Nilo e Bartolomeo, e che l’amministrazione ha invitato papa Francesco: “Speriamo possa celebrare con noi la ricorrenza importante che crea turismo, condivisione con altri territori, raccordo con la storia da cui veniamo”. Il sindaco ha poi ricordato che dal 2011 Grottaferrata è Città del Libro e pochi giorni fa è stata presentata la candidatura in vista del 2025 a Capitale del Libro, in lizza con altre 20 città tra cui Velletri e Subiaco. Il libro antico è profondamente legato alla storia criptense.<
L’Abbazia di San Nilo è sede del primo laboratorio scientifico italiano per la salvaguardia del patrimonio bibliografico dove sono stati compiuti  prestigiosi restauri tra i quali quello del Codice Atlantico di Leonardo Da Vinci. Di Bernardo ha anche annunciato l’inaugurazione a ottobre del polo universitario del restauro del libro antico. “Siamo a disposizione per favorire la cultura dei libri, non è vero che con la cultura non si mangia perché si crea un indotto”: un esempio, il cinema riaperto e diventato comunale, accessibile anche a persone fragili, ragazzi autistici. Da sindaco filosofo ha citato un illustre predecessore, Immanuel Kant, che nella Critica del Giudizio esalta la libertà della penna come libertà della scrittura e quindi del pensiero. “Il libro è icona simbolo della libertà e chi promuove libri sta compiendo un atto importante a livello sociale”.

Una guida non solo per esperti: diventare turisti nelle proprie città

Gioielli di famiglia il cui valore talvolta sfugge ai residenti per primi: Grottaferrata, Frascati, Monte Porzio hanno in casa beni monumentali e paesaggistici di incomparabile pregio. Scrive lo storico dell’arte Claudio Strinati, già Soprintendente   per i beni artistici e storici di Roma, nella prefazione al volume: “libro realizzato con un magistrale equilibrio tra la componente divulgativa e quella scientifica che è guida ma al tempo stesso ricostruzione storica delle vicende delle principali famiglie nobili romane che hanno segnato la storia di questo territorio”. Lo ritiene molto utile per tutti, una lettura piacevole e vivace, un testo di riferimento sia per l’esperto che per l’appassionato per via del carattere divulgativo, la ricchezza di informazioni storiche e artistiche, di notizie utili corredate da un ricchissimo apparato fotografico. Un modo per i residenti di diventare turisti in casa propria, scoprendo o riscoprendo tesori forse visti con occhi distratti.

Per l’edificazione delle ville, concentrata in poco più di mezzo secolo, la svolta avviene a partire dal 1534 quando il cardinale Alessandro Farnese è eletto papa con il nome di Paolo III. Da quel momento, Frascati è ricondotta all’amministrazione apostolica e ciò riporta l’attenzione dell’aristocrazia romana, come già era avvenuto nel mondo classico, verso il territorio favorito da aria salubre, abbondanza di acque, fertilità del suolo, e in cui cominciano a emergere le rovine antiche. Monsignor Rufini edifica la prima villa rinascimentale, villa Falconieri, nel 1549.  Le ville sono destinate ad attività di rappresentanza e al soggiorno estivo della corte pontificia.

Antonella Di Lorenzo, le dimore tuscolane: da case di campagna a palazzi signorili

L’architetta romana Di Lorenzo ha incentrato il suo intervento sull’antropizzazione del territorio tuscolano tra ‘500 e ‘600, da luogo selvaggio e abbandonato, fino al paesaggio di villa. Ha precisato che il libro è una guida, cioè un tentativo di sistematizzare  tutte le notizie in un unico contenitore archeologico-artistico con un linguaggio chiaro e accessibile, ma senza rinunciare ai riferimenti scientifici. Non è un libro scritto a quattro mani ma “frutto di una comune intesa” con distribuzione delle aree di competenza. Ha tracciato un’evoluzione a partire dal ‘400 quando Roma  è una città di modestissime dimensioni che si sviluppa sulle anse del Tevere, priva di strade e in parte anche di abitanti, finché con papa Giulio II c’è il rilancio, diventa rifugio e dimora dei nuovi ricchi e delle grandi famiglie aristocratiche. Come c’è il palazzo di città, deve esserci il corrispettivo per il soggiorno estivo, la villa suburbana ai Colli Albani. E così, da iniziali case di campagna, circondate da terre coltivate e da boschi, queste dimore diventano palazzi signorili, castelli che impegnano i migliori architetti e artisti del tempo. Sia all’interno del palazzo che all’esterno, allora, tutto diventa scenografico, anche con fontane e giochi d’acqua, ninfei come apparati decorativi del giardino secondo un modulo già  a uso imperiale nell’antichità. L’architettura si integra con il paesaggio in un insieme armonico. Conta la  posizione: prossima a Roma ma alla giusta distanza. Perché studiare queste ville? “Studiare Frascati vuol dire studiare Roma”, ha detto l’autrice spiegando poi che “la guida non è un arrivo, ma una partenza per altri viaggi iniziali” .

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Teresa Leone, differenze con altri sistemi di ville italiane

L’altra autrice, architetta napoletana, nel suo intervento si è soffermata sulla differenza tra le ville tuscolane e altre tipologie in Italia, quali quelle palladiane, medicee, vesuviane, a partire dalla tipologia di villa Farnesina a Roma. “Mi sono appassionata a questo studio perché appassionata dei Farnese”, ha detto l’autrice precisando che in Italia abbiamo molti sistemi di ville. Quella più conosciuta, è la tipologia di ville venete o palladiane. Sono costruite per il signore che è padrone di terreni dove si pratica l’agricoltura ma sono staccate dai servizi agricoli. La villa medicea, a sua volta, è indipendente dall’agricoltura, esalta giardini e scenografie per affermare la potenza della famiglia proprietaria. Le ville vesuviane nascono perché i nobili seguono l’esempio di re Carlo di Borbone che si è fatto costruire la reggia di Portici. Guardano verso il Vesuvio lo spettacolo delle eruzioni, così come quelle tuscolane guardano inevitabilmente verso Roma.
Le Ville Tuscolane riprendono due principi della villa romana antica. L’otium per cui la villa è intesa come luogo della riflessione filosofico-letteraria. Il negotium, principio affaristico: “anche se i papi costruiscono per interposta persona tengono d’occhio il lato finanziario”.

Di villa in villa, l’iniziativa dell’Irvit

Se Villa Falconieri è la più antica delle dimore tuscolane, Villa Aldobrandini si caratterizza, per il suo giardino e gli eleganti giochi d’acqua delle fontane, Villa Lancellotti per i saloni impreziositi da raffinati affreschi. Di Villa Torlonia  si può ammirare il parco e il suo grandioso teatro d’acqua creato dal Maderno. Villa Mondragone, sorta sopra le imponenti rovine dell’antica villa dei Quintili, oggi è  Centro Congressi dell’Università Tor Vergata e in parte sede dell’Irvit. A Villa Grazioli spicca la bellissima Galleria del Pannini.

Come nei mesi scorsi, anche a luglio prosegue ‘Di villa in villa’, il programma di visite guidate nelle Ville Tuscolane che a seconda delle date può comprendere anche la visita a edifici religiosi come l’abbazia di San Nilo, a siti archeologici come il Tuscolo, a musei e centri storici del territorio.

Si arriva a destinazione tramite un bus navetta, si è accompagnati da guide specializzate dell’Associazione Gruppo Archeologico Latino Latium Vetus. I visitatori potranno visitare anche luoghi normalmente inaccessibili al pubblico. Il calendario delle visite è disponibile sul sito www.irvit.it.  Il costo del biglietto è di 10 euro, gratuito per i ragazzi fino a 12 anni.

La partenza alle ore 10 con appuntamento alle 9 e 30 dal piazzale Sandro Pertini, davanti alla stazione ferroviaria di Frascati, dove la navetta attende i visitatori e c’è un grande parcheggio per le auto. La prenotazione è obbligatoria inviando una mail a prenotazionivilla@gal-latiumvetus.it

L’iniziativa è  patrocinata dai comuni di Frascati, Grottaferrata e Monte Porzio Catone e si svolge in collaborazione con il Parco Archeologico di Tuscolo.

Villa Grazioli grottaferrata
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