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A Grottaferrata è (ancora) l’urbanistica a dividere. Una riflessione tra nuclei abusivi, nuove centralità e la città del futuro

minoranza grottaferrata

A Grottaferrata la votazione in consiglio sul DPI, (Documento preliminare di indirizzo sul piano regolatore,) di venerdì scorso ha, di fatto, sancito una spaccatura nella maggioranza di governo. La richiesta di posticipare di qualche giorno la discussione del delicato tema arrivata da parte della lista Siamo Grottaferrata guidata da Federico Pompili, ha incontrato la decisa opposizione del sindaco Di Bernardo, convinto che la pretesa del gruppo di maggioranza fosse, oltre che pretestuosa e immotivata nel merito, anche inappropriata e fuori luogo nel metodo.

“Nessun ricatto” aveva detto il sindaco nel corso di un acceso consiglio comunale in cui è emersa la frattura latente che ha silenziosamente contraddistinto gli ultimi mesi di maggioranza. Una spaccatura evidenziata anche dalle forze di minoranza e dall’ex sindaco Luciano Andreotti, caduto anzitempo proprio per mano di Pompili, allora nella sua maggioranza.

Proprio alla luce di questa “crisi estiva”, molto simile a quella che lo scorso agosto portò le dimissioni della vice sindaca, Rita Consoli, abbiamo rivolto alcune domande ai consiglieri di minoranza Luciano Andreotti, Alessandro Cocco e Paolo Bellucci, che ci hanno parlato di politica, illustrando nel dettaglio le perplessità contenute nel DPI.

“Le rotture all’interno della maggioranza sul DPI – hanno detto –  alla faccia dell’unità di spirito di squadra narrato dal sindaco, hanno portato e porteranno conseguenze politiche. Purtroppo solo in danno di Grottaferrata. E’ dall’inizio dell’insediamento della giunta di Bernardo che le dinamiche politiche che lo hanno portato al potere cambiano in forma e sostanza (sempre in peggio). L’azione di questa amministrazione, divisiva e litigiosa, fino ad oggi si è retta per i progetti, le idee, le azioni della nostra passata amministrazione, altrimenti con il loro animo sospettoso, con il loro agire per interessi di parte ed incompetenza avremmo assistito ad un impasse amministrativo ed al solito teatrino della politica locale (chi entra, chi esce, chi ottiene chi non ottiene) che di fatto sta avvenendo già ora.

Oggi a noi interessa esclusivamente di dibattere sul DPI impostato e voluto da questo sindaco e dalla “sua” maggioranza anche se viene legittimo chiedersi: quale maggioranza?”

Al netto delle diatribe interne, cosa rimane del DPI?

“L’adozione del DPI propedeutico alla stesura del nuovo piano regolatore è stata un occasione perduta per il sindaco e la sua amministrazione. E lo diciamo prima non dopo. Un fallimento annunciato che deriva dalle scelte errate fatte in consiglio comunale. Occorre sempre ricordarlo, questo sindaco, questa amministrazione, hanno beneficiato del grande lavoro svolto dalla precedente amministrazione Andreotti nella impostazione e nel percorso tecnico- amministrativo, a suo tempo organizzato, per arrivare alla definizione del DPI (incarico all’INU, impostazione del gruppo di lavoro sulla pianificazione, agenda dei lavori, istituzione commissione consiliare PRG, conformazione PTPR, esclusione delle cubature ex abusive).

Cosa è mancato nella azione dell’amministrazione Di Bernardo?

“Hanno saltato a piedi pari la parte del confronto con la Città, con il Consiglio Comunale dei Giovani, con le forze produttive locali, con gli Istituti Scolastici, con le associazioni del territorio, con le rappresentanze ambientaliste locali, con i comitati di quartiere e con i venti e passa delegati nominati dal Sindaco. Ci domandiamo se e come costoro sono stati coinvolti nella stesura del DPI in quali assemblee pubbliche o luoghi pubblici il tutto è avvenuto. Non ce ne siamo accorti. Forse nei vari “caminetti” tra le variegate componenti politiche della maggioranza ed il Sindaco?”

Lamentate quindi una mancata partecipazione e condivisione del documento?

Un confronto che non è avvenuto; tutto il lavoro partecipativo già svolto dalle amministrazioni passate con approfonditi dibattiti sulla pianificazione comunale, da parte delle forze politiche (vedi la Variante Generale a suo tempo adottata, il successivo PDI, la Vas elaborata e depositata in Città Metropolitana, la conformazione del PRG al PTPR dell’arch. Paluello) è stato rimosso, sia nei contenuti che negli atti già elaborati ed autorizzati che avrebbero fatto guadagnare tempo nella stesura del DPI e del successivo PUGC.

Tanto per stare sul tema dell’urgenza richiesta da questa maggioranza. Senza tenere in considerazione tra le altre cose lo sperpero di soldi pubblici già spesi sulla pianificazione. Bastava poco a ridefinire ed aggiornare quegli atti, peraltro già condivisi dalla Città ed andare spediti verso gli obiettivi fissati con il supporto straordinario ed innovativo dell’ INU, da noi voluto.

Quindi cosa è successo?

Il sindaco e la maggioranza (o almeno parte di essa) hanno preconfezionato ex novo una proposta di DPI, che discende dalle
loro linee guida, dalla loro idea di urbanistica, da approvare prima in Consiglio, per poi successivamente aprire il confronto con la Città. Prima si decide cosa deve essere fatto poi si fa “l’ammuina” della partecipazione e condivisione nelle varie assemblee o conferenze programmatiche organizzate ad hoc. Una presa in giro. Certamente ci saranno alcuni a Grottaferrata che applaudiranno e sposeranno le scelte pianificatorie di questa maggioranza, ma costoro sono quelli che oggi vengono chiamati Influencer, vengono usati dal Sindaco per giustificare le scelte operate da propagandare nel paese.

Ossia?

Questo metodo è la cifra di questa maggioranza, un metodo politico tossico di gestione delle decisioni di governo che non fa bene alla città: tutto deve essere “pilotato” e controllato a fini politici ad immagine e somiglianza del Sindaco. Hanno prodotto un DPI celandolo dietro la sostenibilità ambientale, con il consumo zero di suolo ma che nasconde a nostro avviso densificazione edilizia tout-court.

Possiamo fare degli esempi?

Ne sono esempio la volontà di arrivare a riproporre in ogni dove le perimetrazioni nelle zone agricole delle costruzioni abusive contenenti le cubature sanate, le nuove dei lotti interclusi che diventeranno edificabili e quelle non sanabili, oltre le aree da urbanizzare. Uno scandalo urbanistico che lascerà profonde ferite ambientali e sociali nel nostro territorio agricolo con costi gravanti sul Comune.

Questa per noi è una discriminante di politica urbanistica non negoziabile che va ad impattare negativamente sul DPI. Ma a questo sindaco non importa, deve mantenere le promesse fatte in campagna elettorale e che hanno portato sui banchi della sua maggioranza una ex rappresentante dei comitati dei nuclei abusivi di Grottaferrata;

Una programmazione di quantità di edilizia residenziale in social housing nel nostro territorio della quale non hanno dato spiegazioni esaustiva circa la sua effettiva necessità. Forse serve per le compensazioni e contrattazioni urbanistiche con i privati a seguito di accordi di programma; oppure a Grottaferrata serve una importante quota di questa tipologia residenziale da
destinare ai ceti meno ambienti o a cittadini extracomunitari.

Oppure è il grimaldello per tacitare le aspettative della Cooop. ’44, che di fatto farà da traino ad altre non ben definite operazioni urbanistiche. Certamente una quota di questa tipologia può essere condivisa e deve essere prevista ma non se ne può farne un mero ed unico strumento preordinato a far atterrare cubature derivanti da contrattazioni/compensazioni con i privati.

Tante domande che generano dubbi sulla bontà del documento quindi?

Destano perplessità le numerose previsioni delle Centralità o dei Poli per sviluppare, su aree private extraurbane e non, progetti di servizi pubblici territoriali e che non trovano riscontro in pianificazioni di previsioni sovra comunali. Queste, verranno realizzate in parte con le compensazioni di superfici per residenze ed aree commerciali da riconoscere ai privati.

Ci hanno raccontato, il sindaco e l’assessore all’urbanistica, che quelle compensazioni saranno a tutto vantaggio del Comune; i privati se vorranno si dovranno accontentare di quello che passa il convento, ma quando mai si è visto un investitore accettare profitti al ribasso? Ci domandiamo, da dove provengono tutti questi imprenditori che investiranno su Grottaferrata. E poi Grottaferrata non è Roma, non ha le capacità di assorbire tutte quelle previsioni edificatorie in compensazioni. Si farà presto a saturare la domanda; basta una centralità con le sue previste compensazioni e tutto il resto resterà lettera morta oppure serviranno grandi risorse pubbliche per realizzare questo velleitario DPI.

Qui nessuno è fesso e sappiamo bene dove porterà tutto ciò: a stravolgere la nostra città. Oggi, dopo crisi finanziarie, dopo crisi energetiche, dopo pandemie, sarebbe stato opportuno guardare ad un modello di Città di abitare diverso da quello proposto da questo Sindaco, che galleggia tra la città del passato (continuiamo a consumare) dalla quale non ci si vuole distaccare del tutto e quella del domani ma senza fare passi significativi in avanti o con coraggio.

L’Amministrazione con questo DPI, come hanno scritto, dichiara di rinunciare ad una politica pubblica autonoma e trasparente di acquisizione di aree da destinare a servizi pubblici e si “appoggia” esclusivamente sullo strumento dell’accordo di programma che diventa lo strumento di governo dello sviluppo urbano, depotenziando totalmente gli strumenti ordinari di pianificazione e programmazione pubblica.

Ci hanno anche raccontato che tutto ciò non comporterà consumo di suolo anzi sarà in diminuzione, non ci crediamo. Staremo a vedere. Purtroppo chi ne pagherà le conseguenze sarà il nostro territorio. Senza tenere in considerazione che nel mentre si lavorerà per arrivare alla adozione del PUGC, la residua quantità edilizia prevista nel PRG vigente, nessuno la fermerà. Anzi l’amministrazione, attraverso il DUP recentemente approvato in Consiglio, ha dato mandato agli uffici di rivisitare ed istruire tutti i fascicoli, presenti nel comune, riguardanti istanze realizzative per cubature residenziali e commerciali.

Ulteriore spinta a quote di densificazione edilizia e di consumo di suolo; a tale proposito ci vengono in mente le previsioni della controversa Delibera n.41. Questo sindaco il problema non se lo è posto, si sarebbero dovute limitare al massimo nuove costruzioni edilizie, rigenerare l’esistente edificato da destinare a servizi, salvaguardare le aree agricole rimaste rendendole ancora più produttive e lasciare alle future generazioni di decidere di come meglio utilizzare il territorio non urbanizzato.

Oggi si è aperto un primo confronto sul DPI, voluto da questa amministrazione, che non ci convince per nulla; dunque noi chiameremo le forze sane della Città ad un confronto sul futuro di Grottaferrata perché appare del tutto evidente che questo metodo di costruzione del DPI si è svolto all’interno di una cerchia ristrette di decisori e in consiglio, dopo la rottura di Pompili, ne abbiamo avuto una ulteriore conferma.

A nostro avviso andava sviluppato un discorso di sostenibilità intransigente, di resilienza, di servizi, di lavoro, di crescita culturale in sinergia con i comuni per salvaguardare le peculiarità socio-economiche del nostro territorio e condividerne servizi a carattere territoriale. Noi abbiamo sempre proposto la politica delle 3 R, recuperare, ristrutturare rigenerare. Non le abbiamo trovate negli indirizzi formulati da questa Amministrazione.

Quindi cosa deve aspettarsi ora Grottaferrata?

Non crediamo che la proposta del DPI approvato in consiglio abbia centrato, perlomeno in questa fase, obbiettivi e strategie condivisibili e utili alla nostra Comunità. Correggere, modificare quanto proposto in questo DPI in futuro significa sconfessare questa amministrazione con quello che ne consegue. Aspettiamo la stesura del PUGC, per capire cosa effettivamente diverrà la nostra Città in termini di cubature, servizi ed abitanti. Sempre che il DPI che non ha considerato aspetti normativi contenuti nella Legge Regionale n. 38/99 riesca a passare indenne le verifiche e le eventuali modifiche degli Enti superiori.

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