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Frascati – Tra sogni e impegno civico emoziona la mostra sulla nascita del Parco Regionale dei Castelli Romani

È stato un sabato un po’ speciale intessuto di ricordi, speranze e sogni realizzati, quello organizzato a Frascati in occasione della prima tappa della mostra itinerante riguardante la nascita del Parco Naturale Regionale dei Castelli Romani. Un Ente nato per tutelare e promuovere un meraviglioso territorio ricco di natura e storia che quest’anno celebra i suoi primi 40 anni e che, accanto alle numerose altre manifestazioni realizzate nel corso di questo 2024, sabato 13 luglio ha dato vita ad un interessante amarcord in cui nomi, date, luoghi e momenti sono stati puntualmente ricostruiti e presentati alla cittadinanza.

Una mostra fotografica installata nella centralissima piazza San Pietro che, nonostante il caldo estivo, si è rivelata partecipata e interessante: tanti i cittadini e i visitatori incuriositi che si sono fermati per uno sguardo, un approfondimento e qualche domanda mirata ricca di stupore per aver potuto ripercorrere graficamente la lungimirante visione e il sogno di Paolo Bassani, Anna Maria Duranti e i ragazzi del Comitato Tutela Tuscolo (Enrico Ippolito, M.Grazia, Massimo e Manlio Marcheggiani, Delfino Di Nunzio, Stefano De Felici, Giancarlo Giombetti, Massimo e Roberta Risi) che, insieme ad alcune associazioni e cittadini, il 10 aprile 1976, presso il Museo Albano hanno deciso di unire le forze e dar vita al Comitato promotore per istituire l’Ente Parco, con sede a Frascati.

La lotta al cemento

Una visione consapevole di amore e conseguente necessità di tutelare un territorio che si è trasversalmente sviluppata tra Frascati e Genzano, nata su impulso di criticità contingenti che hanno dato la scintilla ad un desiderio di unire le forze non più procrastinabili; era in corso, in molti lo ricorderanno, una preponderante e scriteriata espansione edilizia messa in atto con il placet dalle amministrazioni comunali che, con concessioni a lottizzazioni monstre in aree di pregio come il Tuscolo, davano prova di scarsa capacità pianificatoria.

Una colata di cemento che, nei trenta anni a venire, avrebbe di fatto cancellato migliaia di ettari di suolo agricolo pregiato, di pascolo o bosco, intaccando le aree archeologiche presenti, dando vita alle situazioni di emergenza che oggi conosciamo. Traffico, abusivismo, mancanza di servizi, inquinamento delle acque, impoverimento del suolo, disboscamenti. Criticità tutt’oggi presenti ma certamente frenate dall’intervento di questo folto “gruppo civico- ambientalista” che seppe coinvolgere con ardore nelle sue battaglie cittadini e giovani studenti.

Come non ricordare le oltre 2mila persone che, il 5 febbraio del 1977, marciarono  da Frascati al Tuscolo contro i progetti di lottizzazione, costringendo la giunta comunale di Monte Porzio Catone ad apportare una variante al Piano Regolatore Generale, rendendo non edificabile la zona boschiva oltre i 450 metri di altitudine.

Pochi mesi dopo, nel dicembre 1978, il Comitato elaborò una proposta di legge regionale chiedendo la predisposizione di apposite varianti di Piano per tutte le zone di elevato valore naturalistico e storico-archeologico destinate a essere urbanizzate. La proposta di legge non venne discussa dalla Giunta regionale ma nel 1980 il Comitato utilizzò l’iniziativa referendaria.

Il 23 aprile 1981 il Comitato presentò la proposta di legge di iniziativa popolare “Istituzione del Parco Naturale Regionale dei Castelli Romani”, raccogliendo in soli due mesi oltre 7.000 firme: il Parco dei Castelli Romani fu istituito, con la Legge Regionale del 13 gennaio 1984.

Un excursus storico, quello illustrato nei pannelli didattici che ripercorre le tappe fondamentali e le battaglie politiche  attraverso cui si è dovuti passare per disegnare i confini e acquisire tutele e diritti a favore del nostro territorio, ritenuti oggi banali e forse scontati.

Un percorso che, nell’opinione di chi scrive, ha raggiunto l’obiettivo non tanto di distribuire meriti, quanto la capacità di trasmettere la fondamentale verità, soprattutto alle nuove generazioni, che i sogni, se portati avanti con coraggio, competenza e determinazione, possono diventare delle meravigliose realtà in grado di generare progresso e ridisegnare la storia e il futuro di un territorio.

Una mostra che, proviamo anche noi a sognare un po’, in occasione delle celebrazioni per i prossimi quaranta anni del Parco, possa arricchirsi dei contributi apportati da menti giovani e brillanti che oggi, dai banchi di scuola e delle Università, guardano ad un territorio da vivere e tutelare attraverso un impegno civico che possa essere sempre la stella polare di chi è chiamato a compiere scelte per un’intera comunità.

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