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Il Lago di Pergusa in Sicilia si è prosciugato. Cosa accadrà al Lago Albano di Castel Gandolfo?

Le tristi sorti del lago della Sicilia, nelle vicinanze di Enna, anticipano quanto potrebbe accadere anche ai laghi dei Castelli Romani se non si interviene per limitarne il progressivo abbassamento del livello delle acque

lago pergusa

Necrologi per la morte di un lago. E a seguire la celebrazione di un funerale. Sembra uno scherzo, invece è pura cronaca. Giorni fa, esponenti del Pd e Giovani democratici di Enna hanno tappezzato la città di manifesti funebri ‘in memoria del lago di Pergusa’, ridotto a poco più che una pozzanghera, non solo a causa della siccità che affligge la Sicilia. Poi hanno celebrato un funerale simbolico. Al di là di beghe politiche e stratagemmi mediatici, il fatto è rilevante in tutta la sua gravità: una tragedia ambientale, né la prima né l’ultima, annunciata da decenni che sottintende responsabilità tutte umane. Qualcosa di simile sta accadendo ai Castelli Romani: di qui a breve, saranno affissi necrologi per annunciare la morte del lago Albano di Castel Gandolfo? Per associazione di idee, il connubio tra i due laghi è inevitabile. Grande malato da moltissimo tempo, il lago Albano si è abbassato di sette metri in meno di 40 anni. Ha perso 40 milioni di metri cubi e di anno in anno il resoconto di un’emorragia inarrestabile assomiglia sempre più al count down di un’agonia.

Lago di Pergusa: siccità e antropizzazione le cause

“È venuto a mancare all’affetto dei suoi cari il lago di Pergusa. La sua straordinaria bellezza ha alimentato la fantasia di scrittori come Claudiano, Ovidio, Cicerone, Livio e Diodoro Siculo e il poeta inglese John Milton”, si legge nei manifesti funebri apparsi a Enna. Legambiente ha diramato un bollettino che è di fatto un necrologio. “In queste ore, dopo mesi di agonia e dopo una incredibile settimana di irrespirabili miasmi, il lago di Pergusa è quasi completamente scomparso, al suo posto rimane una chiazza nerastra di fango umido che si sta essiccando al sole di questa estate appena iniziata. La sua scomparsa, di certo imputabile alla gravissima crisi climatica che attanaglia la Sicilia, è stata però velocizzata dalla totale disattenzione e dall’inerzia degli enti che, invece, avrebbero dovuto intervenire a vario titolo”, scrive Giuseppe Maria Amato, referente Gestione risorse idriche di Legambiente Sicilia.

Al lago Albano, ai Castelli Romani, competerà a breve un resoconto speculare, un similare certificato di morte?
Al di là di una campagna mediatica di forte impatto emotivo, l’affare Pergusa è spaventosamente serio. Assenza di pioggia, crisi idrica, danni da antropizzazione crescente ma anche “mancanza di qualsivoglia intervento rispetto al problema, totale disattenzione e inerzia degli enti che sarebbero dovuti intervenire a vario titolo perché il lago è di proprietà della Regione, innanzitutto, e nessuno ha mosso un dito”, le cause indicate da Legambiente. Il lago, a pochi chilometri di distanza da Enna, è legato all’antichissima leggenda del Ratto di Proserpina, nata per spiegare il ciclo delle stagioni, anch’esse scomparse. Plutone, re degli Inferi, desideroso di visitare la terra, scorge Proserpina (versione romana della greca Persefone o Kore) intenta a cogliere fiori sulle rive del lago. Si innamora della fanciulla, figlia di Giove e Cerere, e la rapisce. Chi ha rapito tutta l’acqua del bacino?

palafitta lago albano

Il lago Albano sparirà dalle carte geografiche?

Sparirà dalle carte geografiche restando un ricordo visibile solo in cartolina? Il lago Albano di Castel Gandolfo è di origine vulcanica, privo di immissari, è alimentato anch’esso come il sicialiano da piogge, e poi da falde acquifere e sorgenti sotterranee. Occupa una superficie di circa 600 ettari e come quello di Nemi si trova all’interno del Parco Naturale Regionale dei Castelli Romani. Ha una forma ellittica originata dall’unione di due crateri e raggiunge circa 3,5 chilometri di lunghezza e 2,8 di larghezza. La sua profondità massima è di circa 170 metri. Sfugge ancora ai più che il lago Albano come quello di Pergusa è un’area protetta, è classificato come zona a protezione speciale ed è sito d’importanza comunitaria trattandosi di un ambiente di grande pregio naturalistico e con biodiversità da proteggere. Tanti titoli onorifici ma nessuna tutela.

Con l’abbassarsi del livello idrico sono affiorati i resti del villaggio palafitticolo delle Macine, di grande rilievo storico- archeologico. Ciò che si è conservato per un tempo infinito sott’acqua, una volta emerso si è disintegrato o è esposto alla rovina. Prelievi diretti, stagioni siccitose, crisi climatica, consumo intensivo del suolo, cementificazione ed eccessiva antropizzazione degli spazi naturali dell’area dei Colli Albani, sono le cause principali dei mali del lago, a cui si aggiunge l’impoverimento progressivo della falda acquifera dei Castelli Romani.

Di mese in mese la situazione peggiora. Il livello dell’acqua continua a scendere: le rilevazioni segnalano un processo inarrestabile da che un teleidrometro è stato installato a inizio dello scorso settembre nell’ambito di un più ampio programma di monitoraggio dei laghi del distretto dell’Appennino centrale che l’Autorità di bacino sta portando avanti. Sulla carta l’obiettivo è di gestire e tutelare le risorse idriche del territorio.
“Il teleidrometro – aveva dichiarato all’epoca Marco Casini, segretario generale dell’Autorità di bacino – unitamente ad un quadro di ulteriori conoscenze su bacino idrogeologico, permetterà di seguire con attenzione il comportamento dell’idrostruttura albana ed individuare le azioni da mettere in campo per contrastare l’impoverimento della risorsa idrica”.
Per ora c’è stata solo la registrazione dei dati.

Grandi mobilitazioni: stop a cementificazione e incremento dei consumi idrici

Lo scorso febbraio sulle rive del lago c’è stata una grande mobilitazione, una passeggiata di protesta che ha coinvolto più di 600 cittadini, la prima iniziativa del genere. A promuoverla è stato il Coordinamento Natura e Territorio che raduna circa 40 associazioni. “Abbiamo iniziato una nuova stagione di lotta per i nostri laghi. Non solo i Comuni cercano di nascondere il problema, ma continuano a concedere spazi alla speculazione del cemento e a incrementare il consumo di acqua”, sottolinea il Coordinamento in una nota.

L’associazione Grottaferrata Sostenibile segue e conserva le rilevazioni effettuate dall’Autorità di bacino. Presieduta da Giancarlo Della Monica, pubblica le misurazioni anche su una propria pagina Facebook e in proprio le fa dall’ottobre 2022, quando il teleidrometro istituzionale ancora non c’era. Oltre ai problemi legati al cambiamento climatico con prolungate fasi di siccità e pioggia concentrata in periodi temporali molto ristretti, va considerato il crescente fabbisogno idrico dei comuni castellani per via dell’aumento demografico che avrebbe superato la soglia di sostenibilità ambientale. Albano, Castel Gandolfo, Marino, Rocca di Papa, sono quelli che affacciano sul lago. Poi ci sono tutti gli altri. Non si può stabilire a quanto ammontino i prelievi dal momento che sulle pompe di aspirazione non ci sono contatori. In questo quadro già ad elevata criticità, allarma l’ipotesi della realizzazione a Pomezia di un futuro impianto, il termovalorizzatore di Roma, che dovrebbe prelevare acqua dal bacino già agonizzante.

Ultimi dati e denunce

Le associazioni dei Castelli Romani riunite nel Coordinamento Natura e Territorio sono tornate a farsi sentire chiedendo ai comuni del comprensorio il rispetto della Delibera della Giunta regionale Lazio 445 del 2009, cioè dei provvedimenti per la tutela dei laghi Albano di Castel Gandolfo e di Nemi. Le amministrazioni continuerebbero a consentire cambi di destinazione d’uso di terreni in previsione di nuove maxi lottizzazioni. La politica non starebbe tenendo conto dei dati pubblicati ogni anno dall’Ispra, l’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale, sia sul consumo del suolo che sulla situazione idrica. Gli ultimi dati sono dello scorso 24 giugno quando si è tenuto l’Osservatorio permanente sugli utilizzi Idrici. “Per quanto riguarda il lago di Albano il livello è ulteriormente diminuito: dal mese di settembre 2023 al 14 giugno 2024 il livello del lago è sceso di circa 25 centimetri”.

Anche le ultime misurazioni di Grottaferrata Sostenibile del 26 giugno sono negative: “Abbiamo rilevato ben 7 centimetri in meno dal 7 giugno scorso. Rispetto allo stesso periodo del 2023 registriamo una differenza di 68 centimetri! Come denunciamo da tempo, la situazione nell’ultimo anno si è fortemente aggravata e se continua questo trend ad ottobre prossimo sfioreremo i meno 100 centimetri che sancirebbe una perdita annua di circa 70 centimetri, il triplo rispetto al 2022/2023”.

Per Grottaferrata Sostenibile la cura è solo una: attivare le misure di salvaguardia “ben note da oltre 20 anni: censimento e quantificazione dei prelievi diretti e loro forte riduzione per almeno tre anni, eventualmente da estendere per altri tre anni. Inoltre riteniamo necessario intraprendere una concreta politica di razionamento dell’acqua che oltre a rimpinguare la falda, avrebbe un forte impatto di sensibilizzazione nei confronti della popolazione”.
Le Associazioni riunite nel Coordinamento Natura e Territorio, annunciano postazioni di volontari ai laghi Albano e di Nemi durante tutta l’estate per informare la popolazione sui veri motivi dell’abbassamento dell’acqua e su ciò che significherà nella vita dei cittadini l’aggravarsi del problema. “Dopo 40 anni di immobilismo delle amministrazioni comunali, è ora che si facciano delle azioni concrete per bloccare il consumo del suolo e l’abbassamento delle falde idriche. I Castelli Romani hanno tre problemi ambientali principali: l’abbassamento delle falde idriche, il consumo del suolo e l’inceneritore di Roma, tre problemi legati fra loro”, si legge in una nota stampa. Con la sua storia iniziata circa 600 mila anni fa, si salverà il lago Albano o bisognerà dirgli addio, così come a quello di Pergusa, come a cari parenti che si è lasciati morire?

*foto in evidenza presada Facebook: autore Fabio Didio presso Lago Pergusa.

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