Cronaca

Latina, morto al San Camillo il bracciante 31enne mutilato e abbandonato a Cisterna. I carabinieri indagano per lesioni gravissime e omissione di soccorso

Generico giugno 2024

E’ finita purtroppo nel peggiore dei modi: non ce l’ha fatta il bracciante agricolo indiano di 31 anni, che lunedì mattina era rimasto gravemente ferito nei campi a Latina (in un’azienda agricola di borgo Santa Maria, si apprende dall’ANSA) e abbandonato in strada nei pressi della propria abitazione a Cisterna di Latina senza che gli fossero prestati soccorsi (anzi, non si esclude sia stato buttato di peso con tanto di ulteriori fratture in una strada nei pressi di casa con il braccio staccato e buttato in cassetta). Poi chiamati solo una volta raggiunta a piedi la sua abitazione e da lì trasportato d’urgenza in eliambulanza al San Camillo di Roma, dove è stato ricoverato.

Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri del Radiomobile e della Stazione di Borgo Podgora intervenuti sul posto, mentre stava lavorando in un’azienda agricola del posto, per cause in corso di accertamento, è stato agganciato dal macchinario avvolgi plastica a rullo, trainato da un trattore, che gli ha tranciato il braccio destro e schiacciato gli arti inferiori. Il bracciante successivamente è stato accompagnato a casa mentre l’arto tranciato è stato poggiato sopra una cassetta utilizzata per la raccolta degli ortaggi. Dopo aver chiamato i soccorsi, il lavoratore indiano è stato trasportato in ospedale.

Il quadro della vicenda, contorta e fumosa, dunque, porterebbe a siglare un operato sul luogo di lavoro davvero poco limpido. Le indagini sono condotte dai Carabinieri per lesioni gravissime e omissione di soccorso mentre sono ancora in corso accertamenti in merito alla posizione contrattuale del lavoratore.

Imminente è stata la reazione della politica e delle sigle sindacali che fin da subito nella giornata di ieri hanno additato a ennesimo fenomeno di caporalato finito in tragedia e denunciato lo sfruttamento agricolo di immigrati e spesso in condizioni di irregolarità : «nelle aziende della zona lavorano centinaia di braccianti irregolari, spesso senza permesso di soggiorno e senza alcuna protezione legale», ha comunicato Giorgio Carra, segretario della UIL Latina e Frosinone. «Una notizia scioccante, di una gravità inaudita, che allunga l’impressionante scia di incidenti sul lavoro, spesso mortali» ha commento Silvia Spera, Flai CGIL nazionale che ha parlato di “bollettino di guerra”, “una vera e propria emergenza”.

«Il giovane bracciante di Latina per giunta lavorava in nero, era privo di documenti, un lavoratore fragile e ricattabile, ancora più esposto allo sfruttamento di imprenditori senza scrupoli che sacrificano sull’altare del profitto salute e sicurezza, facile preda di caporali che usano lo stato di necessità per costringere la manodopera a lavorare nella completa illegalità, vere e proprie forme di schiavitù» ha aggiunto Spera.

Le parole della ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone di ieri sera: “Quello che si è consumato a Latina è un atto di barbarie e di inciviltà […] Intensificheremo le nostre azioni per il contrasto al lavoro sommerso, contro lo sfruttamento e la tratta dei lavoratori, e forniremo alle forze dell’ordine e alla magistratura tutto il supporto tecnico specializzato del nostro Ispettorato del Lavoro e del Nucleo dei carabinieri per la Tutela del Lavoro“.

Sulla tragica morte sono intervenuti dal mondo politico laziale il consigliere regionale del Lazio di FI e presidente commissione Lavoro alla Pisana Orlando Angelo Tripodi che ha affermato: “Sono amareggiato e presto convocherò una commissione ad hoc per arginare il fenomeno del caporalato. Auspico una pena esemplare per chi invece di soccorrere quest’uomo lo ha scaricato senza pietà. Il capitato è una piaga che dobbiamo combattere tutto insieme, senza distinzioni politiche e ideologiche, dignità deve essere la parola d’ordine“.

La consigliera regionale Pd del Lazio, Eleonora Mattia, ha dichiarato in una nota: “Ancora morti sul lavoro nel Lazio: l’ultimo, il bracciante indiano di Latina, abbandonato a se stesso dopo aver perso un braccio e deceduto. A lui, alla sua famiglia e a tutta la comunità locale vanno le mie condoglianze e la mia vicinanza” e annuncia di aver depositato un’interrogazione alla Giunta Rocca per sapere quali misure intenda intraprendere al fine di tutelare i lavoratori da fenomeni di caldo estremo e stress termico legati al cambiamento climatico e al generale innalzamento delle temperature” visto che “dallo scorso aprile che anche i sindacati chiedono al Governo di intervenire per tempo con interventi strutturali per prevenire l’ormai risaputo aumento degli infortuni sul lavoro dovuti al cosiddetto ‘colpo di calore’, soprattutto per chi lavora in campo agricolo, edile, logistica o nei cantieri stradali o in ambienti confinati” e ha criticato Giunta Rocca di essere “immobile su prevenzione infortuni e caldo: mai usciti i due avvisi pubblici su infortuni annunciati entro maggio“.

Sempre dal PD è intervenuta la consigliera regionale del Partito democratico Marta Bonafoni, presidente della XIII Commissione: “Il mio cordoglio e la mia vicinanza alla famiglia e ai compagni di lavoro di questa ennesima vittima di sfruttamento e caporalato. Davvero, mai più.

Adesso più che mai, di fronte alla notizia del decesso, che mi addolora profondamente, accolgo la richiesta che proprio questa mattina mi è arrivata dall’intero Consiglio comunale di promuovere, ove ne ricorrano i presupposti, la costituzione di parte civile del Comune di Latina al futuro processo.

E’ quanto dichiarato dal sindaco di Latina Matilde Celentano a seguito del decesso del bracciante vittima di un incidente sul lavoro, abbandonato davanti la sua abitazione senza essere soccorso. ”L’episodio avvenuto nella nostra città costituisce una violazione dei diritti umani fondamentali, della dignità umana e delle norme inerenti la sicurezza dei lavoratori. Nell’esprimere  cordoglio alla famiglia del bracciante deceduto, anche da parte dell’amministrazione comunale tutta, sarà mio impegno affinché il Comune si faccia fautore assieme a tutte le altre istituzioni, enti e organismi coinvolti della lotta al caporalato, divenuto ormai una vergognosa piaga”.

commenta