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Albano – La falda ed il lago si stanno prosciugando: l’allarme lanciato anche al convegno “Sostenibilità, uguaglianza e pari opportunità”

“Il Lago e le sue storie” è stato il quarto appuntamento del ricco cartellone di conferenze “Sostenibilità, uguaglianza e pari opportunità” che prendono le mosse dall'enciclica Laudato Sì di Papa Francesco

“Il Lago e le sue storie” è stato il quarto appuntamento del ricco cartellone di conferenze “Sostenibilità, uguaglianza e pari opportunità”, nato dalla collaborazione tra il Comune di Albano Laziale, il Museo Diocesano di Albano e l’Associazione San Francesco “Insieme per la pace”, che ha animato ieri pomeriggio dalle 17:15 alle 19:30 le sale di Palazzo Lercario.

Ad animare l’evento, che ha gremito la sala dedicata per l’occasione, sono stati gli interventi dei due relatori, il giornalista Maurizio Bocci e l’esperto di energie rinnovabili e risparmio energetico Roberto Salustri.

Protagonista indiscusso, tuttavia, è stato il Lago Albano, con le testimonianze di com’era e la ricostruzione di tutti gli errori umani – principalmente causati dalla negligenza di tutte le amministrazioni comunali dei Castelli Romani – che hanno portato al disastro ambientale del costante prosciugamento, oggi sotto gli occhi di tutti.

Il progetto ha inteso sviluppare alcuni temi legati ai contenuti dell’Enciclica “Laudato Sì” di papa Francesco e, nella conferenza di ieri, si è ragionato su come l’intervento dell’uomo abbia cambiato radicalmente il lago Albano: un luogo a cui noi tutti siamo affezionati e, del quale, abbiamo ricordi indelebili.

Il lago, infatti, come dimostrato nel corso della conferenza dalle testimonianze fotografiche e storiografiche riportate da Bocci, ha visto il suo volume ritirarsi enormemente dagli anni ’50 ad oggi, causando non solo un cambiamento irreversibile nel paesaggio, ma anche il degradarsi definitivo del villaggio di palafitte dell’età del Rame.

“Il villaggio di palafitte del Lago Albano è emerso negli anni ’80, proprio a causa del ritirarsi delle acque – ha raccontato Bocci – risale al 1400 a. C., ed è attualmente l’insediamento palafittizio più esteso d’Europa. Ma a causa del progressivo retrocedere delle acque del lago, si sta disintegrando a causa della prolungata esposizione all’ossigeno dell’aria. Era stata l’acqua del Lago, infatti, a preservarlo per millenni”.

Oltre alle perdite storiche, c’è la tragedia ambientale. Il lago di Castel Gandolfo, infatti, si è già ritirato di 6 metri. Ormai, purtroppo, è innegabile ed evidente che l’abbassamento allarmante del livello del Lago Albano è nient’altro che il risultato del lento degradamento della falda idrica del vulcano laziale. 

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“Stiamo degradando l’intera falda idrica del vulcano laziale – ha dichiarato Salustri – la popolazione dei Castelli Romani è aumentata considerevolmente dagli anni ’50 ad oggi e stiamo consumando il 110% in più rispetto alla rigenerazione idrica della falda e del lago che avviene tramite la pioggia. La cementificazione intensiva dei Castelli Romani ha dato poi il colpo di grazia”.

E ha aggiunto Salustri: “Al fine di prevenire il disastro, avevamo fatto sottoscrivere ai Comuni dei Castelli Romani una ‘Norma di salvaguardia’ ambientale che non è mai stata rispettata dalle amministrazioni. Il sorgere costante di centri commerciali ne è la conferma”.

L’intervento di Roberto Salustri, ecologo, presidente dell’Eco Istituto Reseda, ha permesso dunque di approfondire le cause che hanno portato all’attuale situazione, ma anche le possibili soluzioni presentate anche nel corso di un’iniziativa tenutasi sull’arenile lo scorso 4 febbraio: opzione zero cemento, riduzione dei consumi, riparazione degli acquedotti, urbanistica green blue (recupero dell’esistente, infrastrutture, parcheggi, scuole), de-impermeabilizzare del suolo, ripristino del deflusso delle acque.

 

 

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