Politica

Velletri – Il PSI ha ricordato Giacomo Matteotti a 100 anni dal suo omicidio: “Sul suo sangue si basano Democrazia e Repubblica”

velletri psi matteotti

Nella serata di giovedì 21 marzo si è tenuto – presso il Casale dell’Olmo di Velletri – l’evento in ricordo di Giacomo Matteotti, organizzato dal Partito Socialista Italiano nell’anno del centenario della sua morte. Il deputato del PSI il 10 giugno del 1924 venne caricato su un’auto della polizia segreta e ritrovato morto il 16 agosto dello stesso anno, dopo esser stato brutalmente torturato e ucciso dagli squadroni fascisti.

Matteotti fu uno dei primi martiri della dittatura fascista, ed è per questo che la sezione del Partito di Velletri ha voluto omaggiarlo con questo evento. A partecipare vi erano il Presidente del Circolo Fondazione ‘Fratelli Rosselli’ on. Valdo Spini, il Presidente U.C.I nazionale Mario Serpillo, on. Bobo Craxi della segreteria nazionale del PSI e il segretario regionale PSI Lazio Gianfranco Schietroma.

A partire dalle ore 17, l’evento è iniziato con la proiezione di un contributo video, contenente un piccolo documentario sulla vita e le vicende politiche di Giacomo Matteotti e alcune interviste a studenti delle scuole superiori che ponevano – ai relatori di giornata – alcune questioni relative alla storia del parlamentare italiano, del suo omicidio e dell’ascesa del regime fascista.

A moderare gli interventi vi era Roberto Romagnoli, rappresentante del PSI di Velletri e candidato a sindaco alle scorse elezioni comunali. Nel suo discorso introduttivo ha ribadito l’importanza e l’attualità di una figura come quella di Matteotti: Giacomo Matteotti non ha esitato un momento sapendo che in realtà metteva sul piatto la propria vita. Da lì arriva la frase che quest’anno abbiamo messo sulla nostra tessera “Uccidete pure me, ma non potrete mai uccidere le mie idee”. E noi siamo qui perché su quella frase costruiamo ogni giorno la nostra volontà di esserci. E poi abbiamo pensato a come, siccome la politica è in difficoltà nell’intercettare le nuove generazioni, poter parlare con loro anche di temi come questi. Oggi siamo qui, in molti abbiamo fatto politica, mentre quei giovani hanno tante cose da dire e sta a noi farli passare da una passione civile, necessaria più di tanti anni fa, a quella politica. Soprattutto grazie a temi che spesso non vengono neanche affrontati bene nelle scuole.

I parallelismi sono tanti, rispetto ai nostri tempi: anche i ragazzi percepiscono il clima e la situazione di violenza che si respirava un secolo fa, con i vari conflitti sia in Europa che all’interno dei partiti italiani, compreso il nostro. Ecco, quel no alla violenza di Giacomo Matteotti, è ancora oggi molto attuale. […] Concedetemi una piccola polemica, noi abbiamo chiesto in maniera ufficiale all’amministrazione di poter tenere questo evento in una sala comunale. Ecco, ancora oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Evidentemente i festeggiamenti del centenario della morte di Giacomo Matteotti mettono in difficoltà una parte politica che governa l’Italia e il nostro Comune”.

A prendere la parola è stato poi il segretario del PSI di Marino Fabio Mestici, in visita come molti altri tesserati della zona dei Castelli Romani. Il segretario ha ribadito la difficoltà nell’organizzare eventi simili, ma anche la ferma volontà del Partito Socialista Italiano di mobilitarsi in questi mesi: “Mi fa molto specie che il governo sia indietro con i finanziamenti per le celebrazioni del centenario della morte di Giacomo Matteotti. Esistono dei finanziamenti che vengono dati per queste giornate nazionali, ma questi fondi fanno fatica ad essere stanziati. Inoltre, il presidente Rocca aveva appaltato ad alcuni consorzi – in questo caso la Lazio Europa – l’erogazione di circa 80mila euro per le celebrazioni di Giacomo Matteotti, ma casualmente anche questo bando è stato annullato. 

Si cerca di cancellare una storia. Perché questa storia fa male, perché sul sangue di Matteotti si basano la nostra democrazia e la nostra Repubblica. E quindi noi, con i nostri mezzi non ci fermiamo alla parte finanziaria ma siamo capaci di trovarci in un momento di ricordo come questo e come molti altri che organizzeremo nei prossimi mesi, anche in vista delle elezioni europee, che saranno molto difficili. […]  Giacomo Matteotti va oltre la sua figura, perché il suo è stato un omicidio dichiarato e rivendicato in Parlamento, quando Mussolini se ne assunse le responsabilità politiche. Ecco, a noi non bastano gli anniversari, ma ciò che conta è riuscire a contestualizzare quello che è successo a Giacomo. Dire che è ora di dare delle risposte ai giovani di Velletri che abbiamo sentito prima”.

Ad intervenire è stato in seguito il segretario regionale PSI Lazio Gianfranco Schietroma, che si è complimentato con Roberto Romagnoli e gli iscritti presenti per esser riusciti a presentare il Partito Socialista Italiano alle scorse consultazioni veliterne: “Grazie per quello che avete fatto l’anno scorso, presentandovi alle ultime elezioni comunali di Velletri. E anche se c’è un po’ di boicottaggio nelle iniziative in onore di Matteotti, noi non ci spaventiamo e le stiamo organizzando dappertutto. Ne abbiamo tenuta una a Tivoli, dove presto si voterà. Oggi siamo qui e dobbiamo riuscire a moltiplicare queste iniziative, perché Matteotti era un socialista e un riformista.

[…] Oggi siamo in una situazione complessa: con 27 milioni di persone che faticano ad arrivare a fine mese ancora si da spazio a gente che vuole sfasciare l’Italia e che un tempo voleva l’indipendenza della Padania. Perché se dovesse passare questa sciagurata Autonomia Differenziata, noi rischiamo di avere cittadini di Serie A e di Serie B. I ricchi saranno sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. E questo accade anche perché non c’è un Partito Socialista forte. Dobbiamo tornare a fare politica a contatto con le persone, e questo i socialisti sapevano farlo bene”.

In collegamento a prendere la parola è stato successivamente il presidente del Circolo Fondazione ‘Fratelli Rosselli’ on. Valdo Spini. Deputato con il PSI nelle sue varie forme per ben otto legislature, Spini ha avuto esperienze come sottosegretario agli Interni, agli Esteri e per un breve periodo anche come ministro dell’Ambiente e ministro per il coordinamento delle politiche comunitarie e per gli affari regionali.

L’ex deputato – dall’alto della sua esperienza – ha ricostruito gli eventi che portarono all’omicidio di Matteotti, alla ritirata sull’Aventino dei partiti e alle successive leggi fascistissime: “L’omicidio di Matteotti fu il vero punto di svolta del fascismo, che prima continuava con la sua ambiguità a metà tra una finta legalità e gli atti di violenza squadristi. Nel 1924 furono indette le elezioni politiche che, con la Legge Acerbo, prevedevano il premio di maggioranza del 66% dei seggi parlamentari a chi avesse vinto le consultazioni. Le elezioni si svolsero in un clima di violenza e repressione, nei quali vennero uccisi numerosi cittadini e a molti fu impedito di votare”.

Valdo Spini ha poi proseguito, raccontando come Matteotti – nella prima riunione parlamentare e con un coraggio da leone, poiché sapeva ciò che sarebbe accaduto – ebbe il coraggio di pronunciare il suo storico discorso, tenutosi il 30 maggio del ’24, dove ribadì: “L’elezione secondo noi è essenzialmente non valida, e aggiungiamo che non è valida in tutte le circoscrizioni. […] Vi è una milizia armata, composta di cittadini di un solo Partito, la quale ha il compito dichiarato di sostenere un determinato Governo con la forza, anche se ad esso il consenso mancasse”, queste le parole pronunciate quel giorno dall’onorevole Matteotti.

Spini proseguì poi ricostruendo gli eventi dell’uccisione di Matteotti e della ritirata dei partiti dall’aula: “Le forze politiche antifasciste credettero di poter reagire interpellando il re, uscendo dai lavori della Camera e ritirandosi sull’Aventino. Questa scelta come noto aprì la strada al regime con Mussolini che, dopo un’ondata di violenze diffuse – il 3 gennaio del ’25 andò alla Camera e pronunciò il suo discorso “Assumo (io solo!) la responsabilità (politica! morale! storica!) di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se il Fascismo non è stato che olio di ricino e manganello e non invece una superba passione della migliore gioventù italiana, a me la colpa! Se il Fascismo è stato un’associazione a delinquere (omissis), a me la responsabilità di questo”.

Spini ha poi concluso il suo intervento sostenendo: “Qualcuno potrebbe dire che questa è la storia di una dolorosa sconfitta. Beh, no, perché l’omicidio Matteotti pone il fascismo completamente dalla parte dell’illegalità. Lui diventa un’ombra di banco che perseguiterà Mussolini e sarà fonte di riscatto per il Partito Socialista. […] Matteotti si batteva per un socialismo democratico e costituì il punto di riferimento di che si opponeva al fascismo. Lo ha fatto per un coraggio personale, ma anche sulla base dei suoi valori di libertà e la capacità di comprendere quanto fosse importante alzarsi in aula e rivendicare il ruolo del deputato”.

A prendere la parola per ultimo è stato infine Bobo Craxi, figlio di Bettino e deputato dal 2001 al 2006 – nonché sottosegretario agli Affari Esteri nella legislatura successiva – e oggi nella segreteria nazionale del PSI. Craxi nel suo intervento ha rivendicato l’importanza del PSI nella storia italiana del Novecento: “Noi non abbiamo deciso di istituire questi eventi in onore di Giacomo Matteotti, per ricordare onorare i nostri martiri o i nostri ideali, ma perché ci sono delle ragioni attuali che fanno della storia del Partito Socialista Italiano una grande fonte d’insegnamento. […] La storia di Matteotti non solo può essere un monito perché ciò non accada più, esattamente come quanto avvenuto con i tanti che hanno sofferto e sono morti per quell’ideale.

O anche per quanto riguarda casi di giustizia che assomigliano molto più a regimi dittatoriali che a democrazie, ecco, io ho sempre pensato che noi non vorremmo mai che ciò che è accaduto a noi, capitasse a qualcun altro. La storia drammatica del socialismo italiano, con le sue morti violente, ripercorre un filo che si incrocia con i punti fondamentali della storia del secolo alle nostre spalle. E questa è la ragione per cui se venissero meno la voce socialista e il ricordo della storia, sarebbe un danno per tutti”.

Il referente veliterno Roberto Romagnoli ha infine chiuso la rassegna proiettando il PSI verso le sfide future, ed omaggiando ancora una volta la figura di Matteotti: “Il socialismo può ancora dire molto a chi verrà dopo di noi sui tanti temi, perché le sfide sono immense. Dall’ambiente ai diritti, dalla pace all’intelligenza artificiale, ci sono delle sfide che dobbiamo porci e queste idealità che noi abbiamo raccontato a chi è più giovane di noi, possono dare risposte che altri non possono dare.

Se uno si ferma a pensare, l’idealità del Partito Socialista e gli uomini che l’hanno rappresentata, uno si renderebbe conto della grandezza che queste hanno portato e come hanno trasformato l’Italia. Ve ne cito qualcuno: diritto allo studio, sanità, pace e la capacità di interloquire con altri paesi. Tutte le conquiste italiane degli ultimi 70 anni sono targate dai socialisti italiani. Se uno vuole avere la verità dalla sua parte deve riconoscere che i socialisti hanno sempre fatto un passo avanti, fino a dare la vita come Giacomo Matteotti. Che sarà anche morto fisicamente, ma che è ancora vivo qui se ancora – dopo un secolo – continuiamo a ricordarlo”.

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