Cultura

Presentata la guida tascabile “Ariccia a piedi”, a cura dell’archeologa e guida Aigae Maria Cristina Vincenti | Parco Castelli Romani

Il tascabile a cura di Maria Cristina Vincenti è edito dal Parco regionale dei Castelli Romani nell’ambito delle iniziative del suo quarantennale

Ariccia, Palazzo Chigi ha ospitato l'evento per il quarantennale del Parco dei Castelli Romani (FOTO)

Domenica 10 marzo, durante il convegno tenutosi presso la prestigiosa sede di Palazzo Chigi in Ariccia, è stato posto all’attenzione del numeroso pubblico il progetto di “Ariccia a Piedi”. Il tascabile a cura di Maria Cristina Vincenti, edito proprio dal Parco regionale dei Castelli Romani nell’ambito delle iniziative del suo quarantennale, si presenta come una snella guida che invita il lettore alla scoperta del territorio già nel sottotitolo: Dall’acropoli alla via Appia Antica attraversando il Parco Chigi ultimo lembo del nemus Aricinum.

La Vincenti, archeologa e guida ambientale, propone un’escursione particolarmente interessante di archeotrekking che tocca beni culturali, ambientali e archeologici dal fascino unico, a 26 chilometri da Roma. Il percorso prende inizio da una delle più belle piazze d’Italia, Piazza di Corte (antica acropoli della città latina di Aricia), realizzata dal grande architetto Gianlorenzo Bernini e dalla sua cerchia. Da lì raggiunge il centro storico attraverso il Corso Garibaldi (antico Clivus Albanus) per visitare il Podio del tempio della triade capitolina presso la sede municipale e dare uno sguardo dalla terrazza del Belvedere, per poi scendere sulla Via Appia Antica in Valle Ariccia.

Lungo il tratto aricino della Regina viarum, al XVI miglio da Roma, si incontrava la prima mansio che corrispondeva con il foro della città latina di cui si conservano numerose vestigia in aree archeologiche di proprietà pubblica e privata, tra cui il Parchetto Chigi (resti delle terme tardo antiche) e i prospicienti ritrovamenti su Via di Mezzo. Proseguendo lungo il tracciato si incontrano una cella templare inglobata nel casale dell’Orto di Mezzo (dove sono presenti fortificazioni del V-III a.C.); la Porta Urbica (il cosiddetto “Basto del Diavolo”); l’area archeologica del Torrione Chigi; l’imponente Sostruzione o Viadotto dell’Appia, definita magnifica da Giovan Battista Piranesi, che si trova a poca distanza dallo sbocco dell’Emissario del lago di Nemi realizzato dalle maestranze greche nel VI sec. a.C.

Ariccia, Palazzo Chigi ha ospitato l'evento per il quarantennale del Parco dei Castelli Romani (FOTO)

La discesa nella valle costituisce l’occasione per prospettare la creazione ad Ariccia di un Parco Archeologico dell’Appia nelle aree di proprietà comunale e per un approfondimento sulla storia e sulle tradizioni mitologiche della città. Centro della Lega Latina al tempo dei rapporti conflittuali con il mondo etrusco-romano, patria di Azia Ariccina madre di Augusto Imperatore, nel suo antico territorio fu stanziata, a partire dal III sec. d.C., la Legio Secunda Parthica Severiana, di cui si conservano notevoli resti dell’accampamento (Castra Albana), delle terme e una vasta necropoli tra le città di Albano Laziale e Ariccia.

La sua peculiarità è però rappresentata in particolare dai culti di ascendenza greca, primo fra tutti quello di Diana Aricina, il cui culto principale era ubicato presso il tempio sul lago di Nemi, borgo che prende il toponimo dall’antico bosco di Aricia (nemus), ma le cui testimonianze sono sparse in tutto il suo territorio, come sappiamo dal ritrovamento di una iscrizione dedicata a Diana Augusta. Veri gioielli del patrimonio artistico sono la Locanda Martorelli, che con le sue tempere settecentesche a carattere storico-mitologico costituisce un unicum nel panorama del Grand Tour d’Italie, e il complesso berniniano con la Chiesa di S. Maria Assunta (una delle opere paradigmatiche dell’architettura barocca), i due casini laterali e il Palazzo Chigi, sede del Museo del Barocco e di importanti mostre.

Ariccia a piedi

L’ultima parte del percorso si inoltra nell’annesso Parco Chigi, una delle selve più famose del mondo, attraversandolo per intero. L’area in questione (28 ettari) rappresenta l’ultimo lembo del bosco sacro a Diana Aricina, il nemus Aricinum, reso famoso dai poeti di età augustea, da artisti e letterati durante l’epoca del Grand Tour e rappresentato in innumerevoli stampe, dipinti, acquerelli e definito da Wolfgang Goethe “di una bellezza indicibile” (Viaggio in Italia 1787), mentre per Stendhal è “il più bel bosco del mondo” (Passeggiate Romane 1829).

L’escursione nel Parco Chigi, che oltre a presentare tutte le caratteristiche della selva vetusta conserva importanti reperti archeologici, costituisce una suggestiva introduzione alla conoscenza e alla scoperta del territorio del Parco dei Castelli Romani che si estende per 15.000 ettari e comprende 15 comuni, ognuno dei quali ricco di peculiarità culturali ed enogastronomiche ma anche di un ambiente in grado di ospitare numerose e diverse specie vegetali e animali, alcune delle quali trovano il suo habitat ideale proprio nel Parco Chigi.

Non solo dunque una guida turistica rivolta in particolare a chi vuole camminare, ma anche uno strumento didattico per i ragazzi e un’agile lettura per tutti.

Ariccia a piedi
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