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“I nostri laghi soffrono, l’inceneritore li ucciderà”: il 23 febbraio convegno con amministratori ed esperti

Con la realizzazione dell'inceneritore a Santa Palomba si teme il suicidio idrogeologico della zona dei Castelli Romani, che perderà i suoi due laghi di Nemi e Albano di Castel Gandolfo

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Stavolta parleranno i sindaci e politici dei Castelli Romani e del territorio limitrofo, non solo contro la realizzazione del mega inceneritore a Santa Palomba, voluto da Gualtieri, ma anche in difesa dei laghi Albano di Castel Gandolfo e dei Nemi.

Proprio l’inceneritore che si intende costruire ai confini con Albano, andrà a prelevare ulteriormente acqua da quella falda ormai sempre più bassa, dalla quale dipende la sopravvivenza dei laghi dei Castelli Romani.

Il Comitato #perlefuturegenerazioni ha organizzato un nuovo appuntamento per venerdì 23 febbraio alle ore 17,30 al Teatro Don Bosco a Castel Gandolfo, con il protagonismo unitario e trasversale dei sindaci, delle rappresentanze istituzionali di Regione e Parlamento, dei comitati di cittadini e dei tecnici e ricercatori impegnati contro l’inceneritore.

Le bugie sul bando di gara

Se nella partecipatissima assemblea svolta a Cecchina il 13 Gennaio abbiamo evidenziato i motivi per i quali RITENIAMO L’INCENERITORE IL GRANDE IMBROGLIO a Castel Gandolfo continuiamo ad approfondire lo studio sul bando di gara per l’assegnazione dell’ecomostro proprio sulle parti più lacunosa e bugiarde in esso contenute, come risultano essere gli indirizzi sulla riduzione degli effetti inquinanti della combustione dei rifiuti, con il conseguente proliferare di Tumori in tutte le sue varianti o sul reale, enorme consumo di acqua che gli inceneritori portano in sé.

Scrivono sul bando di gara che il consumo di acqua è irrisorio, ma poi indirizzano i progettisti ad avere le opere di servizio per individuare l’approvvigionamento di acqua utile al fabbisogno reale, che fa paura persino a loro, tant’è che cercano di nasconderlo. Nella realtà, al netto dei tentativi di inganno,

per raffreddare l’ecomostro occorrono dai 600/ 700 mila metri cubi di acqua ogni anno per i prossimi 35 anni. Ossia uno scempio idrico che apre al disastro ambientale, distruggendo la falda acquifera già in crisi, con la conseguente e definitiva morte dei laghi di Albano e Nemi.

Il sindaco di Roma, investito dai poteri speciali dati dalla nomina di commissario di governo, vuole imporre ai Comuni dei Castelli il suicidio idrogeologico, ambientale e naturalistico con un impianto superato dall’innovazione tecnologica già nel secolo scorso.

In alternativa proponiamo che vengano attivati gli indirizzi dell’ONU e della Comunità Europea basati sullo sviluppo sostenibile determinato dell’affermazione dell’economia circolare con la pratica del risparmio, del recupero e del riuso.

Una visione di sviluppo economico sostenibile con l’inestimabile patrimonio ambientale del Castelli Romani e del Lazio a tutela delle future generazioni deve prevalere sul violento saccheggio del territorio.

Per questo – ha sottolineato Tonino D’Annibale – chiediamo alle cittadine e ai cittadini di rafforzare con la presenza attiva tutte le iniziative contro l’ecomostro. CONOSCENZA E PARTECIPAZIONE per questo vi chiedo di essere presenti il 23 febbraio a Castel Gandolfo.

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