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Dai Castelli Romani a Roma, Stefano Giammatteo (ASPAL) furente: “A noi agricoltori ci pisciano in mano”

I trattori sono tornati nel cuore della Città Eterna, per far sentire il grido di dolore di tanti agricoltori. Due le manifestazioni andate in scena nel pomeriggio di giovedì 15 febbraio, a poca distanza l'una dall'altra: il "Cra agricoltori traditi" al Circo Massimo e il Popolo Produttivo e Altragricoltura a due passi dal Campidoglio, con affaccio su Piazza Venezia

Stefano giammatteo

I trattori sono tornati nel cuore della Città Eterna, per far sentire il grido di dolore di tanti agricoltori contro le politiche vessatorie dell’Unione Europea, che incentivano ad abbandonare i campi e non produrre. Due le manifestazioni andate in scena nel pomeriggio di giovedì 15 febbraio, a poca distanza l’una dall’altra: il “Cra agricoltori traditi” al Circo Massimo e il Popolo Produttivo e Altragricoltura a due passi dal Campidoglio, con affaccio su Piazza Venezia.

E nel giorno della nuova mobilitazione sono arrivate nuove rassicurazioni dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Al prossimo Consiglio europeo dei ministri Agricoltura e Pesca del 26 febbraio presenterà un promemoria per modificare la Pac, affinché torni a essere rispondente agli obbiettivi strategici di natura economica e sociale previsti dai trattati dell’Unione europea. Poi annuncia un meccanismo automatico di verifica sulle pratiche sleali e controlli nei porti sui pomodori contro le false etichette.

Soddisfatto dell’accoglienza romana il leader del Cra, Danilo Calvani arrivato a Circo Massimo su uno dei dodici trattori partiti in corteo dal presidio di Cecchina. “Quando siamo entrati a Roma i cittadini ci hanno accolto con applausi e segni di incoraggiamento.

Tra i manifestanti anche Stefano Giammatteo, presidente dell’ASPAL, l’Associazione Produttori Agricoli Laziali, appartenente al Popolo Produttivo: “La battaglia inizia oggi, non finisce qui. Il Popolo Produttivo e tutte le altre sigle devono iniziare un percorso, perché noi proponiamo qualcosa e aspettiamo delle risposte altrimenti la mobilitazione sarà continua e permanente”, ha dichiarato Giammatteo, che era partito dalla legge 199, “che hanno imposto a noi agricoltori, con la quale noi agricoltori veniamo accusati di caporalato. Ma il vero caporalato lo subiamo noi agricoltori, che dopo un anno di lavoro, quando andiamo a vendere i prodotti ci pisciano in mano e ci lasciano le briciole. Non è giusto, questa è speculazione: si passa dai 17 centesimi al campo, 1 euro la cooperativa e 3 euro e 20 al supermercato. A noi le briciole non servono e neppure il contentino Irpef. Serve una riforma, una legge contro le fitopatie incontrollabili e il nostro governo è delegato per andare in Europa a ridiscutere”.

Intanto proprio ieri, così come confermato dal ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida a ‘Cinque Minuti’, è “arrivata la marcia indietro dell’Ue sullo stop all’uso dei fitofarmaci, dovuta alla posizione forte di alcuni governi primo fra tutti quello italiano”. “I fitofarmaci sono le medicine delle piante – ha aggiunto – ridurne l’uso senza alterative induce a comprare da paesi terzi dove si usano 50 volte di più quantitativi di questi farmaci”.

“Mentre le proteste dei trattori in Germania e Francia, che rappresentavano “soprattutto una reazione ad alcune iniziative governative, come l’abolizione degli sgravi fiscali ai carburanti agricoli o le nuove imposte sulle macchine agricole, in Italia nessuna di queste proposte rientra nell’agenda del governo che, al contrario, ha confermato uno stanziamento annuo superiore al miliardo di euro per garantire un’agevolazione ritenuta essenziale come quella del gasolio agricolo”. Lo ha sottolineato proprio il ministro Lollobrigida, nella sua informativa al Consiglio dei ministri. Parlando dei blocchi con i trattori in Italia, il ministro ha sottolineato che gli agricoltori protagonisti delle proteste “non fanno riferimento alle maggiori organizzazioni agricole ma sono piuttosto espressione di movimenti spontanei”. E ha spiegato che nel confronto con l’esecutivo “i manifestanti sono stati rassicurati poiché hanno verificato che molte delle loro richieste fanno già parte integrante della strategia di governo e che diversi obiettivi riguardanti le problematiche segnalate sono già stati raggiunti”.

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