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Dopo la siccità è tornata l’acqua al Pantano della Doganella: oasi di biodiversità del Parco dei Castelli Romani

Dopo le intense piogge dello scorso weekend il Pantano della Doganella a Rocca Priora è tornato a riempirsi d'acqua

doganella

Con una foto pubblicata sulla pagina social del Parco dei Castelli Romani è stata data notizia nelle scorse ore di un avvenimento considerato di particolare valore. “Per la prima volta in questa stagione invernale – hanno scritto dall’Ente regionale -, il Pantano della Doganella si è riformato, colmandosi di acqua, grazie alla molta pioggia caduta soprattutto lo scorso sabato, dopo due mesi di sostanziale siccità in questa area”.

Una foto, quella scattata lo scorso lunedì 12 febbraio, che rappresenta un’immagine positiva, seppur superficiale, rispetto al grave problema dell’eccessivo sfruttamento della falda idrica, da cui dipende anche il costante e – pare – inarrestabile – abbassamento del livello delle acque dei due laghi: Nemi e Albano di Castel Gandolfo.

“Nonostante la buona notizia, va registrato il fatto che non si ricordava, da molti anni, un riempimento così tardivo. Si tratta, in ogni caso, di un importantissimo avvenimento per tutto il prezioso e fragile ecosistema di questa piccola gemma incastonata nel nostro Parco”, hanno scritto.

Il pantano al posto di un lago

Il pantano della Doganella è una zona umida del Parco regionale dei Castelli Romani, situata nel comune di Rocca Priora, che insieme al vicino bosco del Cerquone, fa parte della ZSC (Zona Speciale di Conservazione), designata dall’UE ‘Cerquone-Doganella’, e inserita nella Rete Natura 2000.

In quest’area fino agli anni ’30 del secolo scorso, esisteva, a sud della Via Tuscolana, il piccolo lago della Doganella, che fu drenato perché l’area venne all’epoca destinata allo sfruttamento della risorsa idrica potabile, con la nascita nel 1935 del Campo Pozzi della Doganella, inizialmente gestito dal CAD (Consorzio Acquedotto della Doganella), in un’area da sempre povera di sorgenti naturali rispetto al fabbisogno richiesto. In seguito la gestione del campo pozzi della Doganella è passata ed è tuttora a cura dell’Acea Ato2 spa.

rospi

La biodiversità in pericolo

Il pantano della Doganella è un sito molto importante per il mantenimento della biodiversità, in quanto luogo ideale per la riproduzione degli anfibi, considerati fondamentali per la conservazione dell’ecosistema, ma sono anche tra le specie di vertebrati più esposte alle minacce derivanti dall’azione antropica. Uno dei principali problemi relativi alla loro conservazione dipende dalla frammentazione e dall’isolamento dei loro habitat naturali, un fenomeno del quale risentono particolarmente come conseguenza della loro scarsa mobilità e dell’utilizzo di habitat sia acquatici che terrestri. Dalla fine di febbraio fino ad aprile, in base all’andamento del clima, inizia il periodo della riproduzione di rospi (Bufo bufo) e rane (Rana dalmatina), ma anche altri anfibi (es. Tritone punteggiato e il Tritone crestato), che dal vicino bosco del Cerquone trasmigrano verso gli stagni della Doganella.

Gli anfibi sono considerati dal mondo scientifico il gruppo a maggior rischio di estinzione, in questa delicata fase di migrazione di massa, è necessario prestare molta attenzione in quanto sono spesso ostacolati da barriere artificiali difficili da superare, come strade, muri, recinzioni interrate, che possono minare la loro sopravvivenza, cosi come possono finire durante l’attraversamento della strada, che avviene soprattutto nelle ore notturne, schiacciati dalle automobili.

In questo periodo, il personale del Parco dei Castelli Romani con la collaborazione di volontari, ha effettuato in passato interventi di salvaguardia, posizionando delle barriere a bordo strada per rendere più sicuro il passaggio degli anfibi verso il loro habitat riproduttivo. Lo scorso anno il Parco ha installato delle reti protettive fisse per mettere l’area in sicurezza ed agevolare il passaggio di anfibi e altri esemplari della fauna selvatica attraverso i sottopassi, ciò evita l’attraversamento di una strada piuttosto trafficata, riducendo di molto il rischio di impatto con le automobili.
Ogni anno si rinnovano anche gli appelli delle associazioni animaliste per salvaguardare questi animali.

“La speranza è che le basse temperature possano garantire una limitata evaporazione e, quindi, il mantenimento di un livello vitale minimo delle acque del pantano, almeno sino alle prossime precipitazioni”, hanno concluso dal Parco dei Castelli Romani.

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