Cronaca

Celebrati a Castel Gandolfo i funerali di Fabrizio Pellegrini, il 50enne di Albano deceduto in un tragico incidente. L’omelia di Don Luigi Tellatin fotogallery

Gremita la chiesa di San Tommaso da Villanova, a Castel Gandolfo, dove nel primo pomeriggio si sono celebrati i funerali di Fabrizio Pellegrini, il 50enne venuto a mancare all'affetto dei suoi cari nel tragico incidente di venerdì 2 febbraio, lungo la statale Appia, ai confini tra Marino e Castel Gandolfo.

A Castel Gandolfo celebrati i funerali di Fabrizio Pellegrini (FOTO)

Una moltitudine composta e commossa di persone – familiari, amici, colleghi e conoscenti – ha gremito la chiesa di San Tommaso da Villanova, a Castel Gandolfo, dove nel primo pomeriggio si sono celebrati i funerali di Fabrizio Pellegrini, il 50enne venuto a mancare all’affetto dei suoi cari nel tragico incidente di venerdì 2 febbraio, lungo la statale Appia, ai confini tra Marino e Castel Gandolfo.

La Santa Messa è stata celebrata da Don Luigi (Gigi) Tellatin, giunto appositamente da Facca di Cittadella (Padova) e concelebrata da Don Tadeusz Rozmus. Toccanti le parole di Don Gigi, presidente in Veneto di Libera, l’associazione contro le mafie.

Proprio lui ha speso parole di profonda speranza e conforto per i familiari di Fabrizio, a partire dalla moglie Alessandra, passando per gli amati figli Tommaso, Pietro ed Emma (struggente il loro messaggio “T.V.B. papo” sulla corona di fiori poggiata accanto al feretro, bardato col tricolore), i suoi genitori e altri familiari stretti, profondamente colpiti da una tragedia di enorme portata.

“Vi porto l’abbraccio forte e significativo da parte della comunità da dove è partita Alessandra”, ha detto Don Gigi, prima di aggiungere: “Vi sono due comunità che si incontrano e quando le persone si incontrano e celebrano l’accoglienza, il dono e la disponibilità, significa che qualcosa sta nascendo. La morte non è più una fine, ma il confine verso il mondo nuovo che Dio ha disegnato per l’umanità e vogliamo vivere questo nostro incontro con l’altro”.

Il parroco veneto ha citato il filosofo Gabriel Marcel, per evidenziare che “l’incontro con l’altro genera e ci trasforma. Uscendo da qui non dobbiamo essere più come prima, nella consapevolezza che amare qualcuno è dirgli “tu non morirai”, perché l’amore ha il profumo dell’eternità”.

“Caro Fabrizio – ha aggiunto il celebrante –, la vita possa venirti incontro, il Cielo coprirti di benedizione e il sole illuminare il tuo volto. Possa Dio tenerti sul palmo della mano per l’eternità”.

“C’è una parola che mi è sempre piaciuta tanto: macramè, tessitura. Se siamo qui in tanti significa che Fabrizio ha saputo vivere una vita tessendo rapporti, frequentando persone, all’insegna dell’ascolto e della serenità di vita. Alessandra la conosco da bambina e in questa visione sono stati complici e questo deve aiutarci a guardare alla vita con maggior interesse e impegno, in cui ognuno di noi deve fare la sua parte.

Don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia, diceva ai suoi ragazzi: “Se ognuno di noi fa qualcosa allora è certo che il mondo può cambiare”.  Viviamo in tempo che oggi è troppo veloce; la fretta ci porta alla superficialità e al male più drammatico di oggi, che è l’indifferenza, che spesso ci naviga accanto. Ma Dio non è lontano e porge per noi parole di speranza, perché senza speranza ci si spegne. Non possiamo più tollerare falsità e menzogne: Dio ponga nelle nostre labbra parole di onestà e di fede. Fabrizio – ha aggiunto don Gigi Tellatin – ha vissuto questo rapporto con gli altri e con Dio…Lui era una persona profonda ed estremamente sensibile, ed è per questo che sono certo che ha incontrato Dio e ora sta godendo del suo abbraccio; un abbraccio che ci prende tutti. Abbiate tutti coraggio, per non fermarci e camminare. La pienezza della vita non è mai raggiunta, ma è un orizzonte verso il quale camminare con coraggio. Proprio come ha fatto Fabrizio e lo ringraziamo per questo”.

Don Gigi ha quindi ricordato le passioni di Fabrizio Pellegrini: “Aveva un amore particolare per le moto, che sapeva montare, smontare e ripulire. Ma aveva anche altre passioni e hobby, che erano tutti strumenti per stare insieme a gli altri”.

Proprio sulla condivisione di tante passioni si sono soffermati i tre amici che hanno preso la parola al termine della funzione, con parole davvero commoventi, attraverso le quali Fabrizio è stato dipinto come un “fratello maggiore che non ho mai avuto”, un “amico sempre speciale, sorridente”, “una fonte di ispirazione ed ammirazione”, contraddistinto dal suo “grande amore per la famiglia”, dalla sua “dolcezza e bontà d’animo”.

Uno così non se ne va, non lo vediamo perché si è andato a nascondere dentro i nostri cuori. Ora guardiamo il Cielo e forse potremo vederlo sfrecciare con la sua amata Kawasaki”, lui che diceva “il controllore non muore ma cambia turno””.

Fabrizio Pellegrini, che abitava con la sua famiglia a “Le Mole” di Albano, proprio a poche centinaia di metri dal luogo in cui ha perso la vita, era impegnato nell’ENAV, la società che gestisce il traffico aereo all’Aeroporto Pastine di Ciampino. Proprio in sella alla sua moto, una Kawasaki ZKR, viaggiava in direzione Roma, quando si è scontrato fatalmente con un’auto all’altezza del chilometro km 22.300 della consolare.

Ricordiamo che nei giorni scorsi la famiglia ha lanciato un appello a possibili testimoni, in grado di fornire dettagli utili a comprendere appieno le dinamiche di quanto accaduto.

Un figlio, un marito, un papà, un collega straordinario: così è stato ricordato Fabrizio Pellegrini, il cui feretro è stato accolto tra gli applausi – tra la commozione di chi lo ha amato e l’orgoglio di chi lo ha conosciuto e non potrà mai scordarlo – prima di lasciare piazza della Libertà a bordo di una vettura delle Onoranze Funebri Morganti, chiamate ad occuparsi dei servizi funerari.

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