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Nemi – Smantellata la pedana in legno: era stata avversata dai cittadini nel corso di un sit-in fotogallery

Dopo la crescente attenzione sui lavori in corso sulle sponde del lago di Nemi, dove si stava costruendo una pedana in legno, nella mattinata di lunedì 29 gennaio la realizzanda struttura è stata rimossa.

Probabilmente realizzata in maniera non conforme ai progetti dell’Amministrazione Bertucci, oggi lo smontaggio della pedana ha fatto tirare un sospiro di sollievo in quanti, da diversi mesi, si stavano battendo per ostacolare i lavori.

Interruzione del cantiere e ripristino immediato dello stato dei luoghi è stato anche l’appello lanciato durante la terza mobilitazione in difesa dell’ambiente dei Castelli Romani organizzata dal neonato Comitato per la Protezione dei Boschi dei Colli Alban insieme al gruppo cittadino della “Spiaggetta” . Sabato 27 gennaio, al lago di Nemi, si è tenuto un presidio alla Spiaggetta davanti all’ex fiocina in via di Perino. Dopo una prima iniziativa tra le foreste di Genzano e Nemi e quella della settimana scorsa nei boschi di Rocca di Papa, il Comitato si è nuovamente attivato a difesa dell’incontaminato specchio lacustre. La manifestazione regolarmente autorizzata, presidiata dalle forze dell’ordine (Polizia Locale e di Stato, Carabinieri, Guardiaparco) si è svolta in maniera pacifica. Iniziata alle 10, si è conclusa alle 13. Nel corso dell’evento i manifestanti si sono spostati a piedi al Centro canoe, anch’esso oggetto di contestazione, per poi tornare alla Spiaggetta. Oltre ai promotori della manifestazione, hanno preso la parola cittadini, l’ex sindaco Vairo Canterani, il presidente della sezione Italia Nostra Castelli Romani, Enrico Del Vescovo. Presente anche Franco Medici, presidente del Consiglio regionale di Italia Nostra Lazio.

Manifestazione a difesa di un luogo sacro

Otto appariscenti palizzate in legno conficcate nel terreno e saldate con il cemento, appariva così il cantiere sulle rive del lago. Per i promotori della mobilitazione di sabato, sarebbe stato l’inizio di uno scempio, la violazione scriteriata di un paesaggio rimasto finora inalterato, scampato a costruzioni e turismo di massa.

“Giù le mani dal bosco, giù le mani dal lago di Nemi, non diventerà come quello di Castel Gandolfo”, è stato lo slogan del Comitato che intravede una volontà di cementificare la zona in nome dell’accessibilità e della fruizione turistica. Un progetto che sarebbe cominciato proprio con una prima colata di cemento, la costruzione del Centro canoe per poi darlo in concessione a una palestra e che proseguirebbe con la realizzazione di un terrazzamento, quindi di una pista ciclabile.

Tappe di un processo irreversibile che muterebbero per sempre le caratteristiche di un paesaggio unico dal valore naturalistico e archeologico inestimabile, sacro ai devoti della dea Diana come a Byron e a Goethe, patria dell’antropologia moderna grazie a James Fratzer e alla sua teoria del ramo d’oro. C’erano circa 200 persone alla manifestazione sulle rive del lago di Nemi per difendere la bellezza di un posto unico, la sola che secondo lo scrittore Fedor Dostoevskij salverà il mondo.

Il diritto alla partecipazione nei processi decisionali

“Hanno già tagliato un lecceto secolare e lasciato un immondezzaio. Bisogna cominciare a essere presenti e attivi, parte integrante nelle decisioni perché il territorio è nostro, non è dei burocrati che fanno i bandi e si fanno i loro conti in tasca sui nostri territori e sui nostri laghi. Questa situazione di lotta che abbiamo creato oggi deve continuare, dobbiamo continuare a vigilare, dobbiamo continuare a mettere uno stop alle devastazioni che stanno facendo e dobbiamo continuare a salvaguardare questo posto affinché rimanga un’oasi naturale protetta come è stata fino a oggi”, le parole di Doris Ercolani del Comitato per la Protezione dei Boschi dei Colli Albani.

“Fino ad ora hanno fatto il Far West in questi luoghi, hanno distrutto una faggeta secolare che non ce la ridarà nessuno. Cominciamo a portare un’opposizione, ad avere voce in capitolo. Basta fare profitto sui territori e sulla natura, siamo dalla parte della natura e basta”, ha aggiunto Andrea Silvestri dello stesso Comitato. Silvestri ha detto che ogni nuova azione va ad aggravare le problematiche dei Colli Albani, area cresciuta enormemente per effetto della ‘migrazione’ da Roma e di piani regolatori che hanno permesso nuove colate di cemento. Tra le criticità più evidenti: l’aeroporto di Ciampino passato da 30 a 200 voli al giorno, la discarica di Roncigliano e il progetto dell’inceneritore a Santa Palomba, l’accorpamento della Sanità castellana, i disboscamenti selvaggi, la crisi idrica e dei laghi, “tutti problemi collegati, è tutto un cerchio”.

Palizzate al lago di Nemi: cosa è accaduto

La vicenda è iniziata quando alcuni cittadini che frequentano giornalmente la zona si sono accorti già a fine dicembre della comparsa di reti, di transenne, di ruspe in azione e dell’apertura presso la Spiaggetta di un cantiere che sarebbe stato privo un cartello autorizzativo per poi apparire a distanza di settimane. Si tratterebbe di un’opera finanziata nel 2021 in pieno lockdown con l’intento di permettere la fruizione del luogo e scongiurare il rischio epidemiologico: “Intervento di messa in sicurezza dal rischio epidemiologico del litorale balneabile del lago di Nemi”, recita l’avviso su un palo.

Un’emergenza fortunatamente alle spalle mentre permane e si aggrava quella idrica: il lago si è ulteriormente abbassato di oltre un metro. Il pontile, qualora fosse realizzato, dovrebbe essere ben più lungo del previsto se l’intento fosse quello di facilitare la balneazione. I cittadini hanno segnalato la difformità dell’opera, temporaneamente fermato i lavori, fino ad arrivare allo smantellamento odierno.

Il comitato vuole difendere il delicato ecosistema lacustre: “A noi piacerebbe che l’area attirasse turisti che già vengono numerosi perché amano la natura così com’è, non vogliamo il turismo da consumo, quello che porta soldi”.

“Questa opera non siamo riusciti a fermarla in tempo – ha detto Enrico Del Vescovo parlando davanti al Centro canoe – ora dobbiamo riuscirci, vogliamo un destino diverso per il nostro lago di Nemi, non vogliamo che si riduca come Castel Gandolfo. La nostra proposta è di trasformarlo in un monumento naturale come il lago di Giulianello dove non si può toccare nulla. Basta con il soldo, il clientelismo, basta cemento ai Castelli Romani. Bisogna esserci e insistere con tutti i mezzi, continuare la mobilitazione popolare anche con un esposto. Non dobbiamo desistere, vogliamo vedere i fatti e farci sentire anche andando al Comune di Nemi. Questo luogo appartiene a noi, alla cittadinanza, non agli amministratori”.

Al momento la struttura è stata smantellata, ma manca ancora di conoscere chiaramente, e in via ufficiale, il prossimo destino dell’area.