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A Fuori dal Coro (Rete 4), da Velletri e la pianura pontina, la rivolta degli agricoltori ASPAL: “L’Unione Europea ci paga per non produrre”

Aspal Fuori dal Coro

Nella serata di mercoledì 17 gennaio, all’interno della trasmissione Fuori dal Coro, condotta da Mario Giordano ed in onda su Rete 4, è andata in scena la rivolta degli allevatori ed agricoltori, furenti contro le politiche dell’Unione Europea.

Protagonisti del grido di dolore fatto pervenire all’inviato della rete Mediaset sono stati diversi appartenenti all’ASPAL LAZIO, l’associazione dei produttori agricoli laziali, presente insieme a tutte le altre forze del Popolo Produttivo, che si sono concentrate sulla reale situazione del comparto agricolo locale, comune al resto della regione e dell’Italia.

Il Presidente Stefano Giammatteo, il Segretario del direttivo Aspal Andrea Colonnelli, insieme ai consiglieri Aspal Ercole Catese ed Ennio D’Annibale, ma anche anche il presidente dell’Associazione nazionale le partite Iva Italia Angelo di Stefano, hanno evidenziato innanzitutto tutte le negligenze dell’Europa, che “continua a difendere le grosse lobby commerciali di potere a scapito delle eccellenze coltivate nel nostro Paese”, ed inoltre hanno fatto l’ennesimo appello alle istituzioni, affinché si intervenga al più presto, per difendere e salvaguardare il reddito degli agricoltori con una legge di Stato che garantisca almeno il costo di produzione sui prodotti agricoli coltivati al campo, “visto che siamo continuamente vittime delle speculazioni che si fanno sui nostri prodotti coltivati”.

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Infine, gli intervistati hanno riferito delle gravi perdite di produzione causate dalle fitopatie e dalle emergenze climatiche, e quindi occorre una nuova legge di Stato che possa garantire una copertura totale sul reddito in agricoltura, contro tutti i tipi di avversità climatica e fitopatologica (moria sul kiwi e peronospora sulla vite).

Inoltre tutti gli intervistati hanno evidenziato i costi fissi di produzione che ormai sono insostenibili dal 2020 ad oggi: Gasolio, corrente, costo del lavoro, costo dei fertilizzanti e di tutte le materie prime per l’agricoltura, ulteriori adempimenti fiscali come la mancata proroga per l’agevolazione IRPEF sui coltivatori diretti.

Insomma, il messaggio che l’Aspal e il Popolo Produttivo hanno fatto passare ai media nazionale è: “ORMAI NOI AGRICOLTORI SIAMO AD UN BIVIO; O SI INTERVIENE CON NUOVE RIFORME E REGOLE STRUTTURALI IMMEDIATAMENTE OPPURE FALLIREMO TUTTI. Abbiamo già perso migliaia di aziende agricole italiane negli ultimi due anni e molti fingono di non sapere e di non vedere”.

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“Stanno distruggendo il vero Made in Italy e quando finirà saremo costretti a mangiare solo quella roba, carne sintetica, grilli, prodotti che non sanno di niente, perché i nostri li abbiamo lasciati marcire! Protesteremo per chiedere dignità e preservare quello che hanno creato i nostri avi”. Nel mirino soprattutto l’Unione Europea che, per dirla con le parole di Andrea Colonnelli, “ti dà 1500 euro l’ettaro per non coltivare. Siamo arrivati al punto che per loro produrre olive e latte inquina…”.

aspal contadini
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