Cronaca

Velletri, Processo Lavinia Montebove – Il papà: “Solo 2 anni di reclusione per la maestra? Ecco il motivo”

«Perché sono stati chiesti solo 2 anni di reclusione per la maestra?”. Inizia con questo interrogativo, che in queste ore gli è stato rivolto da tanti, tantissimi cittadini, desiderosi di chiedere un suo commento, la disamina di Massimo Montebove, il papà della piccola Lavinia, ridotta in fin di vita nell’agosto del 2018 da un terribile incidente nel parcheggio dell’asilo nido “La Fattoria di Mamma Cocca di Velletri”.

Se già a caldo, appena terminata l’udienza, avevamo chiesto a lui e alla compagna Lara Liotta, mamma di Lavinia, un commento su quanto andato in scena nell’Aula giudiziaria pochi minuti prima, in queste ore Montebove è ritornato sull’argomento, per chiarire il suo pensiero in merito alla richiesta di condanna giunta dal Pubblico Ministero.

Una condanna che ai tanti è parsa troppo mite, tanto più dopo che lo stesso Pm ha messo in risalto quella che ha definito una condotta imprudente e negligente da parte della maestra e titolare dell’asilo nido, che oltretutto, dalla ricostruzione della pubblica accusa, avrebbe omesso di raccontare tutta la verità rispetto a quanto accaduto quel maledetto giorno.

“Abbiamo certezza dell’omissione di vigilanza della custodia”, ha detto il Pm, nei confronti della maestra, prima di aggiungere: “E’ stato un corto circuito fatto di imprudenza, negligenza e scelte errate, e siamo sempre nel coefficiente di colpa. Senza le gravi colpe l’evento non si sarebbe verificato e di questo evento la maestra ne deve rispondere penalmente”. Ha stupito tanti di quelli digiuni di diritto e condanne penali, che il Pm abbia poi concluso chiedendo “soli” 2 anni di condanna per la maestra, specie se rapportati all’anno di condanna chiesto per la mamma alla guida della vettura, che per l’opinione pubblica non avrebbe avuto particolari colpe per quella che era e resta una tragedia immane, di cui la vittima principale è proprio la piccola Lavinia.

«In tanti – ha esordito Massimo Montebove – sia privatamente che nei pubblici commenti, domandate conto della requisitoria del Pubblico ministero che, durante l’ultima udienza, ha chiesto 2 anni di reclusione con la condizionale per la maestra, considerata la principale responsabile di ciò che è accaduto a Lavinia.

Una richiesta che può apparire lieve e che certamente, rispetto al danno irreversibile patito da nostra figlia, è inadeguata. Anche tenendo conto che con la condizionale, in caso di eventuale condanna, l’imputata non andrà in carcere. Occorre però spiegare che in questo caso, come in altri, il magistrato non poteva chiedere di più.

Pubblici ministeri e giudici, al pari di chi fa il poliziotto come il sottoscritto, sono vincolati alla legge e la legge non prevede pene particolarmente elevate per questo genere di reati. Tenendo conto che parliamo di persone incensurate, la pena richiesta è persino severa secondo i parametri del codice penale.

Noi come famiglia Montebove abbiamo sempre chiesto solo e soltanto un processo e una sentenza. Abbiamo sempre chiesto l’accertamento delle responsabilità per quanto accaduto a Lavinia. Eravamo e siamo, oggi ancor di più, consapevoli che il sistema penale e processuale penale italiano ha forti criticità. Storie come quella di Lavinia, assieme a tante altre e più gravi vicende ben note alle cronache, dovrebbero piuttosto sensibilizzare tutta la classe politica nazionale, da destra a sinistra, a intervenire davvero sul sistema giustizia.

Perché i processi siano più veloci e si metta un freno a chi li rallenta in maniera strumentale, perché le pene diventino certe e adeguate, perché le vittime siano sempre risarcite, perché le carceri servano davvero a rieducare le persone e non a farle uscire peggio di prima. Serve la volontà politica e occorrono risorse non tagli, anche per lavorare sulla prevenzione, per rendere sicuri asili e scuole, per obbligare chi li gestisce ad adeguarsi alle leggi esistenti, per fare controlli che oggi sono quasi inesistenti. Un libro dei sogni, lo so.
Ma ho una speranza: che quello che è successo a Lavinia non accada mai più…».

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