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Albano, in corso lo sciopero dei medici all’Ospedale Regina Apostolorum: “Sovraccarico di lavoro e promesse economiche non mantenute”

"I Medici sono continuamente chiamati ad un sovra lavoro e ogni promessa economica è finita in un nulla di fatto, come nella perfetta logica della sanità privata, orientata al profitto"

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Da questa mattina è in corso l’annunciato sciopero di alcuni medici dell’Ospedale “Regina Apostolorum” di Albano Laziale, che nelle scorse settimane, stanchi per le tante promesse di questi ultimi anni, cui a loro dire non sono seguiti atti concreti, avevano deciso di proclamare lo sciopero, fissandolo proprio per la mattinata di mercoledì 29 novembre.

A fare il punto, sulle richieste, è stata ancora una volta l’ANMIRS (Associazione Nazionale Medici Istituti Religiosi Spedalieri), che ha ribadito le richieste relative all’istituto ospedaliero situato in via San Francesco d’Assisi, ad Albano Laziale.

La manifestazione di protesta è iniziata alle 9 del mattino e si protrarrà sino alle ore 14.  Dalla data di comunicazione dell’indizione dello sciopero ad oggi, da quanto trapela, non ci sarebbe stata alcuna interlocuzione concreta con la proprietà. La protesta sta andando in scena con toni assolutamente pacifici, senza necessità di presidio di forze di sicurezza.

Riproponiamo le ragioni esposte dal Sindacato ANMRIS, nella nota che ha accompagnato l’annuncio dello sciopero odierno: “La sofferta decisione dello sciopero giunge dopo anni di tormenti e frustrazione: infatti, oltre dieci anni fa il Regina Apostolorum è entrato in una profonda crisi finanziaria che nel 2013 ha indotto la proprietà delle Suore Paoline a cederne la gestione ad un gruppo privato, l’Italian Hospital Group che, come una “meteora”, in pochi mesi ha rinunciato alla stessa. Sono seguiti anni di sostanziale abbandono dell’Ospedale, senza alcuni tipo di investimento strutturale e infrastrutturale, con la progressiva diminuzione dei posti letto e del fatturato, situazione che, con il passare del tempo, ha indotto molti dipendenti a lasciare la struttura.

È poi giunta l’epidemia di COVID-19 e il personale sanitario, nonostante tutto, ha profuso il massimo impegno per consentire all’Ospedale di essere in prima linea nell’assistenza dei pazienti. Alla fine, a settembre del 2021, le Suore Paoline hanno ceduto la proprietà dell’Ospedale ad un gruppo privato “ profit”, Lifenet Healthcare, che ancora oggi lo gestisce.

In questi dieci anni non solo i Medici dell’Ospedale non hanno registrato alcun miglioramento economico, non essendo mai stato rinnovato il loro contratto collettivo ma, di anno in anno il loro numero è costantemente diminuito e conseguentemente i carichi di lavoro sono aumentati; il tutto in un ambito strutturale mai rinnovato che oggi ormai è mediamente obsoleto. La Lifenet Healthcare, “eccellenza del nord Italia”, si è presentata al personale sanitario promettendo investimenti tecnologici, mantenimento della pianta organica e più in generale un pronto rilancio della struttura mediante cospicui investimenti. A distanza di due anni, nulla di tutto ciò si è verificato.

I Medici sono continuamente chiamati ad un sovra lavoro e ogni promessa economica è finita in un nulla di fatto, come nella perfetta logica della sanità privata, orientata al profitto. Preso atto dell’inutilità di una sterile ed infruttuosa trattativa e della ferrea determinazione datoriale a perseguire il profitto a tutto danno dei dipendenti, i Medici dell’Ospedale Regina Apostolorum hanno dapprima proclamato, inutilmente, lo stato di agitazione ed infine, pochi giorni fa, hanno annunciato la prima di una serie di giornate di sciopero per il 29.11.2023.

L’ANMIRS, sindacato maggiormente rappresentativo dei Medici dell’Ospedale, ricorda a tutti che il Regina Apostolorum di Albano per anni è stato il punto di riferimento sanitario per tutti gli abitanti della zona dei “Castelli Romani”, fondato e cresciuto sempre nel rispetto dello spirito guida di assistenza universale e gratuita dei pazienti, in una logica “non profit” che metteva al centro dei propri sforzi la migliore assistenza sanitaria possibile. Ciò anche mediante il sostegno morale ed umano. In questo modo è stato possibile attrarre i migliori professionisti che hanno valorizzato l’opera ed esaltato i valori a tutto beneficio della collettività.

Oggi, esaminando le politiche industriali della nuova proprietà, quella originaria mission è oggetto di una sistematica demolizione per essere sostituita dal criterio del puro profitto. Molti Medici hanno già lasciato l’Ospedale e molti altri stanno per fare altrettanto; i superstiti amareggiati e delusi, non intendono restare inermi ad assistere allo snaturamento dell’Ospedale che con i lori strenui sforzi hanno contribuito a far diventare l’eccellenza. Per questo hanno detto “Basta!!” e sono pronti a mettere in campo, senza se e senza ma, ogni forma di protesta lecita e consentita al fine di salvaguardare l’essenza del loro Ospedale e la dignità del lavoro per far sentire la loro voce e per diffondere il loro accorato appello”.

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