Politica

Sottopasso Pavona, polemiche dei cittadini per i lavori alla fognatura. Andreassi fa chiarezza

Luca Andresti

Fanno discutere – ancora – i lavori per la realizzazione del Sottopasso di Pavona, opera fondamentale per bypassare il passaggio a livello, di cui si attende da tempo la fine.

Attualmente, la conclusione del cantiere è slittata ulteriormente per la necessità di realizzare la condotta fognaria  fino a via Serena. Interventi che stanno generando disagi alla circolazione e nuove polemiche da parte dei residenti.

“Le fogne, come è noto, viaggiano sottoterra – si legge nel posto pubblicato nella giornata odierna dall’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Albano, Luca Andreassi -. Quindi, quando si realizza una fogna, si deve scavare. E per scavare servono dei macchinari adeguati che occupano l’intera sede stradale. Creando disagio alla circolazione dei veicoli. Un disagio, purtroppo, inevitabile”.

Nell’area del cantiere il transito è consentito ai residenti, a chi deve effettuare operazioni di carico e scarico e a chi deve raggiungere esercizi commerciali. Dopo le ore 16 del pomeriggio, quando il cantiere è chiuso, la circolazione è consentita con modalità di senso unico alternato.

“Sono consapevole – ha aggiunto l’amministratore albanense – che quando questo disagio si aggiunge a tutti quelli vissuti negli anni per la realizzazione del sottopasso dei Piani di Monte Savello, risulta più difficile da sopportare. Lo so. Me ne rammarico. Ma non esiste una possibilità alternativa”.

“Se non avessimo deciso di realizzare la fogna, il sottopasso sarebbe già aperto.
Se avessimo deciso di mantenere il progetto originario, il sottopasso sarebbe già aperto. Se non avessimo deciso di chiedere i soldi ad ACEA, il sottopasso sarebbe già aperto. Se non avessimo ottenuto il finanziamento da ACEA, il sottopasso sarebbe già aperto.

E continuerebbe ad accadere quanto accaduto non più tardi di ieri. Il sistema che c’è attualmente, centralizzato su delle pompe di sollevamento, di taglia inadeguata, e che dovrebbe regolare il deflusso dei liquami si blocca e le pompe di bruciano. Si bruciano perché non riescono a gestire una tale portata ma anche perché si trovano a dover elaborare non solo liquami. Ma stracci, lenzuola e materiali vari che qualcuno – per ragioni a me ignote – scarica nei water domestici o nei tombini di ispezione presenti nei garage.

E quando si bloccano, chi interviene? ACEA, direte voi, dato che è l’unico soggetto che gestisce le fognature ed è anche il soggetto che incassa le tasse dei cittadini relativamente alle fognature stesse.

Invece no. Perché ACEA quel tratto di fognatura, quelle pompe di sollevamento, non l’ha mai preso in carico. Non lo ha fatto, immagino, perché ai tempi della realizzazione, non lo ha progettato e non ha approvato il progetto. Quindi deve intervenire il Comune, senza averne il titolo se non per ragioni igienico sanitarie. Comune che ripara le pompe e spurga i condotti, utilizzando i soldi di tutti. Comune che interviene, per esempio, come è accaduto ieri e come accade con cadenza mensile, quando le pompe si bruciano, la conduttura si ostruisce ed i liquami risalgono verso le abitazioni ed i garage delle brave persone che pagano per un servizio inesistente.

È per questo che abbiamo deciso di affrontare il problema e risolverlo in via definitiva. Abbiamo progettato insieme ad ACEA una fogna a gravità (ovvero senza pompe di sollevamento, in modo tale che i liquami vengono canalizzati per forza di gravità – insomma vanno in discesa). E per far questo occorre scavare la strada, usare mezzi pesanti, creando inevitabilmente disagio ai cittadini. Scusateci per il disagio, dunque. Ma stiamo cercando di rimettere in ordine una sequenza sballata.

In un mondo normale prima arrivano le fogne, poi arrivano le strade e, solo alla fine, arrivano le case. Qui è successo il contrario. Prima le case, poi le strade infine le fogne. Qualche settimana di disagio ancora e avremo strade e fogne. Esattamente come si dovrebbe. Esattamente nel giusto ordine”.

 

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