Venerdì 29 settembre, alle ore 18, presso l’asilo nido Mary Poppins, La casa delle tate si è svolta la presentazione del libro della dott.ssa Federica Baruchello, psicologa e psicoterapeuta veliterna. Al tavolo di discussione sono intervenuti la dott.ssa Baruchello, la curatrice della prefazione la pediatra Fabiana Caracci, l’illustratore del libro Jan Aleksander Prusalowicz, la vice sindaca di Lariano Roberta Bartoli e la maestra Miranda Colatriani, coautrice di uno dei capitoli del libro, e ha moderato Francesca Candidi, insegnante e proprietaria insieme alla sorella Veronica dell’asilo in cui si è svolta la presentazione.
Il titolo del libro, «Tra il dire e il fare c’è di mezzo il pensare. Come aiutare i bambini a trasformare il «non saprei» in «come potrei», è molto chiaro sullo scopo che si pone, ovvero guidare chiunque abbia a che fare con i bambini, dai care giver a genitori ed insegnanti, a scoprire, e quindi a proporre, un punto di vista diverso nell’affrontare le situazioni quotidiane. Il tutto nasce dall’esperienza della dottoressa Baruchello, la quale durante il suo percorso ventennale come terapeuta ha notato quanto possano essere dannosi alcuni dei meccanismi che involontariamente si mettono in atto e quanto corpo e mente siano effettivamente collegati.
«Negli ultimi anni c’è stato un aumento esponenziale delle problematiche fisiche e mentali nei bambini» ha esordito la dottoressa Caracci nel suo intervento. «E dopo la pandemia c’è stata una sferzata ancora più forte. Ma il problema di questi bambini è che negli anni statisticamente si è persa l’importanza della figura genitoriale. Sempre più spesso i genitori tendono a delegare, un po’ per timore di sbagliare e un po’ perchè forse è più comodo così, alle figure professionali scelte che toccherebbero a loro, o che sarebbero risolvibili attraverso l’uso di un minimo di buon senso.» La dottoressa è stata molto netta sulla sua analisi, in virtù del fatto che spesso delle situazioni non del tutto congeniali le si sono proposte davanti agli occhi per via della sua professione.
«Si parla spesso del fatto che il problema delle nuove generazioni è l’uso spropositato della tecnologia, e in parte è vero: ma purtroppo la sovraesposizione è data dal fatto che in primis i genitori tendono a delegare alla tecnologia il compito di intrattenere i bambini, che si tratti di cartoni animati, video educativi o videogiochi. I ritmi di vita di oggi tendono a rendere i genitori sempre più stanchi e quindi meno predisposti a trovare delle alternative più costruttive da far fare o da fare insieme ai figli. Ecco, questo libro nasce un po’ da questo, ovvero dalla constatazione che c’è una sorta di bonaria ignoranza intorno a questo tema» ,ha detto l’autrice del libro, la dottoressa Baruchello. Il suo discorso ha dato molta attenzione al sottolineare quanto il cervello dei bimbi possa rielaborare in maniere strane le immagini che vengono viste, cercando di sottolineare che anche i film possono diventare problematici nella mente di un bambino. La dottoressa ha spiegato agli auditori dei concetti molto importanti, tra cui l’importanza di preservare la serenità del bambino evitando che veda determinate immagini dal contenuto “violento”. Spesso le immagini proposte nei film e nei videogiochi per i bambini sono reali, poichè essi non hanno la capacità conscia di distinguere finzione e realtà. Queste immagini si sommano alle paure evolutive tipiche dei bambini, tipo la paura dell’estraneo o del buio e, sommata alla potenza immaginativa di cui sono dotati, può dar vita a delle grandi paure che devono essere riconosciute e arginate.
Il libro è un vero e proprio manuale, strutturato in modo che possa essere usato e capito anche dai bambini più piccoli. Questo è stato reso possibile dal lavoro di Jan Aleksander Prusalowicz, che con la sua arte ha dato vita a dei fumetti che rappresentano situazioni tipiche di paura dei bambini e sono dei veri e propri strumenti per innescare i meccanismi di risoluzione positiva delle situazioni. Le immagini dei fumetti sono tutte a colori acquerellati, dai toni naturali. La loro forza risiede nella potenza dell’immedesimazione: le immagini, soprattutto quelle dei fumetti presenti nel libro, a differenza delle parole, sono chiare e non hanno bisogno di letture o spiegazioni ulteriori.
Ha poi preso la parola la maestra Miranda Colatriani (peraltro cofondatrice dell’associazione Talita Kum), la quale ha posto l’accento su uno strumento di possibile risoluzioni dei problemi dei bimbi: l’asterisco cognitivo. In breve, l’asterisco cognitivo è uno strumento che serve a stimolare l’adulto a dare al bambino almeno 8 alternative per affrontare una paura, o più in generale come strumento di stimolo del problem solving.
La presentazione si è conclusa con l’intervento della vice sindaca del comune di Lariano Roberta Bartoli, che ha sottolineato l’importanza della cooperazione che deve nascere tra famiglie, scuola, amministrazioni e figure professionali specializzate per fare in modo che le nuove generazioni siano cresciute in maniera equilibrata.
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