Cultura

Marino – Alla Sagra dell’Uva lo spettacolo del corteo storico: un anno di lavoro per le associazioni organizzatrici

Non solo vino e vendemmia. La quasi centenaria Sagra dell’uva di Marino (al via la 99esima edizione dal 30 settembre al 3 ottobre), inventata e inaugurata dal poeta Leone Ciprelli non è solo sinonimo del miracolo di fontane che danno vino. C’è anche altro. Fu lo stesso Ciprelli a scegliere di festeggiare l’ormai più antica e longeva delle sagre italiane la prima domenica di ottobre per ricordare la vittoria nella battaglia di Lepanto, il più importante avvenimento storico della città di Marino, all’epoca feudo di cui Marcantonio Colonna fu signore benvoluto dalla popolazione.

Il 7 ottobre 1571 nel golfo di Lepanto la flotta pontificia della Santa Lega di cui Marcantonio Colonna era Capitano Generale, sconfisse la flotta ottomana fermando l’avanzata turca in Europa. Un avvenimento cruciale per la storia dell’Europa che altrimenti avrebbe potuto conoscere un differente sviluppo. La festa racchiude quindi due celebrazioni. Quella sacra, intitolata alla Madonna del Rosario, l’altra ‘profana’ a rievocare il ritorno di Marcantonio Colonna vittorioso, è a cura di associazioni che ricostruiscono vestiti, armi, strumenti musicali, bandiere del tempo.

corteo storico marino

Una kermesse impegnativa 

Per realizzare il corteo storico c’è un lavoro lungo un anno da parte di tre associazioni: Arte e Costumi marinesi di Rita Rufo, Lo Storico Cantiere di Valeria De Luca e lo Scudo di Lepanto, quest’ultima unisce sbandieratori e musici della città di Marino. Tutte e tre le associazioni mantengono vivi i caratteri identitari della comunità locale che altrimenti scolorirebbero.

“Io sono il motore, ma tutti gli associati e le associate sono la benzina”, dice Valeria De Luca interpellata da Castelli Notizie a proposito de Lo Storico Cantiere. Dal 1997 presiede Lo Storico Cantiere. La data di nascita dell’associazione però risale al 1989 su iniziativa di un gruppo di marinesi intenzionati a organizzare il corteo storico per valorizzare e divulgare storia e tradizioni della comunità. “Nel tempo l’associazione ha costruito e ingrandito il corteo storico grazie a tante donne volenterose che durante l’anno lavorano per rinnovare e aumentare il numero dei costumi e rendere il corteo più completo di figure storiche”. Terminata la sagra, non si tirano i remi in barca: “Il lavoro dell’associazione non finisce con la chiusura della sagra ma si protrae tutto l’anno successivo per la ripulitura, manutenzione e organizzazione della nuova edizione”.

L’arruolamento delle comparse

Se vi pare una cosa semplice assemblare un corteo di 400 figuranti, cifra più cifra meno, fatevi avanti.  “Si lavora tutto l’anno, ma la vera organizzazione inizia la prima settimana di settembre quando tramite i social si invitano le persone a iscriversi all’associazione come figuranti. È un periodo lavorativo intenso che richiede molta partecipazione degli associati, un’assidua presenza”, racconta Valeria. 

Quest’anno forse i figuranti saranno un po’ di meno, in vista del centenario del prossimo anno. “Appartengono al corteo anche le componenti folcloristiche, gli sbandieratori, i tamburini, i mangiafuoco. Tra le comparse alcune sono sempre fisse, per lo più personaggi di alto rango, i priori. Tra virgolette, arruoliamo i figuranti attraverso avvisi sui social, Facebook e WhatsApp. Io stessa aggiorno le liste ogni anno e invio i messaggi di richiesta di adesione. Ci sono persone che vengono anche dai comuni limitrofi, alcuni portano parenti e amici. L’importante è che diano la disponibilità a sfilare il sabato, la domenica e il lunedì, i tre giorni dei festeggiamenti”, riferisce Valeria. Costumi, armature, calzature: a ogni comparsa ingaggiata a titolo gratuito sono consegnati i vestiti da indossare al corteo che poi devono essere riconsegnati a chiusura dell’evento.

Prima lo studio, poi il ‘taglia e cuci’ come in una sartoria teatrale

Con il passare degli anni l’asticella della difficoltà si è alzata parecchio: l’organizzazione dell’evento è diventata sempre più complessa e articolata. Il corteo si è sempre fatto dalle origini della sagra, “ma i costumi venivano presi in affitto, finché ci siamo detti: perché non ce li cuciamo un po’ per volta noi, anno per anno? Da allora si è realizzata l’idea dello Storico Cantiere. I costumi vengono elaborati in base a ricerche storiche, abbiamo consultato anche storici, visionato dipinti dell’epoca”.

Dall’iniziale lavoro da parte di tre o quattro persone, si è arrivati a numeri e capacità di una sartoria teatrale: “C’è chi taglia, chi cuce, chi ricama, chi mette passamanerie, ognuno dà quello che sa e può. Tutta l’associazione è impegnata alla realizzazione degli abiti e di tanto altro. I soddisfacenti risultati sono motivo d’orgoglio. Abbiamo tuttora una sartoria e un locale.

I vestiti dei popolani sono più semplici e grezzi. Per i personaggi di alto rango si usano velluti, broccati, passamanerie in oro e argento, perle, pietre. Per non parlare dell’abito di Marcantonio Colonna e della moglie Felice Orsini. Una volta gli attori che dovevano impersonarli li sceglievamo noi, adesso il Comune”.

Le due associazioni collaborano tra loro alla migliore riuscita della festa, e si alternano nel vestire Marcantonio Colonna e Felice Orsini (quest’anno spetta all’associazione Arte e Costumi marinesi): “Si fa insieme il corteo storico, poi ognuno fa cose a sé, abbiamo promosso ciascuna gemellaggi diversi con altre città”. Anche per le spese da sostenere vale il principio del mutuo soccorso: “Per lo più, ci finanziamo autonomamente, con offerte. Il comune rimborsa parte delle spese che affrontiamo. Una volta l’anno facciamo una festa in cui accettiamo nuovi associati. Le persone fisse al lavoro tutti i giorni dell’anno sono circa 12, i simpatizzanti pronti a dare una mano per problemi di ogni tipo, 200”. 

Un valido esempio di cittadinanza attiva

Le due storiche associazioni sono un valido esempio di cittadinanza attiva, cioè di un lavoro spontaneo dal ‘basso’ per migliorare e valorizzare la propria comunità, coltivare la memoria storica locale tramite la partecipazione allargata a iniziative di valenza culturale. “La passione per il paese se non sei del paese non ce l’hai. Sono marinese doc. Mio nonno quando ero ragazza era presidente del Comitato sagra dell’uva”, testimonia la presidente dell’associazione.

Senza dimenticare il valore della condivisione: “La cosa più importante è ritrovarci in quelle ore insieme in quel laboratorio di creatività dove si vivono momenti magici di amicizia, confidenza, dove ci si racconta, dove ogni tanto si porta un dolce per festeggiare uno dei nostri compleanni, dove ci si ferma un attimo per poi ricominciare il lavoro che coinvolge ognuno secondo la sua mansione. Curiosità, aneddoti, imprevisti ce ne sono in continuazione e non si saprebbe da dove iniziare a raccontare, è il vivere l’associazione il vivere la socializzazione”.

Altre iniziative

Il lavoro dello Storico Cantiere non si ferma al corteo storico e alla sagra dell’uva. “L’associazione in tanti anni ha realizzato vari e rinnovati progetti per varie epoche in cui hanno vissuto figure storiche appartenute alla nostra comunità. Si confezionano abiti di quel periodo storico organizzando eventi fuori del nostro territorio come Assisi, Cortona, Roma, e altri luoghi ancora in cui figure storiche hanno unito la loro storia a quella di Marino”.

Fondamentale il gemellaggio con Assisi: “il 3 ottobre come ormai da 24 anni lo Storico Cantiere si recherà alla Porziuncola di Santa Maria degli Angeli ad Assisi per celebrare il transito di San Francesco portando la figura della nobildonna Romana Jacopa de’ Settesoli (figuranti in costume storico) governante del castello di Marino nel XII secolo, coeva e amica fraterna di San Francesco da lei assistito al momento del trapasso”. Abilità dell’associazione è di rinnovare queste storie coinvolgendo le scuole e la comunità.

Poi ci sono i festeggiamenti del Natale, il carnevale, manifestazioni ed eventi organizzati da altre associazioni con cui lo Storico Cantiere collabora con propri costumi e figuranti. “Il tutto valorizza e dà lustro a lo storico cantiere che con tanta passione vive e fa vivere le tradizioni locali e non solo”.

I primi 100 anni della sagra

Il prossimo anno la sagra dell’Uva compirà 100 anni. Lo Storico Cantiere 35. “Ci auguriamo di compierne ancora tanti altri, sperando che le giovani generazioni facciano tesoro della storia e delle tradizioni locali e collaborino affinché questo tesoro sia tramandato di generazione in generazione perché non esiste futuro senza passato”.

Per questo Valeria De Luca lancia un appello: “Abbiamo bisogno di forze giovani che amino la storia e le tradizioni del territorio per valorizzarle e trasmetterle alle future generazioni. C’è bisogno di menti giovani, di braccia forti, di mani attive perché lo Storico Cantiere come tante altre associazioni rappresenta la storia e la ricchezza del territorio che continua”.

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