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Clamorose novità nella Chiesa: la Diocesi di Velletri – Segni e quella di Frascati saranno unificate. A comunicarlo il Vescovo Mons. Russo e il Vescovo Martinelli

Con una modalità certamente poco usuale, e riservata solo alle comunicazioni più importanti, il Vescovo della Diocesi Velletri – Segni, Mons. Stefano Russo, ha convocato per oggi a mezzogiorno il Clero della Diocesi per una non meglio precisata “comunicazione importante”. La riunione è andata in scena all’interno del Salone della Curia, in piazza Caduti sul Lavoro e ha riguardato delle comunicazioni importanti sul fronte del riassetto della Diocesi suburbicaria, che di seguito (col prezioso ausilio di Alessandro Filippi) vi dettagliamo.

Come preannunciato da Castelli Notizie la clamorosa novità riguarderà una riorganizzazione nell’assetto, con l’unione tra la Diocesi Suburbicaria Velletri – Segni e la Diocesi Suburbicaria Tuscolana (quella di Frascati). Unione che sarà formale dall’11 novembre 2023 e che sarà “in persona Episcopi”, facendo si che resti comunque la distinzione tra Diocesi, con Mons. Russo che diventerà anche Vescovo della Diocesi Tuscolana.

Proprio nella Diocesi frascatana, infatti, l’attuale Vescovo Raffaello Martinelli, in carica dal luglio del 2009, ha raggiunto a giugno i 75 anni di età (gli stessi che portarono a Velletri il Vescovo Emerito Vincenzo Apicella a farsi da parte…) rendendo necessaria la sua sostituzione.

Contestualmente lo stesso Vescovo Martinelli ha annunciato le novità nella Santa Messa a mezzogiorno, presso la Cattedrale di San Pietro di Frascati, dove ha dato analoga comunicazione.

La necessità di ridurre il numero delle Diocesi italiane non è affatto una novità nel riassetto ecclesiastico, visto che Papa Francesco ne parlò già nel 2013, dopo l’assemblea annuale della Conferenza Episcopale Italiana.

Quasi superfluo aggiungere che tale necessità si è venuta a generare per un evidente calo delle vocazioni, con un appesantimento del servizio pastorale per chi resta.  L’accorpamento dovrà consentire una migliore copertura del territorio, con le risorse umane a disposizione.

L’attività principale sarà sempre quella legata all’enunciazione di Gesù Cristo”, ha svelato il Vescovo Mons. Stefano Russo, tra gli applausi dei presenti. “Papa Francesco ci sarà vicino”, ha aggiunto il Vescovo, chiedendo l’intercessione dello Spirito Santo. “Mi ha nominato Vescovo di Frascati, unendo la sede a quella di Velletri-Segni”, ha dichiarato in premessa il Vescovo.

Papa Francesco ha quindi accettato la rinuncia a Vescovo di Frascati di Mons. Raffaello Martinelli e ha nominato nuovo Vescovo di Frascati Mons. Stefano Russo Vescovo eletto della Diocesi Suburbicaria di Velletri-Segni accorpando, di fatto ad essa, la storica Diocesi Suburbicaria Tuscolana.

Mons. Russo, 62 anni, nato ad Ascoli Piceno, è un Vescovo cattolico italiano e dal 28 settembre 2018 è segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana e dal 27 aprile 2019 vescovo emerito di Fabriano-Matelica. Con la nomina anche a Vescovo di Frascati il suo ministero prenderà avvio dal prossimo 11 novembre 2023 quando Monsignor Martinelli, che riveste l’incarico di Amministratore Apostolico, lascerà definitivamente il Palazzo Vescovile e tornerà alla Diocesi di Bergamo.

I PARTICOLARI DELL’UNIONE TRA DIOCESI

Il Santo Padre Francesco accogliendo la rinuncia al governo della sede Suburbicaria di Frascati per raggiunti limiti d’età di Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Raffaello Martinelli ha provveduto all’antica porzione di chiesa unendola in “persona episcopi” alla nostra Diocesi Suburbicaria

UNITE NELLA PERSONA DEL VESCOVO STEFANO RUSSO LE ANTICHE CATTEDRE TUSCOLANA E CLEMENTINA

a cura di Alessandro Filippi

Il segreto pontificio sul provvedimento è caduto martedì 12 Settembre: alle ore 12 è stato lo stesso Vescovo Russo a renderlo pubblico convocando il clero nel salone della curia veliterno – segnina. Per la nostra Diocesi si ripete quanto già accaduto nel lontano 1975 quando nella persona di Mons. Dante Bernini vennero unite le sedi di Velletri e Segni.

Come si dice i corsi e ricorsi storici. Ancora un mutamento territoriale per la nostra antica sede suburbicaria, riassumiamo in breve la storia. Il 12 Settembre del 1967 l’allora amministratore apostolico di Velletri Mons. Arrigo Pintonello convocando il clero, rese pubblico il provvedimento dell’allora Congregazione dei Vescovi con il quale veniva staccato dalla Diocesi Suburbicaria di Velletri il territorio ricadente nell’agro pontino per creare la Diocesi di Latina con Vescovo proprio Mons. Pintonello.

Velletri veniva unita in persona episcopi all’antica Diocesi di Segni nella persona dell’Arcivescovo Luigi Punzolo che ne prendeva possesso come amministratore apostolico, questo fino al 1975 quando a dieci anni esatti dalla morte dell’ultimo vescovo ordinario il Cardinale Clemente Micara venne mandato a Velletri e Segni l’allora Vescovo Ausiliare di Albano Mons. Dante Bernini.

Solo il 26 Giugno del 1986 durante il ministero episcopale di Mons. Martino Gomiero ci fu la plena unione delle due Diocesi creando l’attuale Diocesi Suburbicaria di Velletri – Segni.

Dopo 56 lunghi anni la storia si ripete. Il Santo Padre Francesco, dovendo provvedere all’antica cattedra tuscolana dopo la rinuncia per raggiunti limiti d’età da parte di Mons. Raffaello Martinelli, ha chiamato il nostro Vescovo Mons. Stefano Russo a reggerla unendola nella sua persona alla Cattedra di San Clemente e di San Bruno.

Un provvedimento che amplia il territorio della nostra Diocesi e in qualche modo ripara al torto che abbiamo subito nel 1967, ma senza fare dietrologia, dobbiamo dire che la Diocesi Suburbicaria Tuscolana di cui è titolare il Cardinale Tarcisio Bertone ha origine antiche, patrono è San Pietro Apostolo a cui è dedicata la bella Cattedrale eretta Basilica da San Paolo VI nel 1975. Da Wikipedia stralciamo alcune notizie 

L’odierna diocesi di Frascati, che nelle fonti ecclesiastiche è sempre chiamata con il titolo Tusculanesis, trae origine dall’antica diocesi di Labico, che fu la primitiva sede dei vescovi tuscolani. Questa è la conclusione degli studi di Louis Duchesne alla fine dell’Ottocento, condivisa da altri autori tra cui Francesco Lanzoni e Paul Kehr. Secondo Duchesne, la sede di Labico fu trasferita verso il X o XI secolo a Tusculum, città fortificata dai conti tuscolani; quando questa venne distrutta dai Romani nel 1191, la sede vescovile fu traslata a Frascati.

La tradizione e gli studi eruditi del passato hanno ipotizzato l’esistenza di due sedi distinte, Labico e Tuscolo, ognuna con una propria serie di vescovi[4]; in realtà, secondo Duchesne, Tuscolo non ebbe mai vescovi distinti da quelli di Labico; i vescovi attribuiti a Tuscolo nel corso del primo millennio o non hanno fondamenti storici, o erano vescovi della stessa Labico, oppure erano vescovi di sedi episcopali che, per una certa omonimia o per un’errata trasmissione testuale, sono stati identificati come vescovi tuscolani.

Data la sua vicinanza a Roma, l’agro tuscolano, di cui faceva parte anche Labicum, attraversato dalle vie Labicana e Latina, dovette ricevere la fede cristiana molto presto, forse già in epoca apostolica. «I due grandi cimiteri catacombali di san Zotico al X miglio della Labicana e quello di santa Faustina al X miglio della Latina sono le prime documentazioni di quanto già nel IV secolo la nuova religione avesse trovato adepti. 

Da queste catacombe siamo a conoscenza dell’organizzazione della Chiesa tuscolana, imporporata sotto il governo dell’imperatore Diocleziano (284-305) dai santi martiri Zotico, Giacinto, Castulo, Ireneo, Amanzio e Faustina, con i suoi preti, diaconi esorcisti e lettori.»

Quando i vescovi di Labico si trasferirono a Tusculum, continuarono per un certo periodo a mantenere il nome di “vescovi di Labico”, fino alla fine dell’XI secolo, quando si trovano entrambi i titoli. Giovanni III di Labico è indicato come vescovo Tusculanensis in occasione della consacrazione della chiesa di Montecassino (1071), ma in alcune bolle pontificie come vescovo labicano; Bovo, che secondo il racconto del Liber pontificalis, fu tra i consacratori di papa Pasquale II nel mese di agosto del 1099, è qualificato dalla stessa fonte come “vescovo labicano”; infine Giovanni Marsicanus, che è sempre documentato dalle fonti come vescovo di Tuscolo, viene indicato ancora come vescovo labicano nel Liber pontificalis.

Secondo Duchesne, questa è anche l’ultima volta che appare il titolo di “vescovi labicani”, da questo momento definitivamente sostituito da quello di “vescovi tuscolani”.

Quando la città di Tusculum fu distrutta dai Romani (1191), la sede tuscolana rimase per alcuni anni priva del suo vescovo fino alla nomina di Nicola de Romanis, verso il dicembre del 1204. Nel 1219 papa Onorio III concesse al vescovo Nicola Chiaromonte la chiesa di Santa Maria in Monasterio come residenza romana dei vescovi tuscolani.

Non è chiaro quando Frascati divenne effettivamente la sede della diocesi. Il toponimo Frascata è menzionato per la prima volta nel Liber pontificalis nella biografia di papa Leone IV (847-855), dove si fa menzione della basilica di San Sebastiano, che corrisponde all’odierna chiesa di San Rocco.

L’atto ufficiale di trasferimento della sede vescovile risale solamente al XVI secolo, con papa Paolo III, che era stato vescovo tuscolano (1519-1523), e che nel 1537 designò Frascati come residenza vescovile e scelse come cattedrale l’antica chiesa di Santa Maria in Vivario; questa decisione fu confermata da papa Sisto V il 15 maggio 1586 con la bolla Dudum felicis.

Nel 1598 venne posta la prima pietra per la costruzione di una nuova cattedrale dedicata a san Pietro, aperta al culto nel 1610, ma consacrata solamente al tempo del cardinale Alderano Cybo-Malaspina (1680-1683).

Oltre 130 furono i cardinali “vescovi tuscolani”; di questi, 3 divennero papi mentre occupavano la sede di Frascati: Giovanni XXI nel 1276, Clemente XII nel 1730, e Pio VIII nel 1826. Tra i Vescovi di Frascati va ricordato 

Enrico Benedetto Stuart (1761-1803), duca di York, figlio di Giacomo III, che lasciò la sua ricca raccolta di libri alla biblioteca del seminario, e che oggi costituisce la «Biblioteca diocesana Eboracense»; Bartolomeo Pacca (1818-1821); Ludovico Micara (1837-1844), originario di Frascati, che diede nuova vita al seminario vescovile; tutti poi Vescovi Suburbicari di Velletri.

A questi va aggiunto il Cardinale Clemente Micara natio di Frascati che pur non avendo avuto mai il governo della Diocesi Tuscolana da Vescovo di Velletri, sanò le ferite inferte dalla guerra alle nostre chiese, ne costruì di nuove. 

Al Vescovo Stefano Russo i nostri auguri per questo nuovo incarico che aggrava le responsabilità ma sicuramente sarà fonte di soddisfazioni pastorali.

Il Messaggio del Vescovo Stefano Russo al clero della Diocesi di Velletri-Segni

Carissimi fratelli in Cristo, 

vi ho convocati questa mattina in Curia per comunicarvi che Papa Francesco mi ha nominato vescovo di Frascati unendo in persona episcopi la sede di Frascati a quella di Velletri-Segni. In questo momento S.E. Mons. Raffaello Martinelli, per 14 anni vescovo di Frascati, sta facendo lo stesso annuncio nella Cattedrale della Diocesi Tuscolana. Accolgo questa nomina con spirito di fiduciosa adesione alla volontà di Dio. Oggi la Chiesa celebra la memoria del Nome di Maria: il suo nome accompagna, fin dall’inizio, il mio ministero episcopale. Quando ho ricevuto la nomina episcopale il 7 marzo 2016, ho scelto di riprendere, come motto, le parole di Maria all’annuncio dell’angelo: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38). 

«Secundum Verbum Tuum». È a questo spirito di servizio che mi sforzo di ricondurre ogni giorno il mio episcopato e con questo stesso spirito accolgo questa nuova nomina. È un percorso illuminato e guidato dello Spirito Santo, che si innesta nel Cammino sinodale e che motiva a vivere ancora di più la comunione ecclesiale.

Il mio ingresso a Frascati, come Vescovo, è fissato per sabato 11 novembre 2023, fino a quel momento Mons. Raffaello Martinelli sarà Amministratore Apostolico.

Chiedo di accompagnarmi con la preghiera; affidiamo le nostre Chiese a Maria.

IL MESSAGGIO DEL VESCOVO RUSSO AI FEDELI DELLA DIOCESI DI FRASCATI

Carissime sorelle e carissimi fratelli,

è con sentimenti di sincera riconoscenza, gioia e affidamento incondizionato al Signore e alla Sua volontà che rivolgo il mio fraterno saluto alla Chiesa di Frascati di cui Papa Francesco ha voluto nominarmi pastore unendo la stessa in persona episcopi alla Chiesa di Velletri-Segni. Quando nel marzo del 2016 sono stato nominato vescovo, una delle prime richieste ricevute è stata quella di indicare un motto episcopale che fosse di orientamento rispetto al mio ministero. Immediatamente ho pensato che, davanti a una chiamata così particolare, la mia risposta non poteva che essere quella di Maria: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38). È a tale atteggiamento che mi sforzo di ricondurre tutto il mio episcopato ed è con questo atteggiamento che accolgo l’ulteriore chiamata che attraverso Papa Francesco il Signore mi sta facendo.

Dopo l’annuncio dell’angelo, «Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa»… (Lc 1,39). Maria, donna contemplativa, si mette subito in azione insegnandoci, senza tante parole, che la prossimità che siamo chiamati a vivere significa portare Gesù agli altri. La recente Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona ce ne ha fatto fare esperienza concreta, ravvivando e confermando in tanti giovani la consapevolezza che vale la pena spendere la propria esistenza per seguire Cristo. Si tratta adesso di non fermarsi, accogliendo anche noi l’invito rivolto da Papa Francesco di mantenere vivo il ricordo della GMG, facendoci missionari, testimoni di ciò che abbiamo vissuto.

Carissimi tutti, laiche e laici, religiose e religiosi, diaconi e presbiteri, vengo in mezzo a voi per continuare a camminare insieme lungo le strade che il Signore ci indicherà. Il Cammino sinodale che stiamo percorrendo continuerà a essere fonte di ispirazione affinché possiamo ascoltare e seguire la voce dello Spirito Santo. L’unione nella persona del vescovo di due sedi diocesane diventa un ulteriore stimolo a ricercare nella sinodalità le vie di quella comunione che necessita di persone che si mettano in gioco nel segno della carità e della gratuità.

Ringrazio il vescovo Raffaello Martinelli per la vicinanza e la cordialità manifestatami in questi giorni; con competenza e impegno ha guidato questa comunità per 14 anni prendendosene cura con grande generosità.

Attraversiamo tempi non facili in cui emergono molte fragilità che, non di rado, contribuiscono a turbare il convivere sociale. Confido che, come comunità ecclesiale, possiamo farci sempre più artefici di quella prossimità che nasce da uno sguardo vigile e attento alle povertà e alle indigenze – non solo materiali – del nostro territorio.

Questa è una terra bella e benedetta, con una comunità ecclesiale variegata e partecipe, formata da parrocchie, istituti religiosi, aggregazioni ecclesiali laicali, movimenti, confraternite. Ognuna di queste realtà è apportatrice di doni speciali dello Spirito Santo e a ciascuna di esse chiedo di impegnarsi affinché possiamo tutti insieme essere la realizzazione del testamento di Gesù (cfr. Gv 17,21-23). Così come avete fatto in questi ultimi tempi, continuate a sostenermi con la preghiera perché, come pastore, possa sempre mettermi in ascolto dello Spirito Santo. Lui saprà suggerirci i modi per comporre in uno le comunità di un territorio che è diventato più grande. Da parte mia, cercherò di distribuire il mio tempo così da svolgere nel miglior modo possibile il servizio che mi è affidato. Confido nella vostra pazienza e comprensione. La pazienza ci invita ad esercitare le virtù della speranza, della carità e del coraggio accompagnate dalla forza della tenerezza, sentimento che ci fa guardare la realtà con gli occhi di Dio.

Rivolgo un affettuoso pensiero alle famiglie assicurando loro la mia vicinanza. La cura dei figli, l’incertezza del lavoro, la malattia, l’attenzione verso i nonni sono sfide che mettono alla prova la vita di coppia. Siamo coscienti che la Parola di Dio è il riferimento indispensabile per affrontare queste situazioni con serenità, senza farsi travolgere dagli eventi.

Un saluto alle autorità civili e militari, alle amministrazioni locali, alle associazioni, agli enti e alle aziende. A voi va il ringraziamento per l’impegno che mettete ogni giorno nei servizi che curate. Operiamo sullo stesso fronte, instancabilmente, all’edificazione del bene comune, nella certezza che tutte le energie vive e positive presenti nel nostro tessuto sociale possono essere linfa vitale per il territorio divenendo fattori generativi di buone pratiche.

I Santi Filippo e Giacomo, patroni di Frascati, siano per le nostre comunità un continuo stimolo a farci tutti missionari con quello sguardo di chi è capace di riconoscere i volti di tanti fratelli e sorelle che Cristo ci chiama ad accogliere. Vi mando il mio caloroso abbraccio e la mia benedizione.

+ Stefano Russo

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