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Ville Pontificie di Castel Gandolfo: benvenuti nel blindatissimo paradiso terrestre

Chissà se Adamo ed Eva alla scoperta delle meraviglie del giardino dell’Eden siano stati guardati a vista da uno o più angeli. Parrebbe di no, se è vero che Eva prese un frutto dall’albero proibito, lo mangiò e lo offrì ad Adamo. Viene da chiederselo dopo aver visitato a piedi i giardini delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo. Si è accompagnati, ma anche ‘sorvegliati a vista’, da personale tanto gentile quanto guardingo.

Ci sono varie tipologie possibili di visita. A piedi, per chi voglia tentare un’esperienza a contatto diretto con luoghi intrisi di storia, natura, arte. Su minibus ecologici per cogliere uno sguardo d’insieme, visto e considerato che le Ville pontificie si estendono dal Palazzo apostolico di Castel Gandolfo fino ad Albano.

L’area extraterritoriale della Santa Sede, pari a 55 ettari, è più vasta di quella della Città del Vaticano che ne occupa 44. Nelle ville hanno soggiornato una trentina di pontefici dal 1626 quando Urbano VIII, al secolo Maffeo Barberini, decise di fare la sua prima villeggiatura a Castel Gandolfo. La residenza estiva dei papi è aperta al pubblico dal 2014. Merito di Francesco: unico papa ad aver disdegnato la villeggiatura per restarsene nella residenza vaticana di Santa Marta, dal 2016 ha deciso di aprire al pubblico anche il Palazzo apostolico facendone un museo.

Una visita ‘blindata’

Lo Stato vaticano sembra aver studiato al dettaglio misure e preso contromisure perché neanche un filo d’erba dei sacri giardini venga calpestato né un fiorellino sottratto a tanta sovraumana bellezza. Certo, se non ci fossero cura maniacale e puntigliosa vigilanza, questi luoghi risultato di cure secolari rischierebbero d’essere profanati. La cronaca spesso riporta casi di vandalismo culturale: l’ultimo l’‘attacco’ al Colosseo da parte di un turista che armato di un mazzo di chiavi ha sfregiato un muro per incidervi la scritta ‘Ivan+Haylei’, mostrandosi poi tanto sorridente quanto incurante a un altro che ha ripreso la scena. I monumenti vanno protetti, sebbene zelo e rigore eccessivi possono influire sulla fruizione stessa dei beni.

In territorio Vaticano

Dopo aver superato il controllo di sicurezza in piazza della Libertà a Castel Gandolfo si ‘valica il confine’ per passare in territorio estero e ci si dirige alla biglietteria all’interno della villa. Dopo aver fatto il biglietto in loco, oppure on line, si viene presi in consegna dal personale dello Stato vaticano.

La sosta al punto d’incontro dura finché si sia formato un piccolo gruppo. Poi, l’esplorazione dei giardini può avere inizio. Vietato anticipare anche solo di un passo la guida che deve sempre precedere il corteo dei visitatori. Vietato attardarsi e rimanere in coda perché lo stesso corteo è chiuso da un altro rappresentante del personale.

I meravigliosi giardini

Giardini all’italiana strabilianti di forme e colori, vasti e curatissimi, delimitati da siepi di bosso, geometrie perfette in una dimensione fuori dal tempo, gallerie di lecci pluri-secolari, meraviglie botaniche e architettoniche, statue raffiguranti personaggi mitologici, vasche e fontane con zampilli e giochi d’acqua. Poi i resti della villa di Domiziano, il criptoportico, il teatro, i ninfei, la via delle rose e quella delle erbe aromatiche. Un tripudio di sublimi incanti.

Un gioiello di arte e storia affacciato sul lago Albano che può essere ora ammirato dai visitatori, sebbene in tempi serrati. Bravo è chi riesca a farsi al volo un’idea di come l’immersione in una natura plasmata dall’uomo abbia potuto e possa ancora restituire quiete, attitudine contemplativa, favorire esercizi spirituali e un senso religioso della vita.

Si cammina spediti per circa quattro chilometri con soste prefissate tra la partenza e l’arrivo a un punto prescelto, per poi fare lo stesso cammino a ritroso e terminare la visita, a meno che non si scelga di visitare anche il Palazzo apostolico. Tra i pochi aneddoti impartiti, un riferimento all’asma di cui avrebbe sofferto Domiziano e che per questo motivo avrebbe frequentato molto il criptoportico, luogo di passeggio fresco d’estate e riparato d’inverno. L’ultimo imperatore dei Flavi fece edificare la sua villa sui resti dell’antica città di Alba Longa. 

Un mondo chiuso e perfetto: ‘Non sia mai arrivi il Papa’

Unica fuga di notizie: “Qui tutto deve essere sempre perfetto, non si sa mai, il papa potrebbe arrivare da un momento all’altro”. E la mente non può che tornare a quanto accaduto nel ‘43 e il ‘44 in piena Seconda Guerra Mondiale: allora Pio XII spalancò le porte di Castel Gandolfo per accogliere centinaia di sfollati. Si accamparono a terra con materassi di fortuna proprio nel criptoportico di Domiziano. Pio XII ne ospitò molti nel suo appartamento dove nacquero una cinquantina di bambini. 

Per informazioni su prezzi dei biglietti, orari d’ingresso con visite guidate delle Ville Pontificie e dei Giardini Barberini, consultare il sito ufficiale dei Musei Vaticani.

 

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