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Castel Gandolfo, col Battello Falco sul lago Albano: incanto e misteri alle porte di Roma coi Sentieri dell’Acqua fotogallery

Resoconto di un’ora di navigazione a bordo del battello Falco del Parco Regionale dei Castelli Romani

CASTEL GANDOLFO - Giro in battello sul lago Albano

Tra Caronte e Nerone, in una domenica mattina agostana soffrire il caldo pare persino un’ovvietà. Per sfuggire all’afa e all’assedio di pensieri molesti da estate in città, non resta che trasportarsi altrove. Presto fatto. L’altrove è ai Castelli Romani, troppo vicini e al contempo sufficientemente lontani dalla Babele capitale permanente. Appuntamento al lago sul molo di via dei Pescatori, previa prenotazione telefonica, località Castel Gandolfo, tra i borghi più belli d’Italia, residenza estiva di pontefici dal 17esimo secolo, non di papa Francesco che l’ha aperta al pubblico nel 2014. 

Alle spalle della banchina, il clamore sostenibile di un raduno motociclistico e il vociare gradevole di bagnanti e turisti perché ben distribuito: ‘vantaggi’ del lento ma inesorabile ritiro del lago Albano (prende il nome da Albalonga ‘madre’ di Roma, impropriamente chiamato di Castel Gandolfo o di Albano) che ha portato all’ampliamento dell’arenile e degli spazi di balneazione. Sul percorso verso l’imbarcadero, un maestoso pilone in cemento sta proprio a ricordare che il lago è arretrato di sette metri e passa dal 1960 quando vi si svolsero le Olimpiadi. 

Macroscopici problemi e fascino immutato

Un problema cronico di questo bacino vulcanico, come di quello di Nemi che ha perso tre metri d’acqua, dovuto a fattori antropici, in sostanza alla sconsiderata azione dell’uomo. Urbanizzazione eccessiva di un’area vulnerabile e sfruttamento della falda acquifera che alimenta il lago privo di immissari, come tutti i bacini lacustri di origine vulcanica, tra le cause prevalenti. I prelievi di acqua non sono una novità. I piloni un tempo interamente sommersi, proprio come le palafitte di un villaggio preistorico affiorato dal 1984 in poi, servivano a delimitare le corsie delle gare olimpiche di canoa. Adesso svettano all’asciutto distanti parecchi metri dall’acqua. A dispetto di siffatti macroscopici problemi, non è venuto meno il fascino del luogo tra incanto e misteri.

Al via l’Operazione Bellezza

Ore 12, mezzogiorno non di fuoco ma di un incantesimo. Il battello ‘Falco’ del Parco Regionale dei Castelli Romani arriva all’approdo. Sbarca qualche famigliola che ha appena terminato il giro, e salgono a bordo altri passeggeri in un lieto ‘turn over’. Il ‘Tour in battello’, costo del biglietto più che ragionevole pari a sette euro, può avere inizio. Il battello fende un invisibile sentiero dell’acqua per far “conoscere il lago come non lo conoscete”.

Chi può dire di conoscere veramente questo bacino pur avendolo magari guardato frettolosamente dalla riva senza vederlo chissà quante volte? Il servizio promosso dall’ente Parco dei Castelli Romani per valorizzare un gioiello di famiglia in un’estesa area naturale protetta, esiste dal 2007.

L’iniziativa nata con intenti didattici di educazione e sensibilizzazione ambientale, è rivolta a tutti, non solo alle scolaresche di ogni ordine e grado, dalle materne alle superiori, per avere una prospettiva inconsueta navigando all’interno del cratere. La filosofia che ispira questa scelta è che maggiore è il numero di persone che imparino a conoscere storia, caratteristiche e anche vulnerabilità dell’area, maggiore sarà il numero di coloro che sviluppando sensibilità ambientale vorranno tutelarla in forme dirette e indirette, a cominciare dai residenti.

Appena ‘salpati’ si ha la fortuna di assistere al passaggio di una garzetta, uccello acquatico, il più piccolo degli aironi, che fa pensare a un buono stato di salute dell’ambiente. Dalla riva occidentale, l’imbarcazione solcando lentamente acque docili, giunge alla parte opposta del bacino. Per un’ora ci si immerge in una dimensione quieta, rilassante, fuori dal tempo. Si ammirano ripide falde del cratere vulcanico, coste vergini coperte da una vegetazione fitta, altrimenti inaccessibile da terra. 

Guidati da un nocchiere sapiente sulla scia dell’oracolo di Delfi

Federico Bronzi, nocchiere sapiente, snocciola curiosità geologiche, ambientali, dettagli su flora e fauna, stralci di storia e archeologia tra mito e leggenda, si sofferma su eventi storici più recenti. Ti racconta che questo lago si trova nel vulcano quiescente dei Colli Albani e che con i suoi 170 metri è il più profondo d’Italia.

La zona diede i natali ai celebri fondatori di Roma, Romolo e Remo, mentre sui resti dell’antica Alba Longa e della residenza dell’imperatore Domiziano sorgono i giardini delle ville pontificie di Castel Gandolfo.

Ti riferisce dell’emissario artificiale inventato dai romani nel IV secolo a.C.  per mantenere basso il livello dell’acqua e prevenire tracimazioni, problema che purtroppo oggi non si pone. Tra i tanti misteri del lago ancora da decifrare, scarsamente indagato per enormi difficoltà esplorative, l’emissario è una delle più antiche testimonianze romane di ingegneria idraulica. E’ una struttura di straordinario valore storico, archeologico e geologico.

Nel 398 a.C., i romani già in difficoltà perché l’assedio di Veio durava da più di otto anni senza esito favorevole, secondo il racconto di Tito Livio consultarono l’oracolo di Delfi per mezzo di ambasciatori. C’era stata una pestilenza, poi il misterioso innalzamento delle acque del lago con ingenti danni ai terreni circostanti aveva terrorizzato la popolazione. Il vaticinio fu chiaro: vincerete la guerra solo se costruirete un emissario attraverso il quale far defluire le acque secondo precise prescrizioni rituali. E così fu: venne realizzato in un solo anno sulla scia di conoscenze acquisite da etruschi e greci.

Il capitano del battello ti racconta anche della stazione di pompaggio delle acque in gestione al Vaticano grazie a una concessione risalente al 1931 con cui vengono innaffiati gli estesi giardini di Castel Gandolfo. In corrispondenza della riva settentrionale del lago, Bronzi ti racconta del villaggio delle macine di età del Bronzo, il più grande sito archeologico palafitticolo d’Italia: evidentemente, da queste parti è accaduto più di qualcosa di rilevante, è cominciata la storia della nostra civiltà. Purtroppo tutto ciò che era stato preservato per millenni restando sommerso, emergendo a causa dell’abbassamento del livello del lago è stato distrutto.

La traversata regala anche lo spettacolo cromatico dell’acqua e dei suoi riflessi cangianti dal blu al verde smeraldo, di una struggente bellezza specie in corrispondenza del convento di Palazzolo, tra gli scorci meno conosciuti. Posto tra boschi sul costone più incontaminato del lago, oggi ospita un collegio religioso inglese. In un’ora di navigazione si vivono sensazioni e suggestioni molteplici, così intense e belle da dimenticare guasti antichi e nuovi, privati e collettivi, ambientali e sociali. Peccato dover scendere. È un’esperienza da non perdere!

Per effettuare il tour è necessario prenotarsi al numero 347-6104110.

 

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