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Velletri – “Lottiamo per lasciare aperta la Casa di Riposo Berardi”: le ragioni dei manifestanti nelle parole di Gianni Cerini e Danilo Rossi fotogallery

Velletri - Manifestazione per salvare la Casa di Cura Berardi dalla chiusura (FOTO)

Appaiono ben determinati a non far calare il sipario sulla Casa di Riposo Berardi di Velletri, i manifestanti che da questa mattina si trovano in via Fontana delle Fosse, proprio all’entrata della struttura che è frutto del lascito di Agostino Berardi, che nel 1905, alla sua scomparsa, lasciò un testamento olografo col quale donava il suo patrimonio per la fondazione del pio istituto, che doveva essere intitolato a suo padre, sua madre e sua moglie.

Dopo decenni di onorato servizio per la struttura, in uso per l’assistenza agli anziani e realizzata agli inizi degli anni ’60, potrebbe essere arrivato il momento della chiusura, finalizzato – almeno ufficialmente – ad un adeguato recupero edilizio, per procedere ai lavori di ristrutturazione necessari alla prosecuzione delle attività, visto che la struttura – a detta del Consiglio d’amministrazione della Fondazione, che ha deliberato la chiusura – necessita di una serie di innovazioni strutturali essenziali, così come già intimato in passato dalla ASL.

Non la pensano affatto così i manifestanti, ben determinati ad evitare la chiusura della Casa di Riposo, con un’azione capillare ed incisiva, che ha fatto si che fin qui non tutti gli ospiti lasciassero la struttura,  che è stata a lungo un punto di riferimento in termini di servizi di tipo socio-assistenziale e infermieristico per anziani non più autosufficienti.

All’origine della paventata chiusura le conclamate difficoltà economiche, che a detta del Comitato sarebbero però facilmente superabili. A farsi portavoce dei manifestanti è stato l’ex consigliere comunale Gianni Cerini, che ai microfoni di “Castelli Notizie” ha dettagliato la posizione del Comitato (VIDEO):

“E’ stato costituito un Comitato dei familiari degli ospiti per la salvaguardia dell’Opera Pia G.F. Berardi, nata da una donazione che imponeva la costruzione di una struttura assistenziale per gli anziani. Con la trasformazione dell’ex IPAB (Istituto pubblico di assistenza e beneficenza, ndr) in Fondazione, a dispetto di altre soluzioni più vantaggiose, la Fondazione stessa non ha adeguato l’autorizzazione che aveva, dovendo chiederla al Comune. Sono state fatte delle lettere e il Comune nel 2022 ha fatto un’ordinanza di chiusura. Il Comitato ha ricevuto alcune copie di documentazioni dei bilanci, dalle quali è emerso che nel 2017 c’era un attivo di oltre 700mila euro, divenuti 400mila 2018, 200 nel 2019, 20 nel 2020, fino al negativo del 2021, a conferma che qualcuno non ha saputo gestire al meglio. Con quei conti perché non sono stati fatti gli adeguamenti?  Parlano di questioni strutturali ma non è la verità – ha aggiunto Cerini -. Ho la relazione statica sulla struttura, effettuata con tanto di carotaggi sui pilastri di cemento, e relazione geologica, ed è idonea all’uso. Al contrario non è regolare la pratica amministrativa, visto che con la nuova legge regionale le RSA devono avere dei requisiti diversi, per una adeguamento tecnico. Andava semplicemente fatta la richiesta, con tanto di documenti, perché se si hanno i requisiti per avere l’autorizzazione regionale ci sono anche per quella comunale”.

Cerini ha poi articolato il suo pensiero: “Non è una struttura della Chiesa o del Comune, ma donata alla città. Il Berardi la mise sotto il controllo della Chiesa, ma non glie l’ha data. Il Cda della Fondazione dovrebbe portare avanti lo scopo della Fondazione, ovvero i servizi di assistenza, altrimenti dovrebbe essere commissariato e per questo abbiamo fatto una richiesta di commissariamento.  Il Comitato – ha ribadito Gianni Cerini – ha dato incarico ad un avvocato che ha fatto una diffida anche alla Corte dei Conti, ravvisandosi gravi inadempienze.

Quanto agli altri ospiti sono stati mandati via, con un’azione coercitiva che abbiamo segnalato, in cui si invitavano i pazienti ad andare via, tanto che c’è la mamma di una familiare che ogni giorno trova sul letto un fagotto con dentro le sue cose. Immaginate che strazio per queste persone, che hanno tra gli 80 e oltre i 100 anni!”.

“Perchè si vuole chiudere? – si è chiesto Cerini -. Forse per mandare tutto a Propaganda Fide, dove il donatore aveva espressamente chiesto che finisse nel caso fossero sorti problemi…Ci chiediamo perché non sia stato chiesto un prestito di 2-300mila euro al Vescovo, che ha componenti nel CDA e ha avuto 1 milione e mezzo di euro dall’8x 1000″.

Cerini ha quindi svelato che “impugneremo tutti gli atti che mirano alla chiusura definitiva e allo smantellamento del lascito. Ci sono delle situazioni che oggi ancora non sappiamo, mancando dei documenti essenziali e il foglio che abbiamo compilato e consegnato è proprio finalizzato a capire in che situazione siamo”.

Concetti articolati anche da Giovanna Centi: “L’Opera Pia Berardi fa parte della storia di Velletri e colpirla significa colpire Velletri. Ci stiamo impegnando affinché la legge sia rispettata e i principi di solidarietà e di rispetto, nonché di difesa dei più fragili, siano veramente attuati nei fatti e non solo nelle dichiarazioni. Il nostro è un intervento di collaborazione e stiamo cercando di appurare delle verità documentali, perché ci preme la salvaguardia di questa struttura e la difesa e valorizzazione di principi fondanti del nostro vivere civile previsti dalla Costituzione italiana e dai principi religiosi in cui crediamo”. 

Non è mancato un intervento da parte dell’ex consigliere comunale Danilo Rossi: “Mi duole constatare che un presidio sociale per i ceti meno abbienti, che ha una tradizione e una storia legata alla curia vescovile, al Comune e alla Regione, venga abbandonato nell’indifferenza generale. Quello che sta andando in scena è un duro attacco che si crea nel tessuto sociale di Velletri, per le persone deboli che hanno bisogno di aiuto. Non do colpe a nessuno, ma l’esito lascia perplessi e sgomenti. Non si doveva arrivare a questo punto e mi meraviglio anche per le persone qualificate che sono nel consiglio di amministrazione…”.. 

La manifestazione è stata presidiata dal personale in forza al Commissariato di Polizia di Stato, coordinato dal Dirigente, il vicequestore Raffaele Franco, e dai Carabinieri della Stazione di Velletri, con in testa il luogotenente Michele Fiorentino. 

A questo punto si attende la giornata di domani, quella di martedì 1° agosto, visto che la “palla” passerà alle autorità, chiamate ad assicurare che possa essere portata a compimento l’ordinanza di chiusura emessa dal Comune, slittata dal 30 giugno al 31 luglio (la prima ordinanza comunale che dispone la chiusura è datata 3 febbraio 2022, e nella stessa si indicava la necessità di adeguare la struttura secondo le più recenti normative in materia, cosa che la Fondazione non è stata in condizione di sostenere. E un progetto di restauro, al momento, non sembra neppure esserci, come neppure una data orientativa di una possibile riapertura…).

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