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Uva, ai Castelli Romani distrutti raccolti per oltre 900 ettari: la Peronospora sta facendo danni ingenti

agricoltura uva

E’ ormai una vera e propria lotta contro il tempo quella che vede tanti agricoltori mobilitati per salvare il salvabile di fronte agli ingenti danni causati dalla peronospora, una malattia trofica causata da organismi parassiti che sottraggono risorse alla pianta ospite per mezzo di rapporti anatomici e fisiologico. L’esito degli attacchi di peronospora è spesso letale, e purtroppo ai Castelli Romani, secondo una stima di Coldiretti, sono andati distrutti già i raccolti di oltre 900 ettari di terreno, che hanno compromesso i vitigni della Malvasia, del Trebbiano, Sangiovese e Montepulciano e, tra le altre, le produzioni di vino Doc Frascati, Doc Castelli Romani, Doc Minori e Igt Lazio.

In quest’area la distribuzione dell’infezione è ancora in evoluzione e il bilancio potrebbe essere anche peggiore di quello stimato tra il 20 e il 90%. Stesse percentuali stimate a Rieti tra Magliano Sabina e le aree limitrofe, dove sono stati distrutti 100 ettari di vitigni Malvasia, Cabernet, Merlot, Sangiovese e Montepulciano, per la produzione del vino Colli della Sabina Doc.

La peronospora è un fungo che colpisce da sempre le viti, ma quest’anno, a causa delle fortissime piogge che hanno caratterizzato la primavera, si è diffuso in maniera inconsueta e devastante in tutto il territorio. La produzione di uva, in molte zone della nostra Regione, potrebbe calare in maniera drastica, andando oltre il 50% rispetto al 2022, con il fallimento di centinaia di aziende. Allarme ancor più grave per chi fa coltivazioni biologiche, circa il 15% delle 18mila aziende presenti nel Lazio.

Nelle scorse settimane anche il direttivo dell’Aspal Lazio aveva lanciato un appello disperato alle istituzioni, parlando addirittura di 50% di raccolto già andato in fumo nel settore vitivinicolo, che da sempre è uno dei comparti più importanti dell’agricoltura laziale e nazionale. “Questo comparto, come tutta la nostra agricoltura, già versava in condizioni pietose per effetto della pandemia e degli eccessivi costi fissi di gestione,c ome il gasolio agricolo, la corrente e fertilizzanti  – aveva dichiarato il Presidente Stefano Giammatteo -, adesso ci mancava anche la peronospera, che sarebbe un fungo, che con le pioggia intense di maggio ed anche di giugno, è diventata incontenibile e intrattabile. In molte zone del nostro territorio regionale, i danni ammontano al 50% di perdite di produzione e nelle zone con meno infezioni, le perdite arrivano comunque al 20 /30%. Nelle altre regioni italiane la musica è d’altronde la stessa, con gli stessi danni e le stesse perdite di produzione di uva. In virtù di questa situazione, facciamo appello ai comuni del nostro territorio, di concerto con la Regione Lazio ed anche il ministero di competenza, affinché si intervenga immediatamente per sostenere questo comparto vitivinicolo, che da sempre è stato il fiore all’ occhiello dell’agricoltura italiana e che mai come adesso è seriamente a rischio fallimento”.

Le violente precipitazioni nelle scorse settimane, che si sono alternate ad ondate di caldo e siccità, non hanno risparmiato neanche il settore vitivinicolo, creando un ambiente fertile per la diffusione della peronospora. Questa malattia fungina può causare gravi danni alle viti e compromettere la capacità produttiva dei vigneti e con essa la tenuta economica delle aziende e delle strutture cooperative che operano nel comparto. A confermarlo è Coldiretti Lazio nel corso di una audizione in Regione, in cui ha chiesto di stanziare, tramite un fondo ad hoc o per mezzo di altri strumenti finanziari, risorse a sostegno del reddito degli agricoltori, a causa delle mancate produzioni, per evitare la chiusura di molte aziende e scongiurare la perdita di posti di lavoro. A rischio, infatti, c’è la produzione di molti vini pregiati del Lazio.

“E’ stato compromesso il raccolto delle viti nel Lazio – spiega il presidente della Federazione regionale di Coldiretti, David Granieri – a causa delle forti piogge. La situazione è preoccupante e il raccolto è quasi completamente compromesso. E’ necessario intervenire con un sostegno immediato alle aziende agricole e non solo alle cantine. Per i nostri agricoltori, che rappresentano i custodi e la salvaguardia del Made in Italy, sarà un anno di crisi, difficile da affrontare senza raccolto. Hanno bisogno di essere supportati. Misure come la distillazione di crisi, non sono sufficienti e non arrivano agli agricoltori, che sono coloro che hanno pagato il prezzo più alto di questo disastro ambientale e devono essere salvaguardati”.

Intanto la commissione Agricoltura del Consiglio regionale, presieduta da Valentina Paterna, ha ascoltato lunedì 24 luglio gli agricoltori e amministratori locali per avere un quadro della situazione nel settore dopo l’infezione da peronospora, che sta mettendo in ginocchio gran parte delle aziende del Lazio.

All’audizione, a rappresentare i produttori, erano presenti: Alessandro Mezzi, Cia Lazio; Lucilla De Leo, Coldiretti Lazio; Donato Scipione, Confagricoltura Latina; Tullio Galassini, Consorzio Vini Roma; Pina Terenzi, Consorzio di tutela Cesanese del Piglio; Bruno Ferretti, azienda agricola Pietra Pinta;Marco Carpineti, azienda agricola Carpineti; Silvano Lulli, industria vitivinicola Lulli; Nazareno Milita,azienda vinicola Cincinnato; Gianluca Giannini, Cantina Villa Gianna; Stefano Giammatteo, Aspal Lazio;  Antonio Cosmi, Federazione italiana vignaioli indipendenti.

Numerosi anche gli amministratori locali: Mauro De Lillis, sindaco di Cori; Dolores Maioranas, Comune di Sezze; Gianfranco Cancellieri, vicesindaco Castiglione in Teverina; Giuseppo Moltura,sindaco Civitella D’Agliano; Giulia De Santis, sindaca Montefiascone; Luigi Serafini, vicesindaco Comune di Tarquinia; Antonio Porri, consigliere comunale Vasanello; Federico Porri, funzionario Comune di Orte.

Unanime la richiesta arrivata alla commissione: chiedere al Governo la proclamazione dello stato di emergenza, per garantire un ristoro ai produttori, un fondo di rotazione regionale per far fronte alle spese immediate, un tavolo permanente sul settore per avere un monitoraggio continuo sui problemi del settore.

L’amministrazione regionale, rappresentata da Paolo Gramiccia, area controlli della direzione regionale Agricoltura, ha spiegato che “stiamo lavorando per presentare un dossier al ministero per chiedere una deroga e poter arrivare alla richiesta dello stato di emergenza. Altrimenti, infatti, visto che la peronospora rientra fra i danni assicurabili da parte degli agricoltori, non sarà possibile alcun risarcimento da parte dello Stato. C’è da considerare che nel Lazio le aziende coperte da assicurazione sono appena l’18 per cento del totale. Un dato molto più basso rispetto a tante altre Regioni che arrivano al 30 per cento e su cui dobbiamo lavorare con una campagna informativa. C’è da considerare che lo Stato rimborsa fino al 70 per cento del premio assicurativo”.

Secondo il consigliere Salvatore La Penna (Pd), che ha chiesto l’audizione: “Arriva un grido d’allarme molto importante da questo settore, che rappresenta per la nostra Regione una spinta produttiva di primo livello. Servono sia risposte immediate che di medio e lungo periodo. Serve la dichiarazione dello stato d’emergenza, serve una modifica del piano assicurativo. Chiediamo alla Giunta di portare questa posizione alla Conferenza Stato Regioni. Da punto di vista regionale, chiederemo di inserire già nell’assestamento di Bilancio una prima risposta immediata, anche se necessariamente parziale”.

Secondo Vittorio Sambucci (FdI): “Il Bilancio regionale ha risorse limitate, il ministero deve fare la sua parte. La politica sostenga un comparto essenziale per la nostra economia, attiveremo tutte le procedure necessarie. Serve anche un intervento per aumentare il numero degli agricoltori che si assicura, vista la frequenza di calamità che si stanno verificando negli ultimi anni”.  Dello stesso avviso Enrico Tiero (FdI):  “Dobbiamo attivare iniziative a breve, medio e lungo raggio. Dobbiamo cercare di non rincorrere i problemi. La diffusione dell’assicurazione è un fattore positivo, bisogna correggere aspetti negativi, implementare e incentivare. Possiamo pensare a introdurre dei fondi per abbattere i premi. Bene il tavolo permanente per cercare di trovare insieme le soluzioni. Come Regione cercheremo di aiutare in tutte le maniere questo mondo. L’assessore Righini sta già lavorando molto”.

Sul tema del tavolo di confronto, è tornata anche la presidente Paterna, chiudendo l’audizione: ”Su una cosa siamo tutti d’accordo – ha spiegato – l’importanza di incontrarci più spesso. Per questo prendiamo da subito l’impegno di incontrarvi di nuovo a breve, per valutare come si evolve la situazione”.

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