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L’affascinante studio dell’Emissario del lago Albano: 1.420 metri da via dei Pescatori a Castel Gandolfo ai Vasconi di Albano

C’è chi lo ricordava ancora in funzione, chi pur abitando in zona non ne conosceva neanche l’esistenza, chi invece lo aveva visto solo nelle tavole del Piranesi nel suo “Antichità d’Albano e di Castel Gandolfo” datato 1764. Per tutti una scoperta entusiasmante e dal grande valore storico archeologico. Parliamo dell’incile, ossia l’area monumentale che si trova prima del canale sotterraneo dell’emissario del lago Albano; ossia la grande opera idraulica di regolazione del mondo antico, che congiunge, per una lunghezza totale di 1.420 metri, via dei Pescatori a Castel Gandolfo fino alla località Le Mole, nel Comune di Albano, in prossimità dei cosiddetti vasconi.

Emissario lago Albano

Sabato 17 e domenica 18 giugno si sono svolte due giornate di apertura straordinaria, resa possibile dal grande e appassionato lavoro, svolto a titolo gratuito, dalla Federazione speleologica Hypogea, della presidente Carla Galeazzi, che riunisce 3 gruppi speleologici di Roma con differenti qualifiche: Roma Sotterranea, attiva in ambito speleoarchelogico, Asso, che si occupa di speleologia subacquea, ed Egeria Centro Ricerche Sotterranee, che costituisce la componente più speleologica, attiva dal ’95 nelle ricerche sulle vie dell’acqua ai Colli Albani.

“Abbiamo riscontrato un grande interesse e questo ci ha riempito di gioia – ha detto Carla Galeazzi -. La finalità degli incontri è stata quella di fare il punto sui lavori fin qui portati avanti, nell’ambito del progetto Albanus, e sugli obiettivi finali”.

Emissario lago Albano

Il progetto Albanus muove i suoi primi passi nel 2009, ma solo cinque anni dopo ottiene tutte le autorizzazioni da parte degli Enti competenti: Soprintendenza, Parco dei Castelli Romani e i Comuni di Castel Gandolfo e Albano. È concretamente nel 2013, quindi, che tecnici e studiosi possono iniziare ad operare per la valorizzazione e tutela dell’antico emissario, attraverso uno studio autofinanziato dai ricercatori stessi, con l’obiettivo di porre le basi per successivi studi volti alla conoscenza dell’idraulica del mondo antico. In pratica i ricercatori hanno scandagliato il tracciato interno dell’emissario e percorso circa 36 metri da via dei Pescatori e 950 metri dall’ingresso da via delle Mole. Rimangono al momento inesplorati altri 400 metri di tragitto per via della presenza di acqua e fango.

Sebbene l’emissario non recepisca più dal vicino lago, il cui livello come è noto si è fortemente abbassato, infatti, la presenza di falde sospese continua ad assicurare la presenza dell’acqua, che è stata convogliata, grazie alle attività in corso, verso i vasconi di Albano, tornati a nuova vita e impreziositi anche con delle installazioni a ricordo dell’antico “rito” delle lavannare, rievocando così il contesto storico anche dell’emissario del 400 a.C..

Gli studi sull’emissari del lago Albano

Lo studio del tracciato all’interno dell’emissario, parliamo di un condotto artificiale di 2,50 metri di altezza e 1,30 metri di larghezza, era stato già percorso da altri ricercatori negli anni ’70, ma la presenza di acqua aveva limitato le attività e reso impossibile lo studio delle pareti e delle tipologie realizzative dell’opera idraulica.  “Abbiamo fatto rilievi topografici e architettonici e soprattutto abbiamo fatto varie analisi delle acque che sono risultate balneabili – ha spiegato ancora Galeazzi -. Il nostro obiettivo finale, che speriamo di raggiungere nell’arco di un anno, è quello di riuscire a rendere fruibile ai visitatori il canale dall’incile per un percorso di 700 metri, fino alla grande colata di stalattiti che ostruiscono quasi totalmente il condotto”.
L’obiettivo di Hypogea è inoltre quello di prevedere intanto nuove aperture almeno a cadenza mensile, per riuscire a soddisfare tutte le richieste pervenute.

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