Attualità

Grottaferrata – Spiritualità, liturgia ed emozioni nel primo incontro di avvicinamento al Millenario dell’Abbazia

Ricordi, emozione e grande partecipazione questa mattina al terzo convegno di preparazione al Millenario della consacrazione della Chiesa alla Santa Madre di Dio nell’Abbazia di San Nilo di Grottaferrata. Un incontro dedicato alla spiritualità liturgica e i fedeli, organizzato dalla Congregazione Italia Monaci Basiliani, grazie al contributo attivo della Regione Lazio e che ha visto gli interessanti interventi del prof. Alessio Conti e del prof.Carmelo Pandolfi. Presenti S.E. Rev.ma Cardinal Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi e amministratore apostolico dell’Abbazia di San Nilo, il sindaco Mirko Di Bernardo , la dott.ssa Maria Sole Cardulli della Direzione regionale dei Musei del Lazio e, ad introdurre e moderare i lavori preparatori dell’evento di evangelizzazione, l’Egumeno dell’Abbazia, Padre Francesco De Feo.

Ad aprire gli interventi  è stata la Dott.ssa Maria Sole Cardulli che, in rappresentanza del Ministero, ha ricordato l’importanza di eventi come questo che, realizzati in comunione con la comunità monastica che lo abita, sono capaci di tenere in vita questo luogo così importante come l’Abbazia.

A portare i saluti della città è stato il sindaco Mirko Di Bernardo, che si è detto orgoglioso di partecipare alle celebrazioni per il Millenario insieme alla comunità dell’Abbazia, nel rispetto dei ruoli. “Come amministrazione – ha sottolineato il sindaco – ricordiamo sempre l’importanza della figura di San Nilo che per noi rappresenta un unicum perché San Nilo è sia patrono che fondatore della città e questa duplice veste riesce ad un unire l’aspetto religioso e quello laico. Dentro i festeggiamenti della nostra radice storica, rappresentata dall’Abbazia, si riunisce non soltanto un popolo ma tanti aspetti culturali differenti. Il Comune è quindi in prima linea per questi festeggiamenti, mettendo a disposizione anche delle risorse che possono essere dispiegate sul territorio.

Penso nello specifico alla risorse che stanzieremo per riqualificare l’area dell’ex Mattatoio che sarà messo a servizio del Millenario per diventare un Polo universitario dedicato al restauro del libro antico in sinergia con l’Abbazia ma ricordo anche la recente firma di una convenzione con l’Università Regina Apostolorum e l’Università Europea di Roma per la realizzazione di una scuola di alta formazione del cristianesimo orientale. Tutto è nato dall’Abbazia e noi siamo fortemente vicini in un cammino costante. Ricordo poi che, dopo l’esito purtroppo non positivo dello scorso anno, ripresenteremo entro luglio la candidatura di Grottaferrata come Capitale del Libro”.

Dopo i saluti istituzionali è stata la volta dell’intervento di Alessio Conti, dottore di Ricerca in Filosofia, licenziato in teologia, già professore di religione, oggi docente di Filosofia e Storia al Liceo Scientifico di Grottaferrata Bruno Touschek e autore di numerosi saggi e libri. Conti, attraverso un emozionante e particolareggiato racconto in cui ha riportato alla mente momenti della sua infanzia legati all’Abbazia e declinati attraverso la sua condizione di non vedente, ha rievocato suoni e profumi capaci di generare ricordi indelebili. Una liturgia partecipata dall’uomo nel suo intero che, attraverso l’ausilio dei sensi, riesce a immergersi nella sua comprensione più profonda.

L’odore di vino che traboccava dal tinello dove Fra Neofito faceva il vino, il rumore dei piedi trascinati da Fra Damiano che per una vita intera ha portato il cestino per la raccolta dell’elemosina, la Santa Messa di Pasqua, i colpi vibrati con forza da Padre Paolo per annunciare la notizia della resurrezione, il profumo delle viole, le foglie gettate nei giorni della Settimana Santa e prima delle festa. Una liturgia viva nei ricordi e che, auspica Conti, proveniente da una famiglia di “badianti,” ossia quelle famiglie criptensi che vivono in pieno la spiritualità dell’Abbazia, potrà formare ancora tanti giovani.

“Sono convinto che questa tradizione che ha irrorato la mia vita – ha aggiunto – possa continuare a inondare la vita di altri giovani cittadini di Grottaferrata e quella di chi arriva da fuori. Il mio augurio è quindi che chi arriva da un altra città non sia straniero a se stesso e a questo luogo e che qui possa ritrovare la pace, il silenzio e la preghiera di cui l’uomo ha tanto bisogno. Il mio è poi un ringraziamento per quei monaci che mi hanno insegnato a gustare e vedere quanto questa pace sia feconda sia per l’oggi che per il domani, con l’auspicio che si possa continuare ad avere una comunità viva che, seppur in tempi mutati, riesca a dare voce a questo straordinario carisma”.

È intervenuto poi il prof. Carmelo Pandolfi, docente universitario di Storia della Filosofia medievale, cittadino delegato per il Millenario e membro del Comitato Scientifico del Millenario, autore di numerosi articoli, saggi, traduzioni e volumi, che ha illustrato i prossimi appuntamenti caratterizzanti questo percorso di avvicinamento al millenario da lui coordinato e che vedranno protagonisti le associazioni e i cittadini in prima persona.

Pandolfi, in una appassionata sintesi della sua esperienza personale intessuta dell’incontro tra la rivelazione e il desiderio di incontrare il Dio vivente nel logos, ha condiviso un ricordo importante che risale alla sua adolescenza, quando, in contemporanea con la Fiera di Grottaferrata, quindi in periodo di quaresima, si svolgeva all’Abbazia la meravigliosa liturgia di San Giovanni Crisostomo, per lui, giovane, ancora poco comprensibile nelle forme e nelle parole. “Da lì – ha detto – la necessità di comprendere, di studiare e di capire. Potrei dire che per me la divina liturgia ha rappresentato una stigmate, una sorta di imprinting che mi ha detto quanto è bello studiare per capire”.

Una fede, potremmo aggiungere, arricchita e illuminata dalla ragione e dalla conoscenza, capace oggi di trasmettere con l’esempio di vita il messaggio contenuto nella parola di Dio.

Ha concluso gli interventi di questa mattinata di avvicinamento sua Eminenza, il Cardinale Marcello Semeraro, ricordando l’importanza dell’operatività e del grande lavoro svolto ogni giorno dai monaci, come testimonia, ad esempio, il servizio  di Caritas che ormai da qualche anno fornisce assistenza ai più poveri. “Un segno importante – ha sottolineato – perché anche così si cantano le lodi del Signore. Ora, se il Millenario deve ricordare un passato, così come è stato fatto negli interventi che abbiamo ascoltato, l’auspicio è che questo monastero continui a vivere ed esserci insieme ai suoi monaci che lo hanno aiutato a crescere e vivere. Il monastero poi sarà ricordato perché dentro ci sono persone delle quali ci si ricorda; perché hanno teso una mano, aiutando chi aveva bisogno. Noi abbiamo bisogno di ricordare per avere speranza e, celebrare un evento del genere come questo del Millenario, anche coltivare la speranza”.