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Esami di Maturità 2023, il 21 giugno la prima prova. Paolo Crepet: “La confusione degli studenti è sconcertante”

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Il conto alla rovescia verso la Maturità 2023 volge al termine. Mercoledì 21 giugno si svolgerà infatti la prima prova, seguita all’indomani dalla seconda prova e, dove prevista, dalla terza, in programma il 27 giugno. Il tutto si concluderà poi con gli orali, in attesa del voto e del “rompete le righe” verso l’estate.

Sarà questa la maturità che segna il ritorno alla normalità, con massima attenzione al vissuto del periodo Covid. Gli studenti potranno affrontarlo con serenità, ma con serietà”. Così all’Adnkronos Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio in merito all’Esame di Stato che gli studenti dovranno affrontare a partire dal 21 giugno prossimo con la prima prova scritta.

“Sarà un momento importante per segnare la chiusura di un capitolo di formazione – aggiunge Costarelli – e auguro agli studenti di viverlo pienamente perché resterà nel loro futuro per sempre”.

“È importante considerare che l’esame di Maturità è un momento cruciale nella vita degli studenti, che richiede una preparazione adeguata sia dal punto di vista accademico che emotivo”. Così all’Adnkronos Giuseppe Lavenia, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo in merito a ‘uno stato di confusione’ che stanno vivendo i maturandi, segnalato in una recente indagine di Skuola.net.

“La mancanza di consapevolezza riguardo alle date, alla struttura delle prove e alle materie coinvolte può aumentare l’ansia e la confusione dei maturandi, compromettendo il loro rendimento e il loro benessere psicologico“.

Secondo Lavenia, “ciò solleva interrogativi sul modo in cui le informazioni vengono comunicate agli studenti e su quanto siano accessibili e comprensibili. È importante che le istituzioni scolastiche e il sistema educativo si impegnino a fornire informazioni chiare e dettagliate sull’esame di Maturità, garantendo che gli studenti abbiano familiarità con le regole e le procedure coinvolte.

La confusione e l’incertezza – chiarisce Lavenia – potrebbero derivare anche da cambiamenti frequenti nel formato dell’esame di Maturità. Questi cambiamenti, se non gestiti in modo adeguato, possono contribuire a un senso di instabilità e disorientamento, mettendo a rischio la loro preparazione e il loro successo nell’esame”.

“Come professionisti della salute mentale, è importante sostenere gli studenti in questo periodo critico. Oltre a fornire loro informazioni chiare e accurate sull’esame, è essenziale offrire sostegno emotivo, insegnare strategie di gestione dello stress e promuovere una visione equilibrata del successo e dell’autostima. Inoltre – conclude Lavenia -, è necessario che le istituzioni educative e il sistema scolastico si impegnino a valutare e migliorare costantemente il modo in cui le informazioni sull’esame di Maturità vengono fornite agli studenti.

Ciò può includere l’implementazione di programmi di orientamento più efficaci, la creazione di risorse informative accessibili e la promozione di un dialogo aperto tra gli studenti, gli insegnanti e i dirigenti scolastici”.

Sulla Maturità si è espresso, sempre all’Adnkronos, anche lo psichiatra Paolo Crepet: “E’ sconcertante. Quale confusione, quale disagio, la pandemia? Assolutamente no. E’ la fine della scuola, in tanti anni si è riusciti a distruggerla e il risultato sono i falsi positivi di chissà quale disagio”. 

“C’è il disagio per la scuola, per l’esame ma non per andare a bere lo spritz – evidenzia Crepet – certo la scuola italiana promuove tutti in un tripudio di generosità e di gioia. Quando l’esame di maturità promuove il 99% degli studenti, vuol dire che è tecnicamente fallita”.

Secondo lo psichiatra “a pochi giorni dall’esame non si può non avere chiaro come questo si svolga, o non aver ancora compreso come si svolge la prima prova – sottolinea – ma allora mi chiedo in questi ultimi mesi, giorni, cosa è stato fatto, di cosa si è parlato in classe: non è possibile. Ma quale stato confusionale: queste sono le macerie di un bombardamento della scuola negli ultimi 30-40 anni. E
credo che questo sia un gong, un allarme e che sia necessario intervenire in qualche modo perché questi ragazzi sarebbero il futuro, ma quale futuro”.

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