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Rocca di Papa, buona la prima per “La Strana Compagnia”: la nuova commedia dialettale è un tripudio di risate e applausi fotogallery

Rocca di Papa - "La Strana Compagnia" sul palco con una nuova commedia dialettale

È stato un ritorno sul palco colmo di emozione, all’insegna delle consuete e indimenticate risate.

Nella serata di ieri, giovedì 18 maggio al Teatro Civico di Rocca di Papa, con il nuovo spettacolo dialettale “Basta ‘npuce trento a’ recchia”, “La Strana Compagnia”  ha riabbracciato il suo caloroso pubblico, dopo il complicato periodo di pandemia.

Una sala strapiena è accorsa per assistere alla prima della nuova commedia in dialetto, del regista e presidente Mario Giovanetti, messa in scena da 11 attori non professionisti, tra volti storici – sebbene poco riconoscibili nei loro travestimenti femminili – e reclute più recenti.

Storie di pettegolezzi, di chiacchiere da bar, di voci di paese che corrono veloci al ritmo di parlate incalzanti in vernacolo, intervallate dalla sublime interpretazione di Lorena Gatta col suo accento francese, e dalla compostezza di Angelo Querini, nei panni di un “colonnello” cantore di antiche gesta.

Comici già dall’aspetto Roberto Sellati, Luigi Mele e Fabrizio Castri, nelle vesti di tre pettegole alle prese con un “giallo” tutto da risolvere, accompagnate dagli ottimi Andrea Cocozzoli, Luigi Carfagna e Massimo Onesti, quali mariti caduti nel bel mezzo di un comico equivoco. E poi ancora, Luca Brunetti, Donatella Casciotti e Claudia Sellati.

Gli applausi sono stati il miglior compenso per la “strana” e divertentissima compagine teatrale, che non ha mancato di mostrare emozioni e fragilità – tramutate anch’esse in risate -, in una prima che di certo non ha deluso le aspettative.

3 ancora le date per i successivi spettacoli, tutti sold out, mentre una replica è stata annunciata il 20 luglio all’aperto, nel parco comunale dei Campi d’Annibale.

Mentre ad aprire lo spettacolo è stato Salvatore Giovanetti, una colonna della compagnia, i saluti finali sono spettati al presidente Mario, il quale, sottolineando il passare del tempo e la memoria non più di ferro, ha voluto lanciare un messaggio ai giovani, affinché si avvicinino alla Strana Compagnia e ne costituiscano quel necessario ricambio generazionale capace di garantire un futuro a questa bella e coinvolgente tradizione degli spettacoli in dialetto roccheggiano.

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