Politica

Velletri – Pur di provare a vincere Pocci si apparenta con chi l’ha tradito. Solo venerdì Favetta diceva di lui: “Non puoi amministrare perché non sei capace”

Rischiare di perdere salvando l’onore e il proprio orgoglio o, al contrario, rischiare di vincere andando a patti con chi ti ha tradito, scaricandoti e dicendoti che non sei capace ad amministrare?  Un dilemma che è durato poco quello che ha afflitto per qualche ora Orlando Pocci.

Il dopo voto non è stato facile per il sindaco uscente del Comune di Velletri, reduce dal 32,94% ottenuto nel primo turno, con quasi 12 punti percentuali in meno del candidato sindaco Ascanio Cascella, che ha prevalso al primo turno e lo sfiderà al ballottaggio.

Quasi 3mila voti in meno e i grattacapi nel cercare di capire come recuperarli, nel mezzo di pensieri nel comprendere cosa non abbia pagato e il perché di un distacco così ampio.

Tra il vedere il bicchiere mezzo pieno (“essere approdati al secondo turno dà ancora tante speranze”) e mezzo vuoto, c’è stato il dilemma di chi è stato chiamato a valutare l’opportunità di scendere a patti con chi, solo 2 mesi fa, a due mesi dal voto, ha mollato la sua Giunta e il suo posto da assessore più in vista, per provare a fargli le scarpe.

Con Favetta o senza? è stato quindi il dilemma di Pocci in queste ore, durato effettivamente poco, visto che proprio questa mattina è arrivata l’ufficialità dell’apparentamento con Romano Favetta, che solo venerdì scorso, il 12 maggio, non aveva certo fatto sfoggio di umiltà, autoproclamandosi come l’assessore migliore della storia di Velletri: “Ho fatto quello che non ha mai fatto nessuno nella storia di Velletri come assessore”, ha dichiarato tra gli applausi dei suoi.

Eppure l’assessore che si è autodipinto come il migliore di sempre (ricordando le parole di un altro amministratore della Giunta Pocci definitosi il migliore ass, aveva deciso di mollare l’Amministrazione e il Sindaco che gli aveva dato le deleghe (deleghe che gli furono date anche a costo di tradire il patto col suo predecessore Fausto Servadio).

Motivazioni pesanti, con le quali dopo 4 anni e 10 mesi di percorso affiancati, il dimissionario assessore Romano Favetta aveva scelto di percorrere la strada in solitario, meglio ancora se riuscendo a calamitare le attenzioni del centrodestra (che poi, proprio per quel suo “peccato originale” di aver amministrato con la sinistra, aveva rispedito al mittente le sue velleità di poter essere il candidato della coalizione).

Entrambe delusi, chi più chi meno, si sono iniziati ad interrogare sul da farsi, a mano a mano che i dati arrivavano dalle sezioni.

Soppesati i pro e i contro la voglia di mantenere le leve del potere deve essere stata più forte di tutto, pur nell’imbarazzo di alcuni democratici, che non avrebbero preso bene le motivazioni ufficiali con cui Romano Favetta, che ha poi rincarato e non poco la dose durante i comizi di piazza, aveva spiegato l’addio alla Giunta e la scelta di tentare di diventare sindaco senza gli ex compagni: “Fatti salvi i rapporti personali, ho dovuto prendere atto che l’attività complessiva della ‘squadra’ politica non è stata in grado di soddisfare le esigenze della città, e questo mi pone nella condizione di pensare ad un progetto politico più marcato, concreto e vicino ai cittadini. Così ho deciso di presentarmi come candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative”, aveva dichiarato il 13 marzo, a 2 mesi esatti dal voto.

Proprio a Pocci, d’altronde, aveva recapitato il primo pensiero giusto venerdì, alla chiusura della campagna elettorale: “Cerco di esser calmo, ma parto da un incontro che abbiamo fatto ai Frati Azzurri. Il Sindaco Pocci ha detto che il bonus affitti che devono prendere i nostri cittadini che ne hanno diritto non è stato ancora dato perché la burocrazia è lunga, ma non capisco però perché in questi ultimi 20 giorni stanno facendo strade, cunette, accendendo i lampioni e hanno trovato risorse che gli servivano per farsi vedere e fare le cose. Così fanno i politicanti: si mettono in moto solo gli ultimi giorni e raccontano un sacco di frottole!”, ha aggiunto attaccando pesantemente Pocci e i suoi.

“Al Villaggio – ha aggiunto prendendo di mira quello che sarebbe stato poi il più votato tra i candidati di centrosinistra – si sono vantati di fare i murales e hanno dovuto pure buttare giù una pianta e far vedere i murales. L’unica cosa che ricordo di questo assessore, un mio ex collega (il riferimento è ad Edoardo Menicocci, ndr) sono solo due cose: che è riuscito a fare chiudere il corso H24 e questi murales. Prima ripariamo i balconi che cadono a pezzi e poi pensiamo ai murales!”, ha aggiunto Favetta tra gli applausi.

Quelli del centrosinistra – ha poi rincarato la dose nell’occasione – sono un grande gruppo e io li chiamo gli elefanti, mentre io sono il topolino”.

Poi la battuta su piazza Cairoli colorata dalle sue bandiere: “Almeno noi il Carnevale lo abbiamo fatto col comizio, loro manco ci sono riusciti!”, ha aggiunto con sarcasmo.

Poi un’altra lucidità alla sua argenteria personale: “Si prendono i meriti di aver fatto loro le attività, ma nella storia non c’è mai stato nessuno come me e se tolgono quello che ho fatto io in quell’amministrazione possono raccontare pochissimo e non hanno più nulla da raccontare”, ha aggiunto Favetta, che pure in queste ore ha ritrovato d’improvviso i motivi per lo stare insieme (è bastata la promessa di qualche poltrona?).

Stupisce che non sia pesato neppure quanto dichiarato sempre nel comizio del PalaBandinelli, quando Favetta ha demolito il Sindaco con queste parole: “Ad Orlando Pocci gliel’ho detto chiaramente: “Tu non puoi amministrare questa città perché non sei capace”…per il suo carattere, perché gli tirano la giacchetta e lui non sa dire di no ed è questa la sua debolezza”.

“Sono uscito proprio dicendogli che si può fare di più per questa città”, ha aggiunto, salvo rientrare qualche giorno dopo, rimangiandosi tutto…

Infine uno sfoggio di coerenza che è andata a farsi benedire appena pochi giorni dopo: “Tra destra e sinistra mantengo la mia coerenza ed autonomia, restando fuori dalla contesa”, aveva aggiunto.

E se martedì 16 maggio è stato tra i primi a fare un’analisi del post voto, dicendo proprio l’opposto, ovvero che si sarebbe messo intorno ad un tavolo per cercare un’intesa con “uno dei due candidati”, appena poche ore dopo non si è fatto particolari problemi a rimangiarsi quello che aveva dichiarato pubblicamente solo pochi giorni fa, quando aveva detto: “Questi dicono tante bugie, millantano tante cose, e millantano accordi. Ma io non faccio accordi perchè ho fatto l’accordo con voi, coi cittadini e il 14 e 15 sono convinto che ce la faremo…”.

E, a quanto pare, problemi non se li sono fatti neppure tutti coloro – Orlando Pocci ed Edoardo Menicocci in testa, come pure gli ex assessori “colpiti” dalle sue dichiarazioni di essere stato l’unico assessore che ha fatto qualcosa di cui ricordarsi – che sono stati ridicolizzati dalle sue affermazioni e che oggi, pur di provare a mantenere le leve del potere, fanno spallucce e finta di niente, tra lo stupore di tanti cittadini.

E’ la politica ragazzi. Turatevi il naso! O guardate oltre…


Per la cronaca ecco le dichiarazioni di Orlando Pocci, con cui ha annunciato la rinnovata convergenza con Romano Favetta, che solo a febbraio, nelle elezioni Regionali, invitata i suoi a votare una candidata di Forza Italia: “Il nostro progetto per Velletri continua. Con Romano abbiamo una convergenza programmatica e questo ci ha spinto a unire le forze per continuare con una buona amministrazione ed evitare che Velletri finisca nella mani di chi l’ha portata al collasso

Ci auguriamo che presto anche Fausto Servadio si unisca a noi: abbiamo bisogno di un risultato netto che ci dia la piena legittimità di operare per il futuro di Velletri”.
Lo stesso Pocci dal palco di Piazza Mazzini, appena pochi giorni fa, di Romano Favetta diceva questo: “Gli assessori non hanno lavorato in maniera individuale ma per un progetto di città, forse meno uno, che sotto sotto ci stava facendo scivolare nel vuoto e non ce ne siamo resi conto…”. Tutto ricomposto, nel nome del potere!