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Albano – Nuovi alberi messi a dimora dagli Scout nella “Piccola Oasi delle Mole” dove gli uccelli sono tornati a nidificare

piccola oasi delle mole albano

I ragazzi dell’Albalonga 1° Federscout sempre più impegnati a favore dell’ambiente, ma anche dell’archeologia e del sociale. Diventa sempre più bella e conosciuta nei dintorni come nella capitale la “Piccola Oasi delle Mole”, l’area di verde pubblico restituita alla cittadinanza di Albano dopo anni di abbandono e di cantieri edili e curata amorevolmente da anni dai ragazzi di diverse associazioni di Albano.

“La definizione di Oasi – racconta Vita, Capo Reparto dell’Albalonga 1°-  in realtà l’ha coniata l’università Roma 3, con un progetto che per tre anni ha affiancato il lavoro svolto in venti anni da centinaia di bambini e ragazzi di Albano. L’area, destinata a verde pubblico, come tantissimi giardini dei Castelli è rimasta abbandonata, dopo essere stata impropriamente usata come deposito di materiali dal cantiere che ha costruito nei primi anni del 2000 decine di case e villette nella zona. Fortunatamente l’area confina con la nostra sede, in via delle Mole, e questo ci ha permesso, una volta finito il cantiere e riaperto gli ingressi, di procedere alla bonifica del terreno, che è durata due anni. Io sono arrivata solo da un anno nell’associazione Scout laica Albalonga 1° (nel 1983 ero negli Scout Agesci, a Cecchina) ma dalla nascita del gruppo Federscout tutti, ragazzi e capi, hanno rimosso metri e metri cubi di scarti di cantiere, ed eliminato tutti i pericoli per i bambini di cui era disseminata l’area.

Tra i più pericolosi, tondini di ferro alti 20 cm che sbucavano dal terreno, segnalatici anche dai vicini, preoccupati per i loro cani, o blocchi di cemento, mattonelle o tegole rotte interrati alla rinfusa, dopo aver asportato il suolo fertile per i giardini delle nuove villette. Per fortuna non abbiamo mai trovato nulla di tossico o pericoloso (l’eternit e l’amianto sono stati banditi dalle costruzioni da anni), ma pezzi di asfalto, o rottami di tubi in plastica a volte ancora affiorano, ed ogni volta i lupetti o gli esploratori che li trovano ricevono un premio quando li segnalano ai più grandi, che provvedono a rimuoverli.

Un momento critico – continua Vita – si è avuto quando ci siamo accorti che stavano asportando ulivi secolari per metterli nelle nuove villette, di fronte alla minaccia di denuncia le ruspe hanno desistito, e gli ulivi, vecchi anche di
600 anni, sono ancora di proprietà comunale. In questi 20 anni le varie amministrazioni succedutesi hanno potuto verificare come è possibile, senza nessuna spesa per i contribuenti, tenere aperto un parco che, nel periodo di pandemia, è stato un vero salvavita non solo per i residenti, che normalmente possiedono già un bellissimo giardino, ma che amano portare i loro cani a correre nel parco, ma soprattutto per le persone di Villa Ferraioli, o Pavona, o altre zone ad alta densità abitativa di Albano, che venivano qui a respirare e muoversi, e molte volte anche ad aiutare i ragazzi delle varie associazioni nella gestione del verde..

Sia per il Tai Chi in Cina, che per lo Yoga in India, la pratica all’aperto è considerata molto più efficace che nelle stanze chiuse, per quanto attrezzate come quelle del Dojo Zen, altra APS che contribuisce al mantenimento dell’area, comprando attrezzature e benzina per la continua manutenzione. Le persone che praticano queste tecniche, come per chiunque si voglia stendere al primo sole della primavera, devono poterlo fare sull’erbetta, che deve essere ben tenuta, e di questo si occupano i ragazzi più grandi della Compagnia, e generazioni di Scout dell’Albalonga 1° che hanno spinto rasaerba, o usato decespugliatori, sempre con le assicurazioni in regola, in massima protezione e mai nelle ore in cui i vicini (alcune case sono state costruite proprio a ridosso del confine dell’area) debbano lamentarsi”.

“In realtà – continua Luca, capo Compagnia, i rapporti con i vicini all’inizio sono stati complicati, gestire 4.000
mq non è un gioco, gli alberi vanno potati, e le frasche di Ulivo devono essere rimosse senza bruciarle,
come invece si è fatto per secoli. Anni addietro avevamo usato un biotrituratore, ma alcuni vicini non hanno gradito il rumore, così l’unica strada per ricostituire lo stato fertile portato via dal cantiere è stato creare il compost con l’erba tagliata e le foglie cadute, come ci ha consigliato l’università.

A volte gli stessi vicini che si lamentano delle voci dei bambini che giocano ne approfittano per buttare ramaglie e altri vegetali, che poi noi dobbiamo togliere e consegnare al mezzo del comune, sempre disponibile a portare via vegetali non compostabili. I primi anni addirittura abbiamo dovuto spiegare a dei ragazzi (facendo intervenire i Carabinieri) che non potevano fare motocross nell’area, in mezzo alle famiglie e ai bambini: il posto è frequentato da tante persone, soprattutto giovani, che vengono a trovare un po’ di pace, e parlare tra loro, davanti al laghetto della facoltà di Biologia oggi pieno di splendidi fiori di laguna.

Del laghetto, del muretto a secco e delle casette per uccelli posizionati dall’Università Roma III ne hanno parlato diverse pubblicazioni scientifiche, ma neanche 10 giorni fa, mentre tagliavamo i rovi, a due ragazzi che studiavano, seduti sui tronchi posizionati davanti al laghetto, alcuni ragazzi passando da via Platone hanno gridato simpaticamente “andate a fare i froci da un’altra parte!”

Diametralmente opposta la visione di altri vicini, come Luigina, o Camilla, che dalla riapertura al pubblico dell’area, circa 20 anni fa, non hanno mai mancato un giorno per portare i loro cani a scorrazzare nel verde

“Gli Scout, il Dojo e per ultima l’Università Roma Tre, con il dr. Riccardo Casini, che conosco da quando era un
bambino e giocava qui tra gli ulivi secolari, hanno fatto un lavoro fantastico”, commenta Luigina Gneffe,
abitante della zona. “Ogni giorno porto qui il mio “Spud – ha detto – raccolgo le sue deiezioni, come vengono chiamate adesso le cacche, ma purtroppo sono ancora in tanti che le lasciano in giro, e aiuto gli Scout a togliere anche quelle, insieme alle bottiglie di birra lanciate da via Platone, che spesso si rompono e diventano pericolose.

Ho aiutato a ripulire l’area, ormai due decenni fa, e mi sono guadagnata il diritto alla raccolta delle ciliegie, che anche quest’anno, come tradizione, sarà un vera festa per tutto il quartiere. Purtroppo nell’area manca l’acqua, anche se esiste da sempre un pozzo, e sarebbe proprio il caso, oltre a posizionare altre cassette per posare le cacche (quelle messe sono state rubate) a pensare ad un recupero dell’acqua piovana con cisterne o altro. Molti nuovi alberi piantati dai bambini si sono seccati, soprattutto da tre anni a questa parte, ed è un vero peccato”.

“L’assessorato all’Ambiente, anche con le varie amministrazioni – continua Luca – è sempre stato molto attento, gli ultimi tre sindaci di Albano hanno tutti avuto modo di farci i complimenti visitando l’area, e anche Massimiliano Borelli, con la nuova Consigliera regionale Alessandra Zeppieri hanno assaggiato i prodotti dell’orto didattico dei bambini, qui non facciamo politica, ci occupiamo di educazione e ambiente, e tutte le persone attente a queste due tematiche sono le benvenute. Il fatto che spariscano attrezzi, che taglino i lucchetti o che si sporchi volutamente il parco, o insultino gli studenti non fa altro che motivare ancora di più i nostri piccoli volontari a fare ancora meglio, e alcuni gruppi Scout di Roma e dintorni sono stati ben felici di aiutare in questa splendida impresa”.

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