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Grottaferrata – Bufera sul cinema Alfellini: spunta un debito di 250mila euro. A rischio l’acquisto da parte del Comune?

Scoppia la bufera sul cinema Alfellini di Grottaferrata. Anticipata con la manovra di bilancio dello scorso 25 novembre,  la volontà dell’amministrazione Di Bernardo di acquistare l’immobile di viale I Maggio e comunicato attraverso un post facebook il rogito  fissato al prossimo 19 aprile, si addensano ora grosse nubi sull’intera vicenda.

Da una recente comunicazione arrivata a tutto il consiglio comunale, sembra infatti che la società proprietaria dell’immobile e in trattativa con il Comune, abbia in corso una controversia legale con la Cinemovie srls, alla quale dovrebbe 250mila euro, essendo stata condannata in primo grado al risarcimento. Una informazione che, a quanto pare era stata anticipata al sindaco e agli uffici comunali competenti, ma che sembra non sia mai arrivata in giunta e ai consiglieri comunali, chiamati però ad esprimersi in consiglio sull’acquisto.

Ad informare in queste ore il consiglio sembra però sia stato proprio l’avvocato della Cinemovie che, con una mail, ha ben chiarito che nell’eventualità la “sentenza diventi esecutiva – si legge-  ci troveremmo a porre in esecuzione il credito derivante da detta sentenza con ogni azione giudiziaria, anche con un’azione revocatoria dell’atto di compravendita del Cinema Al Fellini nei confronti della G.I. e di conseguenza del Comune di Grottaferrata”.

Una situazione a quanto riporta l’avvocato nella mail, nota da tempo e però, come detto, sottaciuta anche ai consiglieri, chiamati ad esprimersi in aula riguardo all’acquisto del cinema. Perché non informare tutta l’amministrazione di una situazione così delicata? Perché non condividere informazioni così importanti, soprattutto nel momento in cui ci sono in ballo oltre 900mila euro di soldi pubblici che si sta decidendo se impegnare attraverso un mutuo per acquistare un bene di certo non necessario come un cinema?

Ma andiamo avanti. Cosa dovrebbe o potrebbe quindi fare il Comune?

Nella mail inviata ai consiglieri, l’avvocato della Cinemovie srls, scrive: “Alla luce della già emarginata vicenda, Il Comune di Grottaferrata avrebbe dovuto chiedere spiegazioni alla promissaria acquirente oppure avrebbe dovuto e potuto fare una due dilingence della G.I. srl prima di avere delle trattative di compravendita. Alternativamente, il Comune di Grottaferrata potrebbe sempre acquistare il Cinema, ma alla luce dell’esposta situazione, potrebbe prudentemente accantonare presso il notaio rogante l’atto di compravendita, delle somme a garanzia dell’eventuale credito vantato dalla mia assistita, visto che a bilancio societario non ve ne è traccia alcuna. Così facendo si porrebbe al riparo da eventuali azioni revocatorie da parte della mia assistita, evitando ogni ulteriore aggravio di spese per la comunità grottaferratese. A sommesso avviso dello scrivente – continua la lettera – sempre a nome della propria assistita, il Comune di Grottaferrata dovrebbe soprassedere e rinviare l’acquisto del cinema Alfellini per non esporre l’intero consiglio comunale ad eventuali responsabilità, visto che quest’ultimo aveva preso tale decisione/delibera acquisto del Cinema Alfellini all’oscuro e ignorando l’emarginata vicenda, ma nel frattempo a far data dal 15 febbraio 2023, lo scrivente aveva investito il Comune stesso della sopraggiunta situazione, ma il consiglio comunale, a quanto sembra, non ne è stato informato”.

Cosa accadrà dunque al rogito previsto per domani? Si firmerà o no? Posto il fatto che, come scrive l’avvocato, il Comune potrebbe decidere di accantonare prudenzialmente, dalla cifra complessiva dell’acquisto, i 250mila euro che eventualmente potrebbero essere richiesti nel caso in cui la proprietà del cinema (a quel punto ex) risulti insolvente rispetto alla Cinemovie, questa è una notizia che di certo complica e arricchisce di particolari un acquisto che in molti hanno definito incauto o comunque non di primaria necessità.

Tra i contrari ricordiamo le forze di minoranza che, oltre ad esprimersi in aula, con un comunicato apparso solo in questi ultimi giorni , hanno esposto le loro perplessità anche a mezzo stampa. “Una scelta scriteriata – l’avevano definita – quella di contrarre un mutuo di 900 mila euro per l’acquisto della struttura, distraendo queste somme da necessità più impellenti per la città (sicurezza scuole, isola ecologica, area PIP, decoro e pulizia per esempio), senza contare che la precedente e tanto osteggiata amministrazione Andreotti, aveva ottenuto 4 milioni di finanziamento a fondo perduto con il Pnrr, quindi senza indebitamento del Comune, per la riqualificazione dell’ex Mercato coperto in Teatro e centro culturale posto nel cuore di Grottaferrata”. Luciano Andreotti, Alessandro Cocco, Francesca Antonelli, Luigi Spalletta, Paolo Bellucci e Lorenzo Letta, si sono chiesti come mai “se l’Al Fellini era così appetibile perché investitori privati non si sono dimostrati interessati all’acquisto? Troppo oneroso?”.

In risposta alle “tardive osservazioni” della minoranza era arrivato poi l’intervento dell’ex sindaco Giampiero Fontana: “Se la minoranza ha veramente a cuore il bene di Grottaferrata e dei suoi Cittadini – aveva suggerito – anziché cianciare innocuamente alla stampa, agisca, seppur tardivamente, ed acquisisca tutta la documentazione relativa alla procedura di acquisto dell’ex Cinema “Al Fellini”, segnali subito alla Procura regionale della Corte dei Conti il danno erariale paventato nella nota stampa del 12 aprile, informi il Prefetto sulle eventuali anomalie procedurali e convochi una Conferenza pubblica in cui informa la Cittadinanza. Ne ha piena facoltà, in quanto composta da Consiglieri comunali eletti ed in carica”.

Insomma, una vicenda su cui ognuno si è espresso e che alla luce di queste nuove informazioni, dovrà tornare inevitabilmente all’attenzione della maggioranza, che si riunirà a breve. Ora, al di là delle personali opinioni e delle posizioni di ciascuno, rispetto alla necessità per la città di possedere o meno un cinema, sembra evidente che ci sia stato, oltre tutto, un cortocircuito informativo che dal punto di vista politico rischia di sollevare un polverone e mettere a rischio i già precari equilibri interni alla variegata maggioranza di Di Bernardo.

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