Attualità

Il Senato ha ricordato Bruno Astorre: “Ci ha insegnato a volerci bene…” – Il ricordo di Franceschini, La Russa e Renzi, che cita De Andrè

In settimana ‘Aula di Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica, in una atmosfera commmossa, ha ricordato il senatore del Pd Bruno Astorre, scomparso tragicamente lo scorso 3 marzo. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha invitato l’Assemblea a un minuto di raccoglimento in memoria dell’ex collega.

“Pochi giorni prima di compiere sessant’anni – ha ricordato La Russa – ci ha tragicamente lasciato il senatore Bruno Astorre. Un evento che ha scosso l’opinione pubblica e che ha lasciato un vuoto incolmabile in tutti coloro che lo hanno conosciuto, frequentato o che, come tutti noi, hanno avuto il piacere e l’onore di condividere con lui un tratto della vita istituzionale della Nazione.

Già consigliere comunale, provinciale e regionale, assessore regionale del Lazio e, dal 2013, senatore della Repubblica, Astorre si è sempre distinto per competenza, educazione e stile. Democratico cristiano, popolare, fino a diventare il coordinatore regionale del Partito Democratico, ha saputo incarnare la politica dei nostri giorni mantenendo salde le tradizioni, a partire dal radicamento territoriale e l’attenzione ad elettori e cittadini”.

Il presidente dela Senato ha sottolineato che la scomparsa di Astorre “è un dolore per tutti noi che lo abbiamo salutato nella camera ardente allestita nella sala Nassiriya. è un dolore per tuti noi a partire da chi, come i colleghi del Partito democratico, lo hanno conosciuto e frequentato anche fuori da quest’Aula più di noi. A voi e alla sua famiglia va il mio personale cordoglio e quello unanime del Senato”.

“Incredulità, dolore, rabbia, frustrazione perché in tanti ci siamo chiesti come abbiamo potuto non capire, non vedere, non aiutare. Era il più allegro e il più cordiale di tutti, quello che abbracciava tutti con il suo sorriso enorme, un sorriso che ha trovato una risposta imponente in quell’ultimo saluto celebrato nel campo sportivo della sua Colonna”. Lo ha detto il senatore del Pd Dario Franceschini nel corso della commemorazione di Bruno Astorre nell’aula del Senato della Repubblica, di cui Astorre faceva da tempo parte.

“Quell’ultimo saluto ha visto amici, avversari, l’amore, la dolcezza e la forza di Francesca, il dolore composto di Francesco, la fila struggente di decine e decine di sindaci con la fascia tricolore, i fuochi di artificio nel cielo dei suoi castelli. Bruno si è fatto voler bene da tutti perché ha fatto del bene alle persone, non solo con gli atti legislativi, ma ha fatto il bene delle singole persone, risolvendo ogni problema, ogni difficoltà”.

“Alla camera ardente – ha proseguito Franceschini – ho affiancato Francesca ed è stato struggente vedere le persone avvicinarsi e dire: Bruno Astorre mi ha aiutato, mi ha cambiato la vita, lo ringrazio perché mi ha aiutato quando ne avevo bisogno. Un modo antico di fare politica, quando la politica dei partiti era popolare, fatta di contatto, ascolto. Bruno voleva ripristinare le preferenze nella legge elettorale, io e lui abbiamo avuto molte discussioni, perché io evidenziavo i rischi, lui i pregi.

Bruno Astorre era un politico preparato e raffinato anche con quell’aria così popolare, ha avuto un lungo percorso fino all’orgoglio di essere senatore. Il Senato è la mia casa, diceva. Cosa ci ha voluto dire chiudendo il suo percorso proprio al Senato? Bruno ci ha insegnato a volersi bene tra avversari, una lezione per tutti noi. Non solo recuperare il rispetto ed evitare inutili cattiverie, ma riconoscere che anche nell’avversario più lontano brucia la stessa passione, freme lo stesso desiderio della politica come strumento per migliorare il mondo. Bruno è stato un chicco di frumento – ha concluso Franceschini- dal quale stanno già nascendo tante spighe di grano nuovo”.

Ricorda “la lealta’ e il rispetto reciproco”, come “esempio di buona politica” e torna a riconoscere, come aveva gia’ fatto nei giorni scorsi, che “e’ pesante la sua assenza”. Francesco Lollobrigida ha preso la parola in Aula al Senato per rendere omaggio a Bruno Astorre, avversario politico “ma mai nemico” con il quale “ci siamo incontrati negli angoli piu’ sperduti del territorio”, divisi dagli schieramenti politici ma “uniti nel condividere un percorso pur da da posizioni diverse, atteggiamento emblematico del valore della democrazia”.

“Abbiamo condiviso i banchi di Provincia e Regione, da maggioranza e opposizione – ha aggiunto il ministro FdI – ma sempre dividendo il contrasto politico e la vocazione alla difesa dell’interesse del territorio”. Lollobrigida ha spiegato che ricordera’ “nel mio paese” il senatore Pd tragicamente scomparso pochi giorni fa co in occasione dell’accensione della Fiaccola di San Bendetto da Norcia: “Accendero’ questa fiaccola anche per lui, come simbolo di quei valori di una politica che si divide su scelte individuali e di indirizzo ma unisce chi ha passione e capacita’ di rappresentare e fare il proprio dovere”.

La proposta dell’esponente di maggioranza e’ quella di “un gesto per ricordarlo nei palazzi, dove dedicare un luogo che rammenti il percorso politico di Bruno e i valori che ha rappresentato, in nome di un senso di unita’ che sempre piu’ deve contraddistinguere il nostro modello democratico”.

“Uno dei grandi messaggi che Bruno Astorre ci lascia: quello di vedere gli altri come persone a cui andare sempre incontro, senza pregiudizio. Bruno Astorre era Bruno Astorre: in tempi di camaleontismo della politica, avere a che fare con una persona così, per me è stato un motivo di grande orgoglio. Oggi gli vorrei dire semplicemente grazie”. E’ il ricordo del senatore del Pd, scomparso qualche settimana fa, del senatore e leader di Italia Viva, Matteo Renzi che, nella commemorazione in Aula, non ha nascosto il rammarico perché “non abbiamo saputo capire il male di vivere che Bruno aveva incontrato”.

Renzi ha cominciato il suo intervento dicendo che “Bruno Astorre era Bruno Astorre. Detta così, può sembrare una frase banale o una ripetizione. Per me è un complimento perché il collega Bruno Astorre era un grandissimo professionista della politica”, ha continuato l’ex premier spiegando che con Astorre “sapevi con chi avevi a che fare”, essendo “una persona vera che ti trattava allo stesso modo sempre”. Ma ha ammesso: “Tuttavia, non ci nascondiamo dietro un dito: non abbiamo saputo fino in fondo con chi avevamo a che fare sotto il profilo umano e personale. È un dolore che ci portiamo dietro tutti. Tutti noi a domandarci che forse avremmo potuto, forse avremmo dovuto.

Immagino il dolore della famiglia, a cui vorrei davvero mandare un abbraccio doppio. Il dolore dei colleghi del Pd, di tutti noi. Ci domanderemo sempre se forse non abbiamo sbagliato qualcosa, sicuramente quella cicatrice non si rimarginerà mai”.

Infine ha citato Fabrizio De Andrè che “quando parla dei suicidi, scrive una canzone che è una delle più belle, immaginando di chiedere al Dio di misericordia di lasciare fiorito il sentiero: ‘Quando attraverserà l’ultimo vecchio il ponte ai suicidi dirà, baciandogli alla fronte venite in paradiso là dove vado anch’io’. E chiede al Dio di misericordia, lui che era laico: ‘Ascolta la sua voce che ormai canta nel vento. Dio di misericordia vedrai, sarai contento'”.