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Il trionfo di Giancarlo Righini: è lui il più votato nel Lazio. Sarà festa (anche) a Velletri

Per chi conosce il palazzo della Pisana, sede del Consiglio Regionale del Lazio sa che non basteranno 3 lunghi corridoi ad ospitare la folta rappresentanza di consiglieri regionali di Fratelli d’Italia che si apprestano ad assolvere al ruolo che i cittadini laziali gli hanno riservato. Col 33,62%, una dote nel 53,88% dell’intera coalizione, saranno infatti una ventina i consiglieri della truppa meloniana. 

Dieci anni fa, invece, c’era solo lui, Giancarlo Righini, primo consigliere regionale di FdI eletto in tutta Italia e unico al timone del partito in un quinquennio, quello del 2013/2018, in cui fu chiamato a cantare e portare la croce, girando in lungo e in largo la Regione pur di dare voce alle istanze di chi intravedeva nel partito di Giorgia Meloni, allora agli albori, il virgulto che sarebbe potuto diventare un albero maestoso.

Oggi, quella semina lo porta a raccogliere i frutti di un lavoro paziente e laborioso, fatto di lunghe riunioni, strette di mano, tavoli di lavoro e tante tante giornate passate a dare voce a categorie e istanze di chi faticava ad avere una rappresentanza.

Oggi, colui che entrava per primo e usciva per ultimo dalla Pisana, stimato e rispettato anche dagli avversari politici, ha fatto man bassa di voti, risultando il più votato di tutti i candidati in lizza, conquistando persino la metropoli romana, mai tanto avvezza a premiare gli uomini di provincia, tanto più quelli a sud di Roma, troppo spesso identificati con l’appellativo di burini.

Pazienza, cortesia, affabilità, ma soprattutto competenza e preparazione sono state le doti che hanno consentito a Giancarlo Righini di far breccia nell’elettorato, quasi sdoppiandosi, come è avvenuto di recente, in una campagna elettorale in cui non è stato raro trovarlo in più punti della stessa provincia, nella stessa sera, animato dal senso di responsabilità di non tradire le tante persone che da una parte all’altra del territorio lo stavano aspettando, per conoscerne la proposta politica o anche solo per stringersi la mano ed augurargli ed augurarsi il meglio.

Poi il silenzio elettorale, l’apertura delle urne, lo stupore di assistere ad un’affluenza inferiore alle attese e, infine, la lunga veglia per conoscere i risultati, che gli hanno arriso, come era nei pronostici. Da Roma a ciascuno dei 120 Comuni della provincia di Roma, in ognuno sono stati in tanti a ricevere in dote la scheda verde, a scrivere il suo nome e depositarlo nell’urna, certi di aver affidato il proprio voto in buone mani: ben 37.986 le preferenze calamitate!

E ora è tempo di far festa (non solo nella sua Velletri) e sarà una grande festa, pur se misurata e sobria, come lo è stata quella che ha accompagnato a settembre il trionfo di Giorgia Meloni e della folta truppa di deputati e senatori di Fratelli d’Italia. Quel giorno poteva esserci anche lui tra i neo parlamentari, e per competenza e caratura politica scrivere una nuova pagina della sua già brillante carriera politica; ma il partito gli ha chiesto una “mano” per riconquistare la Regione e lui, da buon militante, si è messo all’opera di buona lena, senza tradire le attese e chiudendo al primo posto assoluto, come il più votato dell’intera Regione. 

In un momento del genere appare persino riduttivo immaginare quale sarà il suo ruolo, se Presidente del Consiglio o vicegovernatore. Quel che è certo è che avrà un ruolo apicale accanto a Francesco Rocca, l’uomo delle emergenze, per due mandati Presidente internazionale della Croce Rossa, colui che i cittadini del Lazio hanno chiamato a guidare la propria regione. Accanto a lui ci sarà chi, come Giancarlo Righini, quella regione la conosce bene e non vede l’ora di risollevarla…e da lissù, dalla nuvoletta in cui è salito poco più di un anno fa, anche suo padre Lino sarà così orgoglioso di brindare al trionfo del suo amato figlio.