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Ospedale di Velletri, si torna a sperare dopo il sopralluogo del Sottosegretario alla Salute Gemmato, insieme a Righini (FdI) e ai medici fotogallery video

Potrebbe essere vicina la luce in fondo al tunnel in cui da anni è piombato l’Ospedale di Velletri, fatto oggetto di tagli inusitati, soppressione di servizi e chiusure di reparti. Sforbiciate continue, che hanno fiaccato il nosocomio di via Orti Ginnetti, mettendone addirittura a rischio la sopravvivenza. Almeno coi connotati in cui abbiamo imparato a conoscerlo.

Scelte calate dall’alto, da parte dell’Amministrazione regionale guidata da Nicola Zingaretti, che ha finito per far pagare all’Ospedale veliterno le difficoltà di bilancio della sanità laziale, con la compiacenza dei dirigenti della ASL Roma e il silenzio assenso dell’amministrazione comunale.

A fronte di un’emorragia di servizi e reparti, il riscatto per il presidio ospedaliero di via Orti Ginnetti, e per chi con passione e abnegazione vi lavora, sembrerebbe essere ormai dietro l’angolo.

E’ questo il succo del sopralluogo del sottosegretario alla Salute del Governo Meloni, l’on. Marcello Gemmato, che ha fatto visita alla struttura ospedaliera veliterna, accolto dal senatore Marco Silvestroni, il deputato Angelo Rossi e il consigliere regionale Giancarlo Righini, che in questi anni più di tutti si è battuto per non far spegnere i riflettori sul nosocomio, lottando strenuamente per la sua salvaguardia.

Proprio Giancarlo Righini, candidato alle elezioni regionali del 12-13 febbraio nella lista di Fratelli d’Italia, ha esposto tutte le criticità della struttura ospedaliera, “confortato” dal grido di dolore dei tanti medici presenti, che a differenza del passato non hanno mancato di esporsi e mettersi la faccia, stanchi di promesse non mantenute.

Per l’Ospedale di Velletri, d’altronde, il viatico tra il rilancio e un ulteriore declassamento è dietro l’angolo e il momento della svolta non può più essere rimandato. Lo hanno fatto capire i medici intervenuti e lo ha confermato lo stesso Sottosegretario, che si è detto stupito di quanto trovato, intravedendo in in una chiara scelta politica le decisioni che hanno portato in questi anni alla chiusura di interi reparti, tra i quali il Punto Nascita.

E proprio nel corridoio che un tempo ospitava i neonati appena “lasciati dalla cicogna”, al terzo piano della struttura ospedaliera, si è dipanata la visita dell’esponente del Governo Meloni, che si è intrattenuto col dottor Massimo Petriglia, Primario dell’Unità Operativa di Ginecologia ed Ostetricia, e col dottor Patrizio Pulicati, già Primario di Pediatria, che non hanno nascosto la propria amarezza, dopo una vita professionale per gran parte spesa nel nosocomio cittadino.

Proprio loro hanno condotto il sottosegretario tra il corridoio desolatamente vuoto e le stanze che da quasi 3 anni, ormai, non vedono più sbocciare la vita. Prima di percorrere i 3 piani sono stati nel Pronto Soccorso, accolti dal Primario, il dott. Antonio Romanelli, che non ha mancato di palesare le difficoltà di un quotidiano fatto di tanti pazienti bisognosi di cure immediate e spazi ridotti all’osso. Le tante premesse degli ultimi anni, compresa la pluriannunciata Camera Calda, sono rimasti sinora sterili proclami, ad uso e consumo di qualche tornata elettorale.

Non ha fatto proclami Giancarlo Righini nel suo intervento al cospetto del Sottosegretario e del personale dell’Ospedale, limitandosi a far valere l’impegno costante, mostrato in tutti i campi e tutte le sedi (come dimostra l’aver impugnato, in tempi non sospetti, la chiusura del Punto Nascita col ricorso al Presidente della Repubblica). Interrogazioni regionali e audizioni della commissione sanità hanno contraddistinto il suo apporto dai banchi dell’opposizione, quando ha fatto di tutto per far difendere la sanità del territorio.

Nei suoi occhi, oggi, la determinazione di chi intravede il momento giusto per restituire il maltolto ai cittadini. Ben 300mila, d’altronde, quelli che afferiscono all’Ospedale di Velletri, come evidenziato anche dal dott. Petriglia, che ha stimato in questa cifra il bacino di utenza del presidio.

“Nell’atto aziendale della ASL – ha ricordato Giancarlo Righini – questo doveva essere il Polo Chirurgico della Asl Roma 6. Di tutti gli impegni assunti nell’audizione che si tenne proprio qui non ne è stato onorato neppure uno. Si è invece proceduto alla progressiva chiusura della bombola d’ossigeno e si è continuato a dimostrare l’inutilità e l’antieconomicità di questo presidio ospedaliero storico, che è stato mortificato, penalizzato e vilipeso nel più totale silenzio di una parte politica, con l’amministrazione comunale che non ha neppure mai protestato per quanto accaduto.

Ho preso degli impegni specifici rispetto al rilancio e conto sul sostegno del Governo, con l’obiettivo di riportare progressivamente i servizi e salvaguardare anche lo status di Dea di Primo livello, che nella situazione attuale sarebbe a rischio. 

Al Direttore Sanitario, il dottor Maurizio Ferrante, Righini ha evidenziato, dando per scontata la vittoria del centrodestra alle Regionali, che “in tempi rapidissimi nomineremo un Direttore generale che conosce il territorio e le criticità dello stesso” (viste le recenti dimissioni del Dg Camponi, che era succeduto a Mostarda, ndr).

Proprio il dott. Ferrante ha evidenziato la “continua presenza sul territorio dell’on. Righini, che ha portato avanti coerentemente le sue posizioni“. Il Direttore Sanitario si è poi prodotto in un parallelo tra quanto trovato 20 anni fa nel suo primo incarico da DS del nosocomio veliterno e la situazione in cui lo stesso si trova oggi. “Ho diretto questa struttura 20 anni fa, quando i dati economici avrebbero permesso un saldo positivo così importante da aver potersi configurare addirittura come azienda ospedaliera. Non nego di averlo però ritrovato in una situazione di evidente declino. Oggi siamo onorati – ha aggiunto il dott. Ferrante – per la visita di un pezzo di Governo, mentre constatiamo che l’epidemiologia del territorio dà torto ad un’impostazione di impoverimento di questa struttura. Ricordo quando la fiducia di cui godeva questo Ospedale era estesa a confini lontani e vedevamo arrivare gente anche da Roma”, aspetto confermato dal dottor Petriglia.

“Avevamo pazienti che nel raggio di almeno 100 km venivano in tutti i reparti di questo Ospedale; reparti che erano altamente funzionanti e funzionali – ha evidenziato il Primario di Ginecologia dott. Massimo Petriglia -. Avevamo un reparto di chirurgia vascolare invidiato da tutta Roma. Avevamo la radiologia interventistica, l’otorino, l’ urologia ed era un Ospedale cui mancava solo la cardiochirurgia e la neurochirurgia. Poi, invece, ci hanno tolto l’endoscopia digestiva e cose con le quali piano piano hanno continuato a chiudere il rubinetto. Basti pensare – ha proseguito il dottor Petriglia – che hanno acquistato una Tac a 164 strati per l’Ospedale di Albano, chiuso, mentre qui andiamo avanti con una tac a 16 strati. Noi, da parte nostra, cerchiamo in tutti i modi di risalire la corrente, ma è diventato sempre più difficile e pericoloso. Sono tuttavia certo che se c’è davvero la volontà di ridare ossigeno a questo ospedale è in grado di risalire immediatamente, avendo un bacino di 300mila abitanti, visto che da Cisterna a Palestrina non c’è altro”.

Parole che hanno trovato una sponda in quelle del Sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato: “Mi pare evidente – ha esordito –, dopo questo sopralluogo e dopo aver letto i numeri, che l’Ospedale sia stato mortificato con delle precise scelte. Proprio con queste visite sul campo mi posso rendere conto dello stato di salute del nostro sistema nazionale sanitario pubblico”.

Il Sottosegretario non ha fatto fatica ad inquadrare la situazione dell’Ospedale di Velletri: “Condivido i dubbi di Giancarlo Righini circa la vecchia attitudine che si ha di depotenziare alla base l’Ospedale, mettendo i sanitari in condizioni di non operare al meglio, non rimpinguando il personale, e facendo in modo che diminuiscano gli accessi: è proprio così che si arriva ad uno svuotamento sistemico di pezzi importanti del nostro Sistema Sanitario pubblico”.

Ringrazio Giancarlo di avermi portato qui, perché mi sono reso conto che al suo amore per il territorio corrisponde l’amore per la verità. Una verità che ci dice che questo Ospedale per storia, configurazione e tradizione dovrebbe essere valorizzato, ma invece per rispondere ad una logica diversa è stato mortificato. Per quanto riguarda le tematiche di politico sanitarie nazionali posso rivendicare con orgoglio che il Ministro Schillaci e Giorgia Meloni hanno già stanziato 2 miliardi 150milioni in più per la sanità pubblica e con orgoglio rivendico  che la prima misura è stata di postare in bilancio 200 milioni di euro per il 2024, per i medici della medicina d’urgenza.

E’ di tutta evidenza che le risposte territoriali vanno date a livello territoriale e le scelte sbagliate che intravedo derivano dalla gestione regionale. E’ evidente che chi ha dovuto nel tempo esercitare delle scelte le ha fatte mortificando questo territorio e questo Ospedale. In un momento come questo, allora, va capito chi vuole davvero bene all’ospedale e chi no”.

Quanto alla chiusura del Punto Nascita il Sottosegretario ha dato una lettura che riapre le speranze di chi non si è mai rassegnato alla sua chiusura: “Le  nascite sono diminuite ovunque e questo potrebbe portare ad una revisione della soglia minima, che potrebbe essere abbassata, facendo rientrare anche alcuni Punti nascita chiusi”.

In conclusione l’on. Marcello Gemmato non ha nascosto il suo feeling e la sua fiducia per Giancarlo Righini, che domenica e lunedì sarà chiamato a misurarsi con le urne, nelle elezioni Regionali. “Da uomo di governo la disponibilità da parte nostra a collaborare sarà la stessa a prescindere, ma è evidente che se esiste un interlocutore privilegiato quel dialogo porterebbe ulteriori possibilità per tutti”, ha aggiunto e concluso, lasciando intendere che una vittoria del centrodestra e di Righini sarebbe una panacea per l’Ospedale veliterno.

In rappresentanza di Fratelli d’Italia, oltre a diversi iscritti e militanti, hanno partecipato il coordinatore cittadino Cristian Simonetti e la capogruppo Chiara Ercoli, oltre al consigliere di Difendere Velletri, Paolo Felci.

Presente anche il Consigliere comunale di Albano, dirigente amministrativo nella Asl Roma 6, Matteo Orciuoli.