Cronaca

“Lavinia lotta come un leone per stare con noi”: da Velletri commuovono le parole dell’avv. Cristina Spagnolo dopo la nuova udienza del Processo

La piccola Lavinia é tornata a casa a Velletri

Nel pomeriggio l’aula del Tribunale di Velletri è andata in scena un’altra udienza dibattimentale nel processo legato all’investimento della piccola Lavinia Montebove, la bimba di 5 anni che nel 2018 venne investita nel parcheggio dell’asilo Nido “La Fattoria di Mamma Cocca”, a Velletri. 

Presentila la maestra e titolare della struttura, Francesca Rocca, e la giovane donna che era alla guida dell’auto che ha investito Lavinia. La legale delle due imputate ha chiamato a testimoniare la dottoressa Lucia Castagnoli, medico responsabile del servizio assistenza domiciliare della Asl Roma 6, nel distretto di Velletri, che ha confermato come Lavinia, che è tetraplegica, gastrectomizzata e tracheostomizzata, usufruisca di 12 ore di assistenza giornaliera.

“Dalle 14 a mezzanotte – ha detto a margine della udienza il padre della piccola, Massimo Montebove la gestione è a totale carico nostro, senza contare che ci sono molti scoperti nei turni infermieristici per via della carenza di personale e che il materiale sanitario che ci viene fornito non copre tutte le esigenze. Se la difesa voleva dimostrare che godiamo di una assistenza totale e gratuita, direi che per l’ennesima volta ha fatto un buco nell’acqua”.

È stata poi la volta del liquidatore della Sara, società assicuratrice dell’asilo, Marco Ferraiolo. Dalle sue parole è emerso che la polizza della scuola era di secondo livello cioè attivabile solo dalla Rocca, titolare della struttura, per ottenere il rimborso di eventuali danni da lei risarciti. È emerso inoltre che l’esistenza della polizza assicurativa è stata comunicata all’avvocato della famiglia Montebove, Cristina Spagnolo, solo nel 2022, cioè 4 anni dopo l’incidente.

“Se la difesa voleva dimostrare che godiamo di un’assistenza totale e gratuita, direi che per l’ennesima volta ha fatto un buco nell’acqua”, ha dichiarato al termine dell’udienza il papà di Lavinia. 

“Lavinia ha bisogno di assistenza h24, è assistita anche nella respirazione. Ad oggi l’Asl garantisce 12 ore, quindi le altre 12 sono rimesse totalmente alla famiglia”. E’ uno degli aspetti cruciali sottolineato all’agenzia Dire dall’avvocata delle parti civili, Cristina Spagnolo, emerso oggi pomeriggio nel corso di un’udienza molto tecnica del processo in corso al Tribunale di Velletri.

Due, quindi, le questioni analizzate oggi pomeriggio: la polizza dell’asilo che potrebbe non coprire sinistri stradali e l’Rca auto dell’investitrice con cui la famiglia della piccola è ancora in trattative. Per quanto riguarda l’assicurazione dell’asilo il teste in aula – come ha tenuto a ricordare Spagnolo – ha dichiarato che dopo la tempestiva denuncia della maestra sarebbe mancata documentazione da integrare per avviare la pratica, documentazione mai fornita: “Il fascicolo quindi non è stato istruito – ha ribadito l’avv. Spagnolo -. Abbiamo appreso dopo il sinistro i dati dell’assicurazione del veicolo, ma non siamo mai stati messi a conoscenza della polizza che assicurava l’asilo. Solo nei mesi scorsi è avvenuto questo. Abbiamo inoltre un contenzioso con la compagnia di assicurazione del veicolo rispetto alle spese sanitarie future che la famiglia dovrà sostenere, come le 12 ore ulteriori di assistenza”.

Su questo aspetto la questione ruota intorno all’aspettativa di vita di Lavinia che “contro ogni prospettiva combatte come un leone per stare con noi“, ha detto l’avvocata. Una bambina immobile, questo lo stato di Lavinia, che né in sonno né in veglia può stare da sola.

“Fino a qualche anno fa l’assistenza era h 24, poi la Regione Lazio ha modificato i protocolli per questione di fondi”, ha spiegato all’agenzia Dire Massimo Montebove, che ha parlato anche di come il Covid abbia creato problemi nei turni o di personale che ha lasciato e non è stato subito rimpiazzato dall’Asl.

“Lavinia è immobile, ha una tracheostomia”, ha ricordato il papà che insieme alla mamma della piccola si occupa delle altre 12h di assistenza: “Abbiamo imparato a fare gli infermieri, abbiamo il lavoro, altri due figli piccoli e le 12 ore che l’Asl ci ha concesso abbiamo deciso di dividerle un po’ con la notte un po’ con la mattina per riposarci e andare a lavoro”.

Lui è un poliziotto, lei vigile del fuoco. Dalle 14 a mezzanotte Lavinia è quindi seguita dalla sua famiglia. La prossima udienza è fissata per il 12 dicembre e la sentenza potrebbe arrivare all’inizio del nuovo anno.

Una variabile, sui tempi, sarà la gravidanza dell’investitrice, che potrebbe portare al legittimo impedimento dell’imputata, coi tempi della prescrizione che verranno nel caso sospesi. “Siamo sereni, non abbiamo incontrato alcun intento dilatorio dalla difesa”, ha dichiarato su questo aspetto l’avvocato Spagnolo.

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