Cultura

Rocca di Papa, in biblioteca I Cavalieri della Fortezza e la poetica dei cantautori italiani

Poetica e intensa interpretazione recitativa di alcuni tra i più famosi brani scritti e interpretati da quattro figure portanti della nostra musica leggera: Lucio Battisti, Fabrizio De André, Lucio Dalla e Franco Battiato hanno riempito con la loro invisibile presenza la piccola, accogliente sala conferenze della biblioteca di Rocca di Papa, ieri 20 ottobre, in una luce intensa tipica degli inebrianti pomeriggi autunnali romani…

Proprio là, con il patrocinio comunale e accolto dalla direttrice Rosita Millevolte, un pubblico silenzioso e attento era pronto a lasciarsi coinvolgere in feeling e dejà vu: la storia musicale e artistica dei cantautori è emersa attraverso figure e immagini che i loro testi hanno da sempre evocato in tutti noi, ascoltandoli dal vivo, alla radio o al juke box.

Ed ecco emozionarci con l’intensità musicale di Battisti interpretata dalle figure evanescenti tradotte poeticamente da Mogol; dalla tenerezza compassionevole che Marinella suscita con le carezze liriche di De André; ma coinvolti anche nelle sue fragilità che l’alcool annega tra la rabbia; immersi in quella profondità marina con la quale Dalla copre, ma lascia anche affiorare i drammi della vita e della storia; e ci si lascia abbracciare da quella tenera attenzione che solo l’amore è in grado di trasformare in Cura verso gli altri e se stessi; da quella spiritualità che il grande Battiato ne L’ombra della luce riesce a trasmettere…

Magia trainante, quella evocata dalle sonorità timbriche di Lorena Gatta e di Massimo Onesti, malia sottolineata da pause, gestualità, silenzi, emozioni e attimi di cristallizzata commozione; sensazioni accompagnate dal sottofondo musicale del giovanissimo Luca Campus: tra le note, quel suggestivo incantesimo melodico che, annullando il presente, ha fatto rivivere figure già segnate nella nostra memoria musicale.

Garbata ed essenziale la sottolineatura biografica e illustrativa di ciascun cantautore e delle opere presentate: competente e incisivo, Vincenzo Rufini ha saputo realizzarne semplici tratti, valorizzandone aspetti e abilità musicali, tracce di biografici percorsi, puntuali osservazioni critiche e curiosità.
Discreta ma efficace, la regia di Paolo Vinciguerra ha reso la serata un piacevole incontro allietato, in conclusione, anche da brani poetici dei protagonisti della serata.

Il tutto con una delle più fantastiche coreografie del mondo: i libri…

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