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Presentato a Lanuvio il progetto della via Appia Patrimonio UNESCO: investimenti e opportunità di sviluppo

Il riconoscimento della Via Appia come patrimonio UNESCO darebbe una spinta significativa al rilancio economico del territorio dei Castelli Romani e, in particolare, dei Comuni di Ariccia e Lanuvio.

La candidatura, che sarà presentata a Parigi il prossimo gennaio, nasce dall’iniziativa di due funzionarie del Ministero della cultura, Angela Maria Ferroni e Laura Acampora, che dopo averla studiata a lungo, hanno deciso di puntare sul valore storico e culturale dell’antica strada romana.

Le motivazioni e le specificità di questo progetto ambizioso ma anche molto concreto sono state illustrate nel dettaglio durante il convegno che si è tenuto domenica 4 settembre a Lanuvio in Piazza Largo Vittime di Brescia. L’evento, che si è svolto nell’ambito della rassegna letteraria “Lanuvio Librintorno”, ha visto una grande partecipazione da parte della cittadinanza, che ha accolto con favore ed entusiasmo la proposta e manifestato la massima disponibilità a collaborare per la buona riuscita del progetto.

Durante il dibattito, moderato dal direttore del Museo Civico di Lanuvio Luca Attenni, oltre alle due funzionarie promotrici del progetto, Angela Maria Ferroni e Laura Acampora, hanno preso la parola i sindaci di Lanuvio e Ariccia, Andrea Volpi e Gianluca Staccoli, il presidente del Consiglio Comunale di Lanuvio Alessandro De Santis, il consigliere comunale di Lanuvio e storico Luigi Galieti e l’assessore all’Urbanistica del Comune di Ariccia Michele Serafini. In coda al convegno è stato dato spazio alle domande e agli interventi del pubblico.

Il Sindaco di Lanuvio Andrea Volpi ha sottolineato la magnitudo della Via Appia, antico tracciato che comprende oltre settanta comuni, quattro regioni e dodici tra tra province e città metropolitane. Il progetto prevede anche un coinvolgimento attivo da parte della cittadinanza che sarà chiamata a scegliere il logo che verrà utilizzato nelle future iniziative tra le diverse proposte grafiche a cura del designer Massimo Ciafrei.

Ciascun logo rappresenta la sintesi visuale dei quattro luoghi simbolo del territorio lanuvino: la Stipe votiva di Pantanacci, le Ville “ad Bivium”, il Tempio di Giunone Sopita e Ponte Loreto.

“Vogliamo vivere questa opportunità con orgoglio, ma anche con emozione”, ha detto Volpi.

Per quanto riguarda Ariccia, invece, il luogo di intesse selezionato è il tempio di Esculapio, “che il Comune si è recentemente impegnato a riportare alla luce”, come ha dichiarato il Sindaco di Ariccia Gianluca Staccoli. Inoltre, qualora la candidatura andasse in porto, saranno compresi nell’area protetta dall’UNESCO anche la gran parte del centro storico di Ariccia, e in particolare Palazzo Chigi e i suoi Giardini, dove “sono stati rinvenuti diversi reperti di età romana, tra cui tombe della Legione Partica”.

La dottoressa Angela Maria Ferroni, coordinatrice del progetto, ha spiegato l’originalità ed eccezionalità di questa iniziativa. Infatti, “è la prima volta che il Ministero della Cultura promuove, anche economicamente, una candidatura italiana all’UNESCO”. L’aspetto economico non è marginale, si parla di “due milioni di euro con l’aggiunta di 19 milioni di euro di lavori”. Un investimento ingente che certamente dovrà avere come risultato la crescita economica e culturale dei territori coinvolti e per far sì che ciò avvenga servirà il contributo di tutti.

Il riconoscimento del valore internazionale della Via Appia, ha rivelato Ferroni, “era un mio grande sogno che ci tenevo a realizzare prima di andare in pensione”. Il progetto nasce tre anni fa, quando le due funzionarie hanno iniziato a fare “una serie di sopralluoghi volti a selezionare i tratti più rappresentativi e coerenti con i criteri UNESCO (ben conservati, valorizzati, fruibili dal pubblico, protetti in qualità di beni culturali…) dell’Appia Claudia, dell’Appia Traiana e delle sue diramazioni”.

Il motivo per cui il Ministero ha deciso di candidare proprio la Via Appia come patrimonio UNESCO non riguarda soltanto i reperti archeologici disseminati sull’antico tracciato ma anche la sua origine e la sua Storia.

Infatti, la Regina delle Vie (regina viarum), come è stata ribattezzata dagli antichi romani, è stata “la prima strada pubblica e la prima opera di ingegneria civile della Storia”. Le precedenti, invece, “erano vincolate al pagamento di un pedaggio”, ha evidenziato la funzionaria del Mibact. L’antico tracciato “rappresenta il primo tassello di quell’enorme sistema di comunicazione che i romani realizzarono, cioè le vie pubbliche romane, gratuite per tutti, che diventeranno vie di comunicazione, commercio, transito, scambio, punti di collegamento tra civilità e culture diverse, tra Roma e i popoli conquistati dai romani”. L’Appia nasceva “dall’idea innovativa di mettere in relazione non singoli paesini ma territori e diventa un mezzo per portare idee e un modo di vivere urbano e civile (acquedotti, fognature) che altrove non esisteva”. Inoltre, “era una strada dritta che non passava attraverso le città ma accanto agli insediamenti preesistenti”, come un’autostrada ante litteram.

La dottoressa Ferroni ha tenuto a precisare che l’eventuale riconoscimento da parte dell’UNESCO non sarebbe soltanto un onore per i comuni interessati “ma anche e soprattutto un onere”, perché quando un sito diventa patrimonio di tutti è ancora più necessario impegnarsi nella sua salvaguardia e tutela.

Così come è importante “far sì che che questo riconoscimento porti dei benefici sui territori in termini di rilancio del turismo e creazione di nuovi posti di lavoro”. Questi obiettivi sono definiti nella loro realizzazione concreta “attraverso il piano di gestione, che è un documento di pianificazione che chiede l’UNESCO in cui si specifica in che modo il sito sarà protetto e valorizzato e come lo status di patrimonio dell’umanità sarà utilizzato per lo sviluppo del territorio negli anni a venire”.

La candidatura sarà presentata a gennaio, con tutta la documentazione richiesta, e durante i mesi di valutazione le comunità saranno chiamate a partecipare e offrire il loro punto di vista. Inoltre, “si dovrà individuare un ente che rappresenti tutta la via Appia e coordini il progetto”, ha concluso Ferroni.

“L’idea è quella di presentare l’eccezionale valore dell’Appia che speriamo di trasmettere attraverso il suo riconoscimento  come patrimonio UNESCO per il futuro”, ha aggiunto la collega Laura Acampora.

Infine, per ribadire il valore storico dell’antico tracciato, l’ex sindaco e appassionato storico Luigi Galieti ne ha ricostruito le origini, che risalgono a un periodo compreso tra il 312 e il 191 a.C. Una storia, quella della via pubblica romana, non priva di intoppi a causa della sua coincidenza con le paludi dell’Agro Pontino, che spesso ne causavano l’impraticabilità.

In coda al convegno è intervenuta l’associazione di rievocazione storica Legio Secunda Parthica Severiana, che ha annunciato la propria disponibilità a collaborare alle iniziative di valorizzazione della Via Appia, ed anche diversi cittadini e cittadine hanno accolto con entusiasmo il progetto Appia patrimonio UNESCO e suggerito alle amministrazioni e al Ministero di coinvolgere gli studenti delle scuole.

L’evento si è concluso con l’invito a partecipare al prossimo appuntamento che si terrà il 19 settembre ad Ariccia.

 

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