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Profanata la tomba di Alfredino, la reazione di Righini e Lollobrigida (FdI): “Gesto sacrilego e malvagio”

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Indagini in corso sulla profanazione della tomba di Alfredino Rampi, il bimbo di 6 anni morto dopo essere caduto in un pozzo a Vermicino (Frascati)  il 13 giugno 1981, la cui triste storia tenne col fiato sospeso l’Italia intera, fino al tragico epilogo: la lapide della sepoltura del bambino al cimitero Verano di Roma è stata imbrattata con 11 svastiche colorate con un pennarello nero. 

Tra le prime reazioni all’infame gesto quelle del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, il veliterno Giancarlo Righini.

“Chi offende la memoria dei defunti commette il più infame dei reati, contro la persona e i suoi familiari. Ma essersi accaniti sulla lapide di quel bambino deceduto in circostanze così tragiche è un atto così feroce e folle che tocca i vertici assoluti della malvagità. Dopo questo oscuro episodio, forse è il caso che l’Amministrazione Capitolina riveda le misure di sicurezza e controllo nel cimitero monumentale Verano”, ha dichiarato in una nota Righini.

Parole cui hanno fatto eco quelle del capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida. “La profanazione della tomba di Alfredino Rampi è un gravissimo, ingiustificato e incomprensibile atto. Gli inquirenti facciano luce su quanto accaduto e si perseguano i responsabili senza alcun indugio. E’ inquietante che il cimitero monumentale del Verano possa essere oggetto di atti vandalici ma ancora di più contro la sepoltura di un bambino innocente simbolo di una tragedia nazionale che colpì  le coscienze e i cuori di tutti gli italiani”, ha aggiunto e concluso Lollobrigida.

D'albenzo

 

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