Cronaca

Clan Camorra ripulisce soldi finanziando film, coinvolta anche un’azienda vinicola di Monte Porzio

Sono scattate le misure cautelari nei confronti di nove persone gravemente indiziate, a vario titolo, di riciclaggio in concorso con l'aggravante dell'agevolazione mafiosa e di emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. Secondo l'accusa il clan mafioso avrebbe mandato i proventi di attività illecite a un'azienda di vini di Monte Porzio, ai Castelli Romani, che poi a sua volta li mandava a delle società cinematografiche sotto forma di finanziamenti per dei film. A quel punto la società cinematografica li avrebbe spediti, tramite transazioni bancarie, ad altre società riconducibili al clan per prestazioni inesistenti, ripulendo in questo modo i soldi sporchi

Su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno dato esecuzione nei giorni scorsi a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma nei confronti di 9 persone gravemente indiziate, a vario titolo, di riciclaggio in concorso con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa e di emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti.
Contestualmente il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma della Guardia di Finanza ha dato esecuzione al sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di oltre 1 milione e 500mila euro.

Più in particolare, l’attività di indagine svolta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma costituisce l’approfondimento di un filone collegato al procedimento che aveva portato, in data 18 gennaio 2022, all’esecuzione di misure cautelari personali relative a soggetti gravemente indiziati di aver costituito due sodalizi armati dediti al narcotraffico facenti capo rispettivamente a Demce Elvis e a Arapaj Ermal.
Erano emersi, infatti, nel corso delle indagini, dei rapporti con un produttore cinematografico finalizzati alla realizzazione del sequestro di persona di un imprenditore che aveva accumulato un rilevante debito nei confronti del clan camorristico D’Amico-Mazzarella, operante nel quartiere di San Giovanni a Teduccio di Napoli, progetto delittuoso poi non andato a buon fine.

Gli approfondimenti investigativi inerenti il versante imprenditoriale delle indagini portavano a ricostruire e documentare le diverse fasi di un sistema di riciclaggio di somme ritenute provento delle attività del citato clan di camorra, così articolate: prelievo del denaro in contanti a Napoli e successivo trasporto a Roma con opportuni accorgimenti atti all’occultamento a bordo dei veicoli utilizzati, avvalendosi del contributo di due appartenenti alle Forze dell’Ordine, uno alla Polizia di Stato e uno all’Arma dei Carabinieri, gravemente indiziati di concorso nel medesimo reato. Questi, oltre a offrire maggiori garanzie di poter sfuggire a eventuali controlli durante il trasporto, avrebbero – alla stregua degli elementi indiziari emersi – esteso la propria collaborazione alla acquisizione e comunicazione di informazioni riservate utili a consentire l’elusione di eventuali indagini.

Il denaro da ripulire veniva consegnato ad un’azienda vitivinicola di Monte Porzio, compiacente, onde realizzare l’introduzione nel sistema finanziario legale attraverso movimentazioni monetarie anche all’estero. Infine il denaro veniva trasferito dall’azienda vitivinicola alle società cinematografiche controllate e gestite dal produttore con la copertura documentale di fatture per operazioni inesistenti, con particolare riferimento ad asserite sponsorizzazioni di opere filmiche, particolarmente indicate allo scopo di giustificare grosse transazioni grazie agli importanti flussi finanziari sottostanti (come captato nel corso delle intercettazioni: “perché un film può costare 200 mila ma può costare pure 50 milioni di euro”).

Il denaro faceva dunque ritorno a Napoli attraverso transazioni bancarie eseguite dalle società cinematografiche a beneficio di altre società ritenute riferibili alla organizzazione camorristica beneficiaria delle operazioni ricostruite, in termini di gravità indiziaria, come riciclaggio.

Durante le investigazioni sono state documentate movimentazioni bancarie per operazioni di riciclaggio di almeno 1.250.000 euro, pur emergendo elementi di prova in ordine alla disponibilità sistematica di 200 mila euro al giorno da destinare a dette operazioni di mascheramento della provenienza illecita.

 

Più informazioni
commenta