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Rubrica enologica – Storie di vino con i “Vignaioli in Grottaferrata”

Copertina articolo di presentazione speciale rubirca enologica su vignaioli in grottaferrata

Con la nostra rubrica enologica speciale amiamo dire in ogni modo possibile che il territorio dei Castelli Romani ha tanto da offrire. Delle ricchezze che sempre più si fanno spazio nel panorama regionale, anche grazie al lavoro delle associazioni che si dedicano alla divulgazione di questo messaggio.

Per le prossime sei settimane, racconteremo in uno speciale della nostra rubrica enologica le sei storie di vino che compongono la realtà dei “Vignaioli in Grottaferrata”, animati sempre dal nobile obiettivo di dare risalto a quello che, seppur con una storia millenaria alle spalle, è un territorio che da poco ha iniziato a prendersi la sua rivincita. Con Tiziana Torelli, presidentessa dell’associazione, andremo alla scoperta di questa realtà, raccontandola poi, settimana per settimana, attraverso la passione delle singole realtà che la compongono. Tiziana – un ingegnere operante nel settore della sostenibilità – anche se si definisce una neofita nel settore vitivinicolo, ha il vino nelle sue radici familiari, di origine tosco-romagnole.

Negli ultimi anni, questa sua passione si è tradotta in attività, accompagnata dall’amore per questo territorio, che l’ha portata a considerare la viticoltura come un modo per valorizzarlo.
Vignaioli in Grottaferrata, un’associazione che prima di tutto si compone da persone unite da una forte
armonia e dagli stessi obbiettivi, nasce in modo molto spontaneo e veloce, durante il difficile momento del
primo Lockdown.

I produttori vignaioli grottaferrata

L’amministrazione di Grottaferrata, nello specifico l’assessorato alle attività produttive, con il consigliere delegato al turismo, convocò tutti i produttori di Grottaferrata, a settembre 2019, con l’idea di creare tra loro un dialogo e una sinergia. L’intento dell’amministrazione era anche quello di comprendere le esigenze delle realtà produttive per poi assecondarle, per raggiungere il fondamentale
obbiettivo di valorizzare il territorio. È così che i produttori si conoscono tra loro, scoprendo poi la loro
volontà comune di realizzare un qualcosa di bello. Paradossalmente, con l’arrivo del primo lockdown, si
concretizza l’associazione tra le sei realtà produttive della zona di Grottaferrata: Cantine Emanuele
Ranchella, Cooperativa Agricoltura Capodarco, Villa Cavalletti, la Torretta, Castel de Paolis, Cantine Gabriele Magno. Grazie ad un confronto costante, avvenuto in quel periodo, si stabilisce subito la linea comune che si tradurrà poi nello statuto ufficiale dell’associazione.

Vignaioli in Grottaferrata.

Una chiara dichiarazione d’intenti, caratterizzata
dalla volontà di stare insieme, ma soprattutto di fare insieme. Il claim “Storie di vino” richiama l’unione
delle diverse aziende associate, ognuna con una propria storia. Storie tutte diverse tra loro, che declinano ognuna in modo differente questo territorio vulcanico. È proprio questo aspetto che nelle prossime
settimane andremo ad approfondire in questo speciale: le micro diversità di questo territorio che
permettono di raccontarlo in tanti modi diversi. Oltre ai differenti metodi di vinificazione che queste realtà
utilizzano, che danno ovviamente origine a vini diversi, ogni azienda ha la possibilità di raccontare una
storia archeologica e culturale non di secondaria importanza rispetto alla questione enologica. Il modo
migliore per veicolare la cultura e la storia del posto è farla vivere, anche raccontandola.

I Produttori

Per l’associazione, il territorio rappresenta l’assoluto protagonista di questa associazione, elevandosi a
simbolo del loro operato. Infatti, le loro parole chiave sono territorio, cultura, e parlando di vino, qualità. I
produttori, mettendosi alla prova, percorrono un costante cammino verso una qualità sempre migliore, in una tenace ottica di miglioramento. La voglia di progredire è alla base. Un’altra parola chiave si identifica nel termine sostenibilità, adempiendo al dovere di agire nel rispetto dell’ambiente, ma anche di tutela del paesaggio e dell’armonia con cui esso caratterizza questi territori. I produttori sono nella maggior parte certificati biologici e chi non lo è, lavora comunque adottando i principi di un’agricoltura sostenibile. La tradizione, altra parola chiave e fondamento di questa unione, chiaramente si collega all’aspetto della cultura ma è anche intesa come racconto della viticoltura nella storia.

Nonostante l’evoluzione delle nuove tecnologie, il dovere è quello di raccontare la tradizione della viticoltura del territorio. Anche per questo, l’associazione ha deciso di dare particolare risalto al termine vignaioli, proprio per comunicare in maniera
semplice e chiara l’importanza del vigneto e delle tecniche utilizzate in vigna. L’associazione infatti, oltre ad avere in programma diverse iniziative rivolte a chiunque voglia conoscere da vicino questo territorio, sta lavorando ad un calendario di attività formative rivolte ai membri dell’associazione, seguendo il filo
conduttore del confronto e della voglia di migliorare sempre di più, di una crescita continua.

L’apertura della scorsa estate, ha consentito all’associazione l’organizzazione di alcuni eventi. Da “Vigne e Cucine aperte”, alla presentazione ufficiale dell’associazione, avvenuta lo scorso 14 settembre nell’abbazia di San Nilo. Un’occasione, che ha permesso di comunicare a pieno il significato culturale su cui si fonda l’associazione.
L’abbazia di San Nilo è infatti un luogo che rappresenta la storia millenaria del nostro territorio; un luogo significativo, uno dei pochi monasteri che unisce la cultura orientale a quella occidentale, poiché San Nilo è uno dei pochi santi venerati sia dalla chiesa cattolica che dalla chiesa ortodossa, a sottolineare la voglia di unione e sinergia che rispecchia la volontà dell’associazione. Tra ottobre e novembre, i vini degli associati sono stati inoltre presentati presso la Fondazione Italiana Sommelier.
È stata la stessa Fondazione, ad invitare l’associazione per un assaggio tecnico, segnale della volontà dei docenti del vino a voler tornare a comunicare e a valorizzare il vino di questo territorio; della volontà di tornare a raccontare il vino di Roma, il vino di Castelli Romani.


“Penso che questa rubrica ed il vostro lavoro al giornale sia esattamente quello che serviva”, afferma
Tiziana, “siamo in un territorio in cui le tematiche sono varie, le abbiamo tutte, ma sicuramente
l’enogastronomia è trasversale e declinabile in tutto il territorio, sotto forma di eccellenze varie, ma al
contempo non del tutto conosciute. Credo che il vostro progetto sia fondamentale. È quello che oggi qui
era necessario fare, perché la comunicazione enogastronomica a livello giornalistico non era stata presa in considerazione in modo sistemico.

Manca quell’organizzazione sistematica della comunicazione per far capire che qui c’è un polo di attrazione importantissimo su questo tema. Solo comunicandolo, si può comprendere. Un lavoro eccellente, che se non fosse stato pensato e fatto, tutti gli sforzi delle aziende avrebbero avuto un riscontro nettamente inferiore. Gli articoli senza anima non comunicano. Si cerca un’emozione e una suggestione, si vuole sognare. Io noto che il plus nel vostro lavoro, è che si percepisce la passione”.


È chiaro che per i Castelli Romani c’è un grande fermento. Tante, le persone che con passione si dedicano alla valorizzazione di questo territorio. Noi di Castelli Notizie, continueremo a raccontare questo processo, dandogli l’attenzione che merita, mettendone sempre in luce i punti di forza.

Per saperne di più sul territorio di Grottaferrata e sulle sue caratteristiche legate al terreno, al clima, alla
posizione geografica e alla sua storia, è possibile consultare il sito dell’associazione
https://www.vignaioliingrottaferrata.com/

Veronica Falcone

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